Le ciccione lo fanno sempre meglio
- Autore: Caterina Cavina
- Casa editrice: Baldini+Castoldi
- Anno di pubblicazione: 2013
Sono passati cinque anni da quando Alice, protagonista de “Le ciccione lo fanno meglio”, è partita sgommando verso la sua nuova vita. Adesso l’autrice Caterina Cavina ha pubblicato il sequel della sua storia, che promette di appassionare i lettori ancora più del primo capitolo. “Le ciccione lo fanno sempre meglio” (Baldini & Castoldi, 2013) è un sequel abbastanza atipico, che ha il grande pregio di poter essere letto anche come romanzo a sé stante, prescindendo dal precedente libro. Merito di uno sviluppo intelligente che non ancora l’azione a quanto successo fino a quel momento, ma allo stesso tempo evoca, con brevi e mirate informazioni, i personaggi e le situazioni che Alice si è lasciata alle spalle. Il motivo principale per questo è però che la vita di Alice, anche se in apparenza rivoluzionata, in realtà non si è mossa di un centimetro.
L’automobile della fuga, “scippata” alla bella e amata sorella Giorgia, diventa una metafora della vita di Alice, che la parcheggia su una spiaggia, la usa come alcova per sesso senza senso e senza partecipazione, l’abbandona lasciando che chiunque la riempia di sporcizia e infine la recupera quando decide veramente di cambiare. Nello scappare, Alice arriva infatti in riva al mare: è libera, ma non ha niente. Cosa sa fare, per sopravvivere? Sesso. Inizia a prostituirsi, forte dell’attrazione che gli uomini provano da sempre per il suo corpo enorme e burroso, facendo dell’automobile la propria casa, fino a che non le capita l’occasione di proporsi come barista in un locale poco lontano. “La strega del mare” è un bar gestito da tre drag queen, che, dopo l’iniziale perplessità nel trovarsi di fronte una donna, vengono conquistate dalla sua “stranezza” e la assumono. Alice si immerge così in un mondo atipico, fatto di gay, transessuali, etero curiosi o semplicemente gay ipocriti e, avvolta nei costumi che le datrici di lavoro (”le lelle”, come le chiama lei) le forniscono, diventa la vera regina del locale. Accanto a lei, la presenza invadente di uno strano angelo custode, il suo ex Bietola, morto tragicamente e costretto a vegliare su di lei finché non l’avrà sistemata, pena il non riavere il proprio sesso. In una ridda di bramosie e desideri passeggeri, arriva lo spacciatore dal cuore d’oro, l’uomo che si innamora veramente di lei. Alice lo accetta all’inizio forse per curiosità, poi per abitudine, senza riuscire a costruire, malgrado la convivenza, un vero rapporto. Tutto viene sconvolto dall’altro: bello, ricco, famoso, ufficialmente etero, si attacca ad Alice perché incuriosito e perché una storia con una “cicciona fortunata” è quello che ci vuole per garantirgli un rilancio di popolarità. Alla sua proposta di matrimonio, il volto cinico di Alice decide di distruggere il rapporto con il vero fidanzato per legarsi a un amore di facciata con chi, in realtà, non è altro che un’amica con la quale parlare di vestiti e uomini. La coppia finisce sui media e Alice recita la parte della cicciona che si accetta, ben sapendo che non è così, ma anche che perdere qualche decina di chili non risolve i problemi di nessuno. Ridotta a fenomeno da baraccone, a simbolo di chi “può farcela anche se…”, Alice si incaglia negli agi mentre la sua cerimonia terribilmente kitsch si avvicina…
Avviso ai lettori: Alice è tutto meno che un personaggio rassicurante. Alice è cinismo, squallore, problemi irrisolti, ma è anche sorriso, grinta, voglia di farcela. Caterina Cavina scrive senza peli sulla lingua, ma anche senza il minimo compiacimento: solo con la voglia di rappresentare una realtà.
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