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Recensioni di libri

Le luci di settembre di Carlos Ruiz Zafòn

"Le luci di Settembre", scritto nel 1995, è il terzo ed ultimo romanzo appartenente alla trilogia di Zafòn che grazie a "L’ombra del vento" è riuscito a ritagliarsi una notevole e varia fetta di pubblico anche in Italia...

Sandra Martone
Sandra Martone Pubblicato il 27-05-2011

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Le luci di settembre

Le luci di settembre

  • Autore: Carlos Ruiz Zafon
  • Casa editrice: Mondadori
  • Anno di pubblicazione: 2011

"Quanti ricordano la notte in cui morì Armand Sauvelle giurano che un lampo purpureo attraversò la volta del cielo, tracciando una scia di cenere ardente che si perdeva all’orizzonte; un bagliore che sua figlia Irene non potè mai vedere, ma che avrebbe stregato i suoi sogni per molti anni."
(Carlos Ruiz Zafòn - Le luci di Settembre)

Carlos Ruiz Zafòn scrisse la trilogia della nebbia agli inizi degli anni ’90, sottolineando lui stesso in una lettera introduttiva che i volumi erano destinati prettamente ad un pubblico di giovani lettori.

"Le luci di Settembre", scritto nel 1995, è il terzo ed ultimo romanzo appartenente alla trilogia di Zafòn che grazie a "L’ombra del vento" è riuscito a ritagliarsi una notevole e varia fetta di pubblico anche in Italia dopo l’enorme successo avuto in Spagna.
La grandezza di Zafòn sta nella sua scrittura immersiva, trascinante, in un’immensa capacità descrittiva che in questo romanzo, anche grazie alle ambientazioni, trova il suo apice e nel saper dar vita a personaggi estremamente coraggiosi e straordinariamente umani.

Le vicende raccontate in "Le luci di Settembre" si svolgono nel 1937 tra Parigi, città da dove Simone Sauvelle dopo la morte del marito scappa con i suoi figli Irene e Dorian per sfuggire ai debiti, e le coste della Normandia, con il loro paesaggio sublime e tragico, dove i protagonisti della storia sembrano inizialmente poter ricostruire la loro vita almeno finché la morte di Hannah, cuoca della casa dove Simone ha trovato lavoro come governante, non apre un mistero.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le luci di settembre

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Commenti: 1

  • Paoletta
    30 settembre 2013, 15:11

    Settembre è un mese in bilico. I giorni sereni dell’estate cominciano a pulsare delle preoccupazioni autunnali.
    "Le luci di settembre" racconta una storia in bilico: Parigi, stanza d’ospedale, inverno 1936. Sono gli ultimi istanti di vita del padre della protagonista, Irene; sono gli ultimi giorni a Parigi della famiglia Sauvelle; sono gli ultimi momenti di pace prima che la Grande Guerra sconvolga l’Europa.
    Settembre è un mese in bilico. Non più estate, non ancora autunno.
    "Le luci di settembre" racconta la storia di bambini in bilico, pronti a diventare uomini e donne di grande coraggio. Irene e suo fratello Dorian a Cravenmore toccheranno con mano tutto ciò che la fantasia può immaginare e costruire, ma conosceranno anche il dolore e la morte. Pagina dopo pagina i due fratelli abbandoneranno il mondo ovattato dell’infanzia, per addentrarsi tra le luci e le ombre (e i segreti!) dell’età adulta.
    Settembre è il mese in cui la luce corre, in bilico tra grigie giornate e tramonti mozzafiato.
    "Le luci di settembre" è, prima di tutto, una storia d’amore:precario e assoluto, come solo il primo amore può essere. Il romanzo è in bilico tra due lettere: quella di Ismael, da cui sgorga un romanzo fatto di ricordi, e quella conclusiva di Irene, che getta ponti di promesse di vita futura. L’amore permea ogni pagina del libro: c’è la magia del primo amore tra i due ragazzi, a turno un po’ Ulisse e un po’ Penelope, che vivono le loro vite, sfidando la Storia, e si aspettano per un decennio; l’amore tragico e senza speranza di Lazarus Jann; l’amore ambiguo della madre di Irene, sospesa tra il marito morto e lo strano datore di lavoro Lazarus. Infine c’è l’amore per l’avventura, la fantasia e la vita che da "Peter Pan" a Zafòn fa volare noi lettori nell’universo dei libri.
    "Le luci di settembre" è l’ultimo libro per ragazzi scritto da Zafòn prima di dedicarsi agli adulti. L’intreccio è ancora semplice, ma lo scrittore strizza già l’occhio alle atmosfere più cupe del "Gioco dell’angelo". Come lettrice ho adorato e letto più volte "L’ombra del vento", questo libro è molto meno maturo e appassionante: troppe ripetizioni (la parola "cattedrale" ricorre un centinaio di volte); marionette e fantasmi, ci sono anche un po’ a sproposito; forse un po’ troppo spesso il climax non porta a un vero e proprio colpo di scena. Tuttavia, questo libro va letto per la pasta luminosa con cui è composto: precaria ma, nello stesso tempo, assoluta.
    Questo forse (più di "Marina" o "Il palazzo della mezzanotte") è il romanzo iniziatico per entrare nel "Cimitero dei libri dimenticati".

    "Da quella notte ho saputo che un giorno, non importava quando, sarebbe giunto il nostro momento. Che in un luogo lontano le luci di settembre si sarebbero accese per noi e che, stavolta, non ci sarebbero più state ombre sulla nostra strada.
    Stavolta sarebbe stato per sempre."

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