

Mattanza
- Autore: Giuse Alemanno
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
Alla tenacia di lottare per un’esistenza capace di equilibrare ciò che è stato tolto con ciò che è stato dato.
Uno scrittore particolare, stravagante nell’aspetto, certamente un outsider e in questo suo ultimo lavoro Mattanza (Las Vegas Edizioni, 2019) ci narra l’atto finale di un’Italia impietosa, criminale e corrotta, degli intrighi e del malaffare, quella reale e celata dal Sud al Nord, dal Nord al Sud. Un narratore esperto del linguaggio e dei temi della nuova tendenza letteraria, con lo sguardo rivolto alla realtà contemporanea, i cui personaggi sono tranches de vie più che immaginari, interpreti con maschere sanguinarie alla maniera di Come Belve Feroci ( il libro precedente pubblicato da Las Vegas Edizioni), dove spazio e tempo sembrano appartenere ad una sceneggiatura di un film.
Giuse Alemanno vive tra Taranto e Manduria e ha pubblicato diversi libri. In questo suo ultimo romanzo, crudo e fisico, sembra aver ripreso in mano il filo conduttore delle vicende negative della storia criminale italiana dalla fine degli anni Settanta a quelli più recenti, dove la violenza diviene la vera protagonista e ammalia per crudeltà e aggressività.
Mattanza è un libro che va letto senza interruzioni e nel quale le maschere feroci sono protagonisti di racconti raggelanti, perché qui le belve chiuderanno i conti in sospeso. La vendetta è importante per Massimo Sarmenta, detto Mattanza per la sua furia omicida, uno dei due protagonisti centrali, e ha priorità su ogni cosa tanto quanto per Santo Sarmenta, il dottore.
Erano cresciuti insieme e insieme avevano condiviso momenti terribili.
Sono cugini e figli di Paolo e Vittorio, i due fratelli di Oppido Messapico proprietari di un impianto di calcestruzzo, uccisi da Costantino Rochira. L’ordine era stato dato da un potente n’dranghetista, Nino Inno di Sant’Agata sullo Ionio. Massimo e Santo sono a Milano, in un appartamento zona San Siro con una valanga di soldi a disposizione ed entrambi con l’unica ossessione in testa: uccidere colui che aveva sterminato i loro genitori. Il loro piano prevedeva che Massimo facesse ritorno a Oppido Messanico, per portare a termine la vendetta e sapere la verità sulle proprietà della loro famiglia.
“ Dovrò costruirmi un mondo, una vita, partendo dal niente. Cercherò di essere invisibile, ma devo sapere tutto di Costantino Rachida. Voglio capire perché era tanto importante ucciderei fratelli Sarmenta, al punto di andare a scovarne uno sperduto nelle montagne della Val Camonica.”
Santo inizierà a prestare servizio come medico in una famosa clinica privata, i cui professori Mario Monti Pallavicini e Ciro Barrese, legati alla mafia calabrese, sono soci nei loro traffici illeciti: protesi ortopediche recuperate dai cadaveri e di nuovo impiantate. Massimo, nel frattempo, è giunto nella sua città natale tra l’umanità dolorosa degli operai pendolari della grande fabbrica d’acciaio, alla ricerca dell’infame da uccidere. In una Milano minacciosa e cupa, tra feste in gran stile, trasgressioni, sesso, l’autore ci descrive la metropoli del benessere che vive senza scrupoli. Di Barrese e il suo rapporto con Abacilio, l’uomo che gli aveva cambiato la vita, di Beatrice, la moglie, che vorrebbe dimenticare chi l’avesse rinsecchita e stremata, e di tanti altri personaggi che ruotano intorno alle loro vite.
Il male è complementare al bene, come l’immoralità alla virtù.
Giuse Alemanno, in questo romanzo, sembra aver attinto dalle vicende più spaventose della nostra cronaca nera. Storie terribili di una sopraffazione che domina il nostro quotidiano, di una mancanza di moralità, di una crudeltà che spaventa e ripugna. L’uomo con il suo talento crudele domina di fronte alla nostra innocenza disarmata.

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