Nefertiti. La regina del sole
- Autore: Christian Jacq
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2017
Cenerentola alla corte del faraone. Una chicca di Christian Jacq, l’egittologo scrittore, lo straordinario creatore della saga di Ramses, che dopo decine di volumi dedicati ai re dell’antico Egitto passa alle regine, a cominciare dall’affascinante La Bella, figlia di Ay, sposa di Amenhotep IV, la protagonista di “Nefertiti. La regina del sole”, novità recentissima nelle Edizioni Tre60, in libreria da gennaio 2017, nella traduzione di Maddalena Togliani (ebook euro 6,90, edizione cartacea pp. 336, euro 9,90).
La Bella, dunque, la diciassettenne che Jacq ci fa incontrare nelle prime pagine del romanzo. Prima, ha trovato il modo di ricordare l’affascinante volto di Nefertiti, tra le più conosciute testimonianze giunte dall’antico Egitto, la scultura realizzata nel IV secolo avanti Cristo e conservata nel Museo Egizio di Berlino, dove venne trasferita dopo il ritrovamento negli scavi di Amarna, nel 1912. I lettori la potranno ammirare sulla copertina del libro. È un busto di calcare, stuccato con uno strato di gesso e dipinto a tinte vivide. Alto una cinquantina di centimetri, raffigura una regina di bellezza sconvolgente, con in capo una corona color cobalto e al collo una collana di perle verdi, rosse e blu. Abbozza un sorriso leggero, incantevole, lo sguardo è insieme sereno e profondo. Il grande scultore Thutmose ha davvero colto l’anima di una donna e l’ha resa immortale, lasciandola in eredità ai secoli a venire.
Di Bella, si sa che deve trasferirsi alla corte di Tebe con la famiglia, al seguito del padre, grasso e affabile amministratore dell’esercito, richiamato nella capitale dalla regina Tiyi, onnipotente in virtù della malattia che affligge il faraone. In Egitto la parità dei sessi è rispettata e la sovrana può reggere il trono, a scapito dell’erede, Amenhotep, che tuttavia non sembra ansioso di salirvi.
Designato dopo la morte del fratello maggiore, ama la lettura e si tiene a debita distanza da cortigiani e beghe di palazzo. Il solo dignitario col quale si intrattiene è il buon Parennefer, l’unico che da parte sua intraveda doti di governo nel giovane, condizionato da una fedeltà nei confronti dei genitori spinta fino alla venerazione e distratto dal forte interesse per la teologia e il passato primordiale della città santa di Eliopoli, la Città del Sole, culla della spiritualità egizia e di ogni conoscenza.
Era Ra il dio della luce creatrice, fonte di ogni forma di vita, una divinità che si incarnava in un falco. Ed è proprio uno di quei volatili che si ferma d’improvviso sulla testa di Amenhotep, schioccando le ali e facendo cadere a terra qualcosa che stringeva nel becco, un piccolo sandalo femminile di cuoio bianco, di eccellente fattura. Un oggetto di lusso. Il giovane vuole assolutamente che si rintracci la proprietaria di quella graziosa calzatura, quel piccolo capolavoro non potrebbe che appartenere al piede ben curato di una bella donna.
Sappiamo che non sbaglia, dal momento che poco prima un falco ha rubato il sandaletto alla ragazza che lo aveva lasciato accanto allo stagno nel quale si stava bagnando. Quella giovinetta è la futura Nefertiti, di una bellezza irreale e con un temperamento forte da guerriera.
Il falco stesso guida il principe ereditario fino al banchetto organizzato da Ay per presentarsi, in compagnia della moglie e delle due graziose figliole. La Bella riconosce la scarpina come sua. Guarda quell’uomo emaciato, dall’aspetto modesto ma lo sguardo intenso. Di lui la colpiscono le parole ardenti, mentre i presenti sono indignati dall’atteggiamento della giovane, che senza il minimo accenno a prostrarsi è rimasta eretta davanti al principe. Sono affascinati uno dall’altra, un vero colpo di fulmine.
“Il falco, messaggero del dio Sole, mi ha guidato fino a te. Da questo momento ti chiamerai Nefertiti”
l’incarnazione di Hathor, la dea dell’amore, delle stelle e della navigazione fortunata.
Si sposano, con discrezione, senza un documento ufficiale che attesti l’unione e questo consente alla dama Kiya di aspirare ancora al matrimonio che la porterebbe alla corona d’Egitto. Sa che Tiyi apprezza la politica delle nozze diplomatiche, per rafforzare il suo regno e la pace. Infatti, è la ventenne figlia del re dei Mitanni, inviata “in pegno” alla corte di tebe, due anni prima, per suggellare una collaborazione duratura.
Non sono i pochi ad avere progetti. Ai confini, gli Ittiti continuano ad armarsi, sebbene professino intenzioni pacifiche. Altri che tramano per conservare potere, privilegi e il prestigio ben compensato di cui gode la loro cricca sono i sacerdoti di Amon. La loro arroganza non ha limiti.
Il faraone muore e la moglie designa Amenhotep come successore, affidando in segreto a Nefertiti le sorti del regno, specie la politica estera, di cui il figlio non si cura affatto.
Tutto comincia a prendere una pessima piega quando il nuovo faraone decide di anteporre al culto di Amon quello di Aton, il disco solare. Cambia il nome in Akhenaton, aprendo una fase di grande instabilità politica, militare e civile in Egitto.
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