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Recensioni di libri

Lunedì mi innamoro di Enrico Fovanna

Giunti, 2023 - Enrico Fovanna scrive di un’amicizia realmente accaduta. Un romanzo ben scritto, emozionante e pieno di cose, pieno di atmosfere, di stati d’animo lieti e umbratili.

Vincenzo Mazzaccaro
Vincenzo Mazzaccaro Pubblicato il 08-02-2023
Lunedì mi innamoro

Lunedì mi innamoro

  • Autore: Enrico Fovanna
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Giunti
  • Anno di pubblicazione: 2023

Lunedì mi innamoro (Giunti, 2023) di Enrico Fovanna racconta un’amicizia tra due ragazzi. La narrazione presto prende strade sterrate, inusuali, tanto che a fine libro lo scrittore si troverà a dire, suo malgrado, ma era davvero quello che volevo scrivere? Ed è un bene che risponda di no, significa che la Letteratura ha fatto il suo corso.
Anche perché il tema affrontato, un’amicizia tra ragazzi ai tempi dell’università, è una strada così battuta da tanti, troppi scrittori, da risultare l’ennesimo tentativo di fare rivivere una cosa passata da anni. Enrico Fovanna invece riesce nell’impresa di raccontarci un’amicizia molto sentita, bella, senza confusione. Fosse stato uno scrittore più giovane avrebbero gridato allo scandalo i politicamente corretti, una amicizia dove non c’è stato nemmeno un bacetto, oppure un ti amo detto da ubriachi? Ma allora che storia è? Semplicemente un’amicizia nata nei primi anni Ottanta del secolo scorso, dove l’amicizia era solo un sentimento di condivisione, non d’amore, tranne alcune eccezioni.

Il protagonista è Giorgio, che è stato un ragazzo negli anni Ottanta. Molto confuso inizialmente su quale strada prendere dopo la fortunata ammissione al collegio Fraccaro, a Pavia, si è iscritto alla facoltà di Economia e commercio. Soprattutto per la promessa segreta di trovare subito un lavoro; in realtà si vedeva più iscritto a Lettere, perché il suo sogno era fare il giornalista, lavoro che del resto piaceva a tanti, ma all’epoca dovevi impegnarti seriamente, perché non c’era ancora Internet né gli smartphone dove scrivere commenti sui social basta per percepirsi come “scriventi” senza redazione.
Giorgio è un ragazzo d’oro, socievole, bravo, di quelli che ai miei tempi si diceva “deve per forza sposarsi per farlo”. In effetti era una frana, in quattro anni le sono piaciute solo tre ragazze, iniziando con la cosiddetta Indiana, perché sembrava tale, una squaw, mentre l’amicizia coi ragazzi gli veniva più naturale, spontanea. Durante gli anni universitari conosce Febo, l’amico con cui vorresti stare sempre, che purtroppo è morto.

Il romanzo inizia proprio nel 2010, quando arriva con una foto di Febo, una richiesta di amicizia sul social più vecchiotto, Facebook.
Giorgio sa bene che non può essere l’amico, ma inizia a fare delle indagini con i pochi compagni universitari che ancora frequenta. Ora lavora nella redazione del giornale Il Giorno, quello che desiderava, e conduce una vita che nemmeno in convento le suore. Non è proprio un giornalista cool che ha una bella in ogni bar, anzi ora è pure invecchiato e non ha neanche una app di incontri sul computer.

Se dovessimo scegliere le parti del romanzo che sembrano più centrate e belle sono quelle ambientate negli anni Ottanta. Quelle, invece, ambientate nel 2010, di ricerca e di aiuto per capire chi si nasconda dietro il volto di Febo, sono abbastanza tristi, onestamente. Mentre tutto quello che accade nel collegio è invece una scrittura piena di vita, perché Giorgio incontra degli amici adatti a ogni occasione. Quelli con cui parlare di ragazze e quelli con cui giocare a poker.
In realtà, Febo, lo vede meno rispetto agli altri studenti, ma è l’amico che ti dice che ascolti musica orrenda e ti passa le sue cassette; è quello che ti dice cosa devi leggere e magari lui non lo ha fatto, ma soprattutto ti apre il mondo dei film d’essai, dove impari ad apprezzare i film di Fassbinder. È l’amico che ti migliora, che la sa lunga, che è naturalmente affascinante, il tipo che potrebbe avere una ragazza diversa ogni sera.

Li abbiamo avuti in tanti amici simili, chi scrive ne ha avuti due così, quelli che se non vedi e non senti per una settimana stai già pensando a un modo molto indolore, per smettere di vivere. E, uno dei due, immancabilmente faceva uso di eroina ed era il nostro favorito. Come lo è Febo per Giorgio, quello che purtroppo non sai come aiutare.
Chiaramente la persona che sta dietro a Febo, nel 2010, non è mai stata nominata in questa trama, ma l’avevamo già capito dal nome: poteva essere solo qualcuno che lo conosceva benissimo.

Quindi Lunedì mi innamoro è un romanzo che si presenta anche come thriller e lo fa bene, ma senza la presunzione di chi la sa lunga. Enrico Fovanna non pare interessato alla letteratura di genere. Non mi pare.
Ecco perché ci permettiamo di capire chi c’è dietro la foto di Febo nel profilo social, dopo poche pagine. Il resto è ben scritto, un romanzo emozionante pieno di cose, pieno di atmosfere, di stati d’animo lieti e umbratili, Pavia o della vita nei piccoli paesi dove si conoscono tutti o dei ricordi di quando tuo padre ti portava con lui a pescare, che non aveva molto da dirti, perché i gesti erano più veri di mille parole.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lunedì mi innamoro

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Intervista a Enrico Fovanna, in libreria con “Lunedì mi innamoro”

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