

Madelaine prima dell’alba
- Autore: Sandrine Collette
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: E/O
- Anno di pubblicazione: 2025
Una fiaba nera, un racconto atroce, il romanzo Madelaine prima dell’alba della scrittrice francese Sandrine Collette, vincitrice del Prix Goncourt de Lycéens nel 2024, tradotto nel 2025 per E/O da Alberto Bracci Testasecca. Un testo che durante la lettura ha bisogno di una pausa, tanto è terribile la storia che viene raccontata: una vicenda che sa di verità, di fame estrema, di un clima impossibile nel villaggio francese di La Foye, abitato da pochi contadini affamati prigionieri di una famiglia potente e spietata, che subiranno una sorte atroce.
Due sorelle gemelle, Ambre e Aelis, belle e giovani, spose a due uomini, Eugène e Léon. Una coppia ha i figli, l’altra no. Si massacrano di lavoro per strappare qualcosa alla terra arida e poco fertile, gravata com’è da inverni gelidi ed estati roventi, facendo lavorare anche i ragazzini, appena sono in grado di mettere mano agli attrezzi. C’è una donna anziana, Rose, una sorta di esperta di erbe e unguenti, che ha un cane, Bran; nella prima parte del libro è il cane che parla, e scopre insieme alla padrona una bambina lacera e affamata, selvaggia e ribelle, di cui non si conosce la provenienza. La ragazzina si ambienta, si lega a tutti, viene affidata alla donna che non ha figli e di cui diventa la vera figlia; coraggiosa, intraprendente, intelligente, diventa inseparabile con i cugini Germain, Artaud, Mayeul. Lavorano sodo i quattro ragazzi, ma la piccola Madelaine, così la chiamata la madre Ambre, ha un coraggio e una forza non comuni: si costruisce un’ascia affilata, che porta sempre con sé e usa con forza ed estrema perizia, e questo oggetto sarà molto importante nel seguito della narrazione, diventando il motore delle drammatiche vicende sanguinose che concludono la storia.
Ma quello che è davvero straordinario in questo romanzo è l’uso della lingua, raffinata, precisa, affilata. Man mano che scorrono le pagine del pur breve romanzo, veniamo catturati dall’incisività delle descrizioni, dall’ampiezza dei periodi con cui la scrittrice ci mette di fronte a una storia che si fa sempre più atroce; il gelo assoluto nel quale questi contadini sono costretti a vivere per molti mesi, incapaci di riscaldarsi, mentre i granai sono vuoti, le provviste si esauriscono, la fame fa tremare i denti, assottiglia le membra, confonde i pensieri, fa scaturire rabbie e violenze inconcepibili. La morte si porta via i più fragili, nell’indifferenza degli altri: meno bocche da sfamare, più speranza di riuscire a sopravvivere. Poi c’è il pericolo che incombe su tutti: il Figlio pazzo del padrone, che attraversa a cavallo i villaggi stuprando le donne che non sono riuscite a sfuggirgli, e non c’è difesa contro questo ennesimo sopruso che umilia una popolazione già stremata.
La piccola Madelaine, in questo contesto senza speranza, porta la sua giovane e coraggiosa personalità a scompaginare l’ordine e la rassegnazione. Il finale, decisamente noir, della storia mette i brividi per il suo crudo realismo, ma altresì fa riflettere su una condizione sociale; sembra di essere fuori dal tempo, presumibilmente a fine Ottocent, o poco dopo, e l’Europa mostra un società feudale, cattiva, prevaricante, senza speranza di riscatto. Uomini e animali vivono fianco a fianco; quando finiscono i cereali si mangiano gli animali, tutti, non solo i commestibili ma anche topi, insetti, tutto per placare il morso della fame e vivere un altro giorno.
Sandrine Collette descrive il bosco, gli anfratti, le notti gelide, le fattorie e le stalle deserte di uomini e animali, deserte di sentimenti e di calore, in un mondo di uomini e donne imbarbariti dagli stenti, dalle fatiche, dalla fame perenne, dalle perdite assurde, dalle ferite irrisarcibili. La morte viene descritta come ineludibile, forse l’unica via di salvezza per gente condannata a una vita che non può dirsi umana. L’unico affetto è quello di Madelaine per i cugini dai quali non vorrebbe separarsi, l’unica famiglia che sente come calda dentro di sé. Pagine dure, altre commoventi, in una storia impressionante ma raccontata con maestria letteraria notevole.

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