Le creature del buio
- Autore: Stephen King
- Genere: Horror e Gotico
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sperling & Kupfer
“Iernotte a tarda ora,
I Tommyknocker, I Tommyknocker,
hanno bussato e oggi ancora.
Vorrei uscire ma non so se posso,
Per la paura
che m’hanno messo addosso”.
Una filastrocca, semplice, popolare, di quelle che si canticchiano sottovoce, sotto le coperte di sera, pensando che per qualche strano motivo possa evocare chissà cosa da chissà quale mondo. Parole che di certo spaventano i bambini, ma che non spaventano gli adulti… o almeno non dovrebbero. Ed è proprio un’ adulta, Roberta, detta “Bobby”, Anderson a dar vita a questa filastrocca semplicemente inciampando un giorno nel bosco nei pressi di casa sua, ai confini di Haven, in qualcosa di indefinito, di quasi totalmente sepolto, e di mortalmente pericoloso.
La curiosità trasformatasi in ossessione, impedisce a Bobby di ragionare, di mangiare, di dormire, fino a quando non capisce in cosa si è imbattuta.
A nulla valgono i moniti del suo amico John Gardener (“Gard”), scrittore, ubriacone, visionario ma che, grazie alla sua testa dura, letteralmente più dura visto che ha dentro di essa una placca di metallo impiantata, riesce a percepire prima di tutti che la situazione sta cambiando, che Haven sta mutando, che Bobby sta mutando. Più Bobby scava, più Haven muta. Più Haven muta, più i Tommyknocker si avvicinano, e di certo non per un’offerta di pace. L’aria di Haven diventa greve, pesante, venefica, ma solo per chi rimane com’è.
A “Loro” però piace quest’aria, sopravvivono in quest’aria, come scorpioni nel deserto, anche i “nuovi haveniani”, quelli senza denti e capaci di leggersi nel pensiero, vogliono il caldo torrido e aria di fiele. E a nulla servono le incursioni esterne di un giornalista ficcanaso o quelle interne, di un nonno tenace, convinto che il nipote sia ancora vivo ma chissà dove a causa dei Tommyknocker. Strane morti, strani accadimenti, strani congegni cambiano Bobby, cambiano tutta Haven. Ma in nome di cosa? In nome di quale progresso? Ma soprattutto, in nome di chi?
Con “Le creature del buio” Stephen King ancora una volta scrive non un libro ma un viaggio all’interno di questo fantastico e oscuro cambiamento, e lo fa magistralmente, come lui ci ha abituati, indagando la paura umana dell’ignoto ma anche la morbosa curiosità che ci spinge oltre ogni limite consentito. La psicologia e la vita dei personaggi e della cittadina sono approfondite sapientemente, a volte fin troppo, rischiando di tediare un po’ il lettore che vorrebbe un po’ più di azione. Un libro che trova lapalissiane somiglianze con “The Dome”, ma che diversamente da questo scarseggia in azione a favore dell’introspezione. Non lo considero un capolavoro, né uno dei suoi migliori libri, ma è comunque una lettura molto piacevole, a volte solo un po’ lenta.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le creature del buio
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