SoloLibri.net
  • News
    • News dal mondo dei libri
    • Ultime uscite in libreria
    • Concorsi e premi letterari
    • Fiere del libro e festival letterari
    • Dal libro al film
    • Ti presento i miei... libri
  • Recensioni
    • Recensioni di libri
    • Novità libri
    • Uno scrittore ci racconta un libro...
    • Indice libri - autori - editori
  • Rubriche
    • Approfondimenti
    • Libri da leggere e regalare
    • Storia della letteratura
    • Consigli per scrittori
    • Come si scrive?
    • Parole, proverbi e modi di dire
    • Aforismi e frasi celebri
    • Lavoro con i libri...
  • Speciale Scuola
    • News scuola
    • Esame di maturità
    • Università
  • Chi siamo
  • Collabora
    • Scrivi una recensione
    • Diventa un collaboratore
    • Scrittore? Promuoviti con noi

CONTINUA A SEGUIRCI

Facebook Twitter Instagra, Flipboard Google News RSS

Recensioni di libri

Nato in URSS di Vasile Ernu

Hacca Edizioni, 2010 - Un libro che sfiora le questioni politiche, ascrivendosi, mostrandoci ciò che più interessa all’autore: il tratteggio collettivo. Ccome vivevano, come sognavano, in cosa credevano i cittadini sovietici, dallo scoppio del secondo conflitto mondiale fino all’avvento politico e dissolutore di Michael Gorbacev.

Mario Bonanno
Mario Bonanno Pubblicato il 01-04-2019
Nato in URSS

Nato in URSS

  • Autore: Vasile Ernu
  • Genere: Storie vere
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Anno di pubblicazione: 2010

L’aspetto più infido del Sistema Capitalista sta nell’azione induttiva-persuasiva attraverso cui reitera l’alienazione globale delle masse. Da quando si è dissolto il contraltare dell’Unione Sovietica, l’ideale consumista ha soppiantato quello politico, senza trovare più nessuna opposizione: l’incidenza delle lobby finanziarie sulla vita del pianeta è avvenuta in modo subliminale, raggiungendo il punto di non ritorno. Come scrive lo scrittore-filosofo Vasile Ernu (“Nato in URSS”, Hacca Edizioni, pag. 227 e pag. 296):

C’è poi un’altra conclusione che oggi disturba e infastidisce in maniera non indifferente: il fatto che, dal mio punto di vista, tra il mondo da cui siamo usciti e quello in cui siamo entrati non vi sia una differenza sostanziale, bensì solo di sfumature, di involucro. Se il mondo (sovietico, ndr) in cui siamo vissuti era centrato sulla repressione politica, quello di oggi si basa sulla repressione economica. Sono due facce della stessa medaglia. Entrambe sono forme di repressione e di controllo. Entrambe ci controllano e ci riducono in sudditanza, cercano di trasformarci in schiavi e macchine che reagiscono a ordini prestabiliti. Entrambe ci lavano il cervello in maniera altrettanto perfida e ci alienano con altrettanta efficacia (…) Noi almeno, facevamo propaganda in modo palese, onesto, mentre le tecniche occidentali sono assai più perfide e sofisticate.

L’ex così detto “Impero del male” rappresentava insomma l’altro piatto della bilancia. USA e URSS si sono guardate in cagnesco, fronteggiate nella corsa alla conquista dello spazio come delle medaglie olimpiche, hanno minacciato l’ecatombe nucleare un giorno sì e l’altro pure, ma in fin dei conti l’una potenza si completava nell’altra come lo yin e lo yang: pari e patta e pace fatta sino al prossimo braccio di ferro. Senza contare poi, che al netto del giudizio occidentale, la vita di ogni giorno del cittadino sovietico (non ancora trasformato in consumatore desiderante), non era invivibile come volevano farci credere alcuni cremlinologi delle nostre parti. Per esempio: si percepiva tra i compagni-cittadini un forte senso della convivenza. E di amor di patria, al punto che sulla scia di Vladimir Majakovskij, in molti potevano dire:

Leggete, invidiate. Io sono cittadino dell’Unione Sovietica.

Come sostiene ancora Ernu, in questo che si offre alla lettura come un saggio narrativo sapido e non apologetico:

Negli anni Settanta vivemmo un vero e proprio eden sovietico (….) Regnava la stabilità, una commistione perfetta tra “ufficiale” e “non ufficiale”. Da bere e da mangiare ce l’avevamo, anche se a volte facevamo ancora un po’ di fila. I beni di prima necessità si trovavano facilmente e a prezzi irrisori. Lo stato garantiva e assicurava ogni cosa: asilo, scuola, ospedale, lavoro, e, ogni tanto, anche un po’ di divertimento. Aveva cominciato a distribuire appartamenti, tutti si trasferivano in case e quartieri nuovi. Vivevamo in una sicurezza tale che a volte faceva persino male. In seguito avremmo constatato che la mancanza di quella sicurezza o, per meglio dire, l’incapacità di prevederla o di potervisi adattare ci avrebbe fatto ancora più male...

Vasile Ernu (romeno della Bessarabia, nato in Unione Sovietica) si trasferisce in Romania alla caduta dell’Impero. Lo fa dopo averne metabolizzato (più che subito) il modus vivendi e il collante comunista, ma “Nato in URSS” sfiora en passant le questioni politiche, ascrivendosi, non foss’altro che per il tono agrodolce, all’interno della narrativa di formazione. Una formazione onto-ideologica di gruppo. Ciò che più interessa all’autore è, insomma, il tratteggio collettivo: come vivevano, come sognavano, in cosa credevano i cittadini sovietici, dallo scoppio del secondo conflitto mondiale fino all’avvento politico e dissolutore di Michael Gorbacev. Vasile Ernu, per questo, taglia trasversalmente le pieghe della vita quotidiana sovietica, ne attraversa miti, riti, situazioni, tic, oggetti, orgogli, marce, cantanti e canzoni: i campi estivi dei piccoli pionieri, la cucina come ritrovo, gli eroi della cultura popolare, il sesso, l’alcol, le letture, le vacanze, il primo maggio, le famigerate file...

Perché si stava in fila? E’ una domanda mal posta. A un americano lo puoi chiedere, perché lui in teoria fa la fila quando ci sono i saldi, la fa per consumare cose di cui non ha bisogno, ma di cui crede di aver bisogno. Mentre per un cittadino sovietico una domanda del genere non aveva senso. La fila era un dato di fatto, un bene conquistato, e per questo la facevamo. Essa divenne il senso della nostra vita, non lo scopo.

Man mano che procedevo con la lettura di “Nato in URSS” trovava conferma un fatto di cui ho sempre sospettato: le (scarne) notizie che abbiamo avuto dall’URSS nel corso del tempo provenivano quasi esclusivamente da fonti strumentali (dissidenti oppure opinionisti già ottenebrati dal mito delle finte libertà capitaliste), e se è pur vero che l’Unione Sovietica non era il paradiso in terra agognato dai comunisti occidentali, è vero anche che il diavolo non è mai brutto come lo si dipinge. Soprattutto se paragonato ai diavoli del regime capitalista che alla lunga l’ha spuntata in modo subdolo. Alienandoci le coscienze prima ancora che i portafogli.
Tuttavia – lo ripeto – “Nato in URSS” non è un testo osannante il comunismo sovietico. La sua teleologia va colta tra le righe: questo libro è piuttosto un ritorno al mondo e all’innocenza perdute. Una fabiofaziana “Anima mia” soltanto meglio scritta e più intelligente.

Cosa ho voluto dire con questa sfilza di ricordi? Ho voluto esprimere alcuni pensieri essenziali. Primo: il mondo in cui sono vissuto non era né così buono né così cattivo come credono alcuni, dell’una e dell’altra parte (…) Secondo: quello che abbiamo vissuto in URSS non è per forza “una gravosa eredità”, bensì un dato di fatto, una realtà che è sì cattiva, ma anche buona. L’essenziale è cosa ne facciamo ora, come sappiamo gestirla e valorizzarla.

Gira e rigira tocca ancora confrontarsi con l’interrogativo espresso da Lenin in anticipo sui tempi:

Che fare?

Restituito dalla luminosa traduzione di Anita N. Bernacchia, “Nato in URSS” è ancora, in ultima analisi, un testo-summa: filosofico, antropologico, dialettico, nel contempo schierato e oggettivo, ironico e orgoglioso, rimembrante e lungimirante. Pensato e scritto nella forma “per tutti” che solo i bravi scrittori adottano senza penalizzare il clima narrativo, e svilire di senso i contenuti. Per dirla in altro modo, si tratta di un libro denso e di piacevole lettura. È uscito in Italia diversi anni fa, ma è da recuperare e da leggere assolutamente.

Nato in Urss

Amazon.it: 13,30 €

14,00 €
Vedi su Amazon

© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Nato in URSS

Lascia il tuo commento

Segui Sololibri sui social

Facebook Twitter Instagram Flipboard Google News Youtube

Segui Sololibri sui social

Facebook Google News Instagram Twitter Youtube Flipboard

I libri più cliccati oggi


Cosa è mai una firmetta
Il sorriso di Caterina. La madre di Leonardo
Fiesta
Nessuna come lei. Katherine Mansfield e Virginia Woolf: storia di un'amicizia
Breve storia del segno della croce
Bestie

Tutte le Recensioni e le novità dal mondo dei libri nella tua casella email!

ISCRIVITI SUBITO
Ami leggere?

Seguici, commenta le recensioni e consiglia i libri migliori da leggere

Novità libri

Scrivi una recensione

Diventa un collaboratore

Sei uno scrittore?

Segui i nostri consigli e promuovi il tuo libro gratis con Sololibri.net

Consigli per scrittori

Ti presento i miei... libri

Uno scrittore ci racconta un libro

Link utili

Informazioni generali

Condizioni di pubblicazione

Privacy

Preferenze pubblicità

Chi siamo

Segui Sololibri sui social

Pagina Facebook Profilo Twitter Profilo Instagram Flipboard Google News Youtube Telegram RSS

Sololibri.net / New Com Web srls
C.F./P.Iva 13586351002