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Recensioni di libri

Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse

La sintesi del romanzo sta nel costante dissidio che l’uomo incontra fra il dovere e l’essere, fra l’obbligo e la libertà di scelta, fra natura e spirito che sono apparentemente all’opposto ma profondamente legati.

Giovanna Giraudi
Giovanna Giraudi Pubblicato il 17-09-2013

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Narciso e Boccadoro

Narciso e Boccadoro

  • Autore: Hermann Hesse
  • Genere: Classici
  • Categoria: Narrativa Straniera

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“Narciso e Boccadoro” di Hermann Hesse è un romanzo che può essere letto indistintamente sia da giovani che da persone mature. La narrazione, pur non essendo ricca di colpi di scena, tocca, attraverso la sapiente espressione di un premio Nobel per la letteratura, temi profondi quali l’amicizia, le scelte di vita e il significato che esse hanno.

Nel periodo medioevale, in ambiente monastico, ha inizio la storia di Narciso e Boccadoro, due giovani così diversi l’uno dall’altro ma, forse, proprio per questo, uniti da una profonda amicizia. I due si incontrano nel convento di Marianbronn ove Narciso si prepara per i voti monastici mentre Boccadoro, orfano di madre, viene in quel luogo condotto dal padre per seguire anch’egli un destino ascetico. Sarà Narciso, il pensatore, così vicino alla sublimazione, a parlare a cuore aperto all’amico, svelandogli quel che neppure lui aveva ancora compreso, parlandogli del suo destino; i suoi pensieri sono espressi con sollecitudine, con sincerità, con vera generosità verso l’amico. Narciso si rivolge così a Boccadoro:

”Noi due, caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra mèta non è di trasformarci l’uno nell’altro ma di conoscer l’un l’altro e di imparare a vedere e a rispettare nell’altro ciò che egli è: il nostro opposto e il nostro complemento”.

Altro pensiero che farà da guida a Boccadoro è l’immagine della madre perduta che egli, come ogni altro uomo, ricerca e ritrova su questa Terra nell’elemento femminile che lo accoglierà tra le sue braccia. Narciso invita Boccadoro ad andare al di là di Marianbronn per ricercare, attraverso il contatto con il mondo, ciò che aveva perso nell’infanzia, ciò che pensava di aver dimenticato. Pare un’epifania il lungo discorso di Narciso, perché lui ha scelto la via opposta e sembra impossibile che dalla sua bocca sgorghino simili parole. I due amici, così, si separano e prendono strade diverse. Narciso si dedica alla meditazione, alla penitenza e, nonostante Boccadoro protesti dicendogli:

”Ti sono forse venuto in uggia?”

lo avvia al mondo affinché trovi la propria strada.

Protagonista della parte centrale del romanzo è il biondo Boccadoro, così bello da affascinare molte fra coloro che popolano l’universo femminile, così indomito, desideroso di vivere e di fare esperienze. Esse non saranno tutte gioiose e lo costringeranno ad un lungo vagabondare che, a tratti, lo porrà davanti ad episodi cruenti che lasceranno un segno nel suo animo. Ma in ognuno di noi c’è un modo per evolversi e Boccadoro lo trova nell’arte, nella scultura che egli impara a bottega e di cui fa tesoro. Gli anni trascorrono veloci anche per i due amici che si ritrovano decenni dopo, ormai uomini con le prime rughe che solcano il viso e qualche filo bianco tra i capelli e la barba. Pare Boccadoro quello più toccato dagli eventi. D’altronde è lui che ha vissuto pienamente, mentre Narciso ha rallentato la propria esistenza che è stata quieta, mista di preghiere, meditazioni, rinunce. Sono nuovamente insieme: uno abate, l’altro artista vagabondo e dividono momenti di vita in cui confessano l’un l’altro il bene che li ha uniti. Amici, indissolubilmente legati, saranno insieme fino a che il primo fra i due non lascerà questo mondo. Ma, per lasciarlo, bisogna ritrovare la propria madre che è la propria origine, perché senza l’inizio non ci può essere una fine.

La sintesi del romanzo sta nel costante dissidio che l’uomo incontra fra il dovere e l’essere, fra l’obbligo e la libertà di scelta, fra natura e spirito che sono apparentemente all’opposto ma profondamente legati. La storia ci parla di questo così come ci invita a guardare dentro di noi, nel profondo, per scoprire desideri, intenti e ricordar esperienze. Hermann Hesse magistralmente ci guida in questo percorso.

Narciso e Boccadoro

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Narciso e Boccadoro

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Commenti: 1

  • andreana
    24 settembre 2015, 21:57

    In questo romanzo natura e spiritualità si intrecciano come a formare le trame di un unico arazzo, che l’autore tesse con abilità, dando il giusto rilievo ai fili adoperati. Come accade spesso, infatti, questi due aspetti dell’umanità vengono analizzati separatamente e identificati come metodi distinti che l’uomo può adoperare nella ricerca della verità.

    L’autore in quest’opera dimostra come natura e spiritualità siano ambedue fondamentali in questa ricerca, poiché presi distintamente potranno condurci sulla via dell’insoddisfazione come accade ai due protagonisti.

    Narciso e Boccadoro sono, infatti, la chiave dell’intero romanzo, l’uno portatore di moralità, l’altro rappresentante delle umane debolezze: essi presi separatamente rappresentano il rebus la cui soluzione altro non è che la loro commistione.

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