Maledizione Notre-Dame
- Autore: Barbara Frale
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2023
Si dice medievalista o medievista? A sentire la categoria, si dovrebbe preferire la seconda. A rigore di Treccani, l’una o l’altra, indifferentemente. Del resto, valgono tanto “medioevale” che “medievale”. Risultano valide perciò anche le varianti medioevalista o medioevista. Tutti e quattro i sostantivi si riferiscono comunque agli studiosi di quell’evo, tra i quali la filologa, storica e scrittrice Barbara Frale. Queste oziose pignolerie lessicali cadono al cospetto della qualità sempre elevatissima del nuovo romanzo della dipendente eccellente della Santa Sede. Il titolo è Maledizione Notre-Dame, quarto della saga sulla fine dei Templari, da marzo 2023 nelle librerie fisiche e virtuali, per i tipi di Newton Compton (collana “Nuova Narrativa”, 287 pagine).
Viterbese, Barbara Frale è stata la prima universitaria a laurearsi in conservazione dei beni culturali in Italia, con una tesi sulla storia medievale. Si è successivamente specializzata in scienze archivistiche e paleografia (di spicco la sua occupazione nell’Archivio Segreto Vaticano come “officiale”) e vanta un dottorato di ricerca in storia della società europea, presso la Ca’ Foscari di Venezia. In quell’occasione, ha redatto un elaborato sulla storia dei Templari, argomento di tanti dei suoi numerosi romanzi e saggi storici, insieme al Medioevo e alla Sindone (sostiene che si tratti del Baphomet adorato dai cavalieri del Tempio).
La stessa seguitissima saggista e narratrice ricorda utilmente i precedenti della saga Notre-Dame, basata in parte su documenti originali. Thriller medi(o)evali, uno più intrigante dell’altro, che riportano all’urto nel mondo cristiano tra Filippo IV da una parte e dall’altra la Chiesa e il ricchissimo Ordine del Tempio. Avviato nel 1300 dal re di Francia, sempre assetato di finanze per alimentare la brama di conquiste, lo scontro si concluse nel 1314. Filippo il Bello morì a fine novembre in circostanze oscure, che fecero pensare alla maledizione lanciata pochi mesi prima, con lo sguardo rivolto verso Notre Dame, dall’ultimo Gran Maestro dei Templari, de Molay, condannato al rogo dal sovrano, senza il consenso del papa.
Nel primo romanzo, I labirinti di Notre Dame (Newton Compton, 2022, come i due seguenti), in una Roma affollata dai pellegrini per il Grande Giubileo, il furto di una reliquia sembra collegato a morti misteriose in Parigi. Più che un oggetto sacro sembra un artefatto del demonio e rischia di scatenare una guerra fra i maggiori potentati del mondo: Francia, Papato, Templari.
Nel secondo, I sotterranei di Notre Dame, una una guerra civile minaccia nel 1301 il regno oltralpe. Arnaldo da Villanova, alchimista e medico di papa Bonifacio VIII, è il solo che potrebbe sedare le ansie del re e mettere al sicuro la Francia. Un vecchio rancore mette l’anziano sapiente contro Filippo, per via di eventi segreti consumati nei sotterranei di Notre Dame, che nessuno deve conoscere.
Terzo è La torre maledetta dei Templari, ambientato nel 1302. In crisi finanziaria, il Bello fa coniare una pesante e contestata moneta. Il pontefice vuole scomunicarlo, sospettandolo di adottare arti oscure, i Templari avrebbero le risorse per saldare i pesantissimi debiti francesi, ma non sono disposti a condividere la misteriosa fonte della loro ricchezza.
La mano felice di Barbara Frale spingerà verso il successo anche questo quarto episodio, in cui scandisce i capitoli come le mosse di una partita a scacchi.
Pagine e pagine d’azione, sorprese e sentimenti forti. Un’autrice che non sbaglia un passo, come solo i grandi sanno fare ed esalta atmosfere lugubri, intrighi nella Roma papale del 1302, insidie in una Parigi insanguinata da un assassino vendicatore.
È un’altra corsa nel mistero, in vicende angosciose, malefiche, demoniache.
Angosciose, come il vuoto che si allarga intorno a Dante Alighieri, esule a Roma, evitato da tutti per le simpatie ghibelline politicamente più che scorrette: colpevoli. È ospite di Crescenzio Caetani, nipote di papa Bonifacio VIII e unico amico rimasto al poeta fiorentino, dopo la morte dello stilnovista Guido Cavalcanti.
Malefiche, come la giustizia alternativa esercitata dal bandito Lanius nella capitale francese.
Il comandante delle guardie reali, barone Galard, scopre l’ennesimo cadavere lasciato dal feroce giustiziere in una notte di caccia. È di un chierico e docente alla Sorbona, noto per le invettive contro la monarchia e certe voglie innominabili, è accasciato contro la porta sinistra della cattedrale gotica sull’Ile de la Cité. Seduto a gambe larghe, il cranio sfondato, il collo spezzato, gli occhi sbarrati:
una brutta bambola rotta.
Demoniache, come le mano alla quale la leggenda sono attribuite le straordinarie porte di Notre Dame. Si vuole che il fabbro Biscornet, incapace di portare a termine il lavoro, abbia stretto un patto col diavolo, forgiando l’opera maledetta in una sola notte. Sulla porta sinistra, Galard trova infisso un dardo di balestra, che regge un sacchetto di seta spessa, con all’interno una piccola reliquia umana e all’esterno lo stemma del papa.
Se una freccia è conficcata sul portale con un macabro avvertimento al re, un anellino d’oro, stretto alla treccia di una donna molto giovane e nobile, rivela allo sgomento vescovo Montifort che i capelli appartengono alla nipote di Bonifacio.
Cosa le hanno fatto?!
Una porta altissima tormenta i sogni di Dante, completamente nera, sormontata da un’iscrizione indecifrabile. secondo l’interpretazione di Arnaldo da Villanova, è quella dell’Inferno. Il poeta toscano, il re francese, la regina, altri eminenti e importanti personaggi, sono coinvolti e sconvolti, a Roma e Parigi.
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