Noi
- Autore: Walter Veltroni
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2010
Ancora più dei precedenti libri pubblicati dall’ex Sindaco di Roma, questo “Noi”, suo primo vero romanzo dopo, fra gli altri, una biografia e una raccolta di racconti, si è imposto all’attenzione del pubblico non solo a causa della fama e dell’autorevolezza del suo autore, ma anche in seguito alla ventilata ipotesi di candidarlo al Premio Strega. Ipotesi che lo stesso Veltroni ha stroncato sul nascere, pubblicando una lettera aperta nella quale ha spiegato di avere richiesto espressamente alla Casa Editrice di evitare la sua candidatura, in quanto si dice convinto che i due ruoli, quelli, cioè, di politico e di scrittore, debbano rimanere ben distinti. Apprezzabile, ma, mi sento di dire, peccato.
Peccato perché, personalmente, l’unico difetto che ho riscontrato in questo libro è costituito da qualche incongruenza nei tempi dei verbi, cosa peraltro ultimamente comune a tanti (troppi) romanzi in commercio. A parte questo, non è facile trovare una scrittura così genuina, fresca eppure partecipe, una penna che riesca a ripercorrere la storia recente del nostro Paese non come una cartolina sbiadita di nostalgia, ma come un racconto vivo e appassionante di vite e di cuori, di uomini e donne che ci prendono per mano e ci accompagnano lungo il loro percorso, passando poi il testimone ai loro figli e ai loro nipoti. C’è tanto dolore, ma anche tanta gioia nelle loro vite, che somigliano incredibilmente alle nostre. Dalle vite private si svolge il racconto collettivo, un “io” che diventa “noi” e ci abbraccia tutti, con le tristi vicende del fascismo e delle leggi razziali, del terrorismo, della crisi dei valori, e con i piccoli ricordi di ogni giorno, i caroselli, i giocattoli, le canzoni, inseriti armoniosamente nella narrazione non in veste di aneddotica, ma in modo talmente naturale da favorire la nostra “ambientazione” di lettori in ciascuno dei decenni affrontati.
Anni 40: il fascismo, la guerra, lo sterminio degli ebrei. Alfredo, maggiordomo di un gerarca, assiste al crollo del vecchio mondo, mentre il figlio Giovanni scopre l’orrore delle bombe e della distruzione. Anni 60: il boom economico. Giovanni, accompagnato dal figlio Andrea, viaggia da Milano a Roma in visita alla moglie malata. Anni 80: la crisi della famiglia, il terrorismo. Andrea e Monica, ex contestatori nei movimenti studenteschi, sono sull’orlo del divorzio malgrado il figlio Luca, mentre Alberto, fratello di Andrea, si sta perdendo: Andrea avrà il coraggio di salvarlo?
La parte finale del romanzo, ambientata nel 2025, diventa vera e propria letteratura di anticipazione, e ci regala il momento più suggestivo e fantasioso di tutto il libro, tanto da far pensare che potrebbe costituire un buon punto di partenza per un romanzo a sé stante. Ne è protagonista Nina, la figlia di Luca, in un mondo dove ciascuno può ottenere in un attimo quello che vuole, ma dove un regime “soft” non “proibisce”, ma “sconsiglia” l’interazione fra persone e, soprattutto, la memoria, bollata come un inutile e ozioso passatempo. Ma i giovani hanno già pronta la loro ribellione segreta...
In generale, l’impressione è che l’autore non sottovaluti mai il dolore delle persone, ne sia, anzi, profondamente partecipe, ma allo stesso tempo mantenga un atteggiamento di speranza e di fiducia nel futuro e nelle capacità di ripresa di ciascuno di noi. Noi come individui, noi come collettività, noi nel nostro cammino che condividiamo: lacrime e sorrisi privati, ma universali.
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