Mon cher ami. Lettere a Mario Andrea Rigoni (1977 - 1990)
- Autore: Emil Cioran
Cioran scriveva moltissime lettere e a suo dire era la cosa che gli piaceva più fare in assoluto, avendo avuto la fortuna di non praticare mai un mestiere e di non lavorare a libri complicati, anche se ammetteva che le donne fossero più portate per i carteggi, per raccontare loro stesse, mentre gli uomini scrivono più di cose pratiche.
Cioran, vissuto a Parigi per decenni, ha iniziato a scrivere a Mario Andrea Rigoni nel 1977, essendo rimasto colpito dalle osservazioni dello studioso sull’ispirazione malinconica di Leopardi nello Zibaldone.
Lo scrittore era ossessionato dal pensiero del poeta di Recanati e sapeva molte sue poesie a memoria, leggendole continuamente.
Entrambi atei e avendo in orrore le famiglie d’origine, erano presi da un’insopprimibile noia esistenziale.
Cioran scrive del suo rapporto con Calasso per i libri che verranno pubblicati per Adelphi. Lo scrittore è spaventato da cattive traduzioni, anche se ama l’italiano, perché è una lingua neolatina, mentre disprezza il tedesco, perché ritiene che in quella lingua i suoi libri diventino incomprensibili e superficiali.
Purtroppo noi non sappiamo cosa gli risponda Andrea Rigoni, tuttavia sembra spronarlo a lasciare Parigi almeno in estate o a partecipare a qualche lettura a cui è stato invitato.
Cioran nicchia, scrive che odia il caldo, odia il freddo, odia le persone e in un frammento di misoginia afferma che le donne avevano il tempo per leggere come casalinghe e invece si sono "rimbecillite" in ufficio.
Lamentoso, scrive:
"La primavera è mia nemica. In me il più piccolo cambiamento di tempo si trasforma in un dramma. La mia dipendenza dalla meteorologia è assoluta, e confesso di non conoscere niente di più umiliante. Mi ci vorrebbe un paese senza clima e, dato che non esiste da nessuna porte, mi esercito con relativo successo alla rassegnazione".
Ci sono anche lettere belle, profonde, in cui scrive dell’orrore per la noia che gli ha devastato l’esistenza e del rapporto con le donne e con gli amici.
Alla fine segue il consiglio dell’amico italiano e va qualche giorno a Dieppe, in Normandia. Cosa facesse Cioran durante le vacanze non è dato sapere. All’amico italiano confessa di non mettere libri nel bagaglio, ma si fa fatica a crederlo, visto che era un lettore onnivoro.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Mon cher ami. Lettere a Mario Andrea Rigoni (1977 - 1990)
Lascia il tuo commento