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Recensioni di libri

Le api d’inverno di Norbert Scheuer

Neri Pozza, 2021 - Un apicoltore che trasporta segretamente fuggitivi ebrei al confine con il Belgio, nascondendoli dentro appositi alveari; un personaggio intenso e incisivo, un uomo mite, che mette in gioco la propria vita aspettando che torni la pace nel piccolo mondo nel quale vive.

Alessandra Stoppini
Alessandra Stoppini Pubblicato il 25-01-2021

6

Le api d'inverno

Le api d’inverno

  • Autore: Norbert Scheuer
  • Genere: Romanzi e saggi storici
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Neri Pozza
  • Anno di pubblicazione: 2021

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Nella collana “Bloom” Neri Pozza pubblica Le api d’inverno (2021, titolo originale Winterbienen, traduzione di Chiara Ujka) dello scrittore tedesco Norbert Scheuer, romanzo ambientato nella Germania nazista.
Dal diario di Egidius Arimond:

“Mi guadagno da vivere vendendo i prodotti del miele, come candele di cera d’api, vino e liquore ai piccoli negozi della zona o nei mercati”.

Germania. Inverno 1944. Egidius viveva in una cittadina di minatori sulle sponde di un fiume che serpeggia attraverso paesaggi solitari e frastagliati, una zona di piccoli villaggi in mezzo a prati magri, foreste di abeti rossi, faggi e pini che si estendono fino al confine con il Belgio. Un antenato di Arimond, un monaco benedettino di nome Ambrosius, viveva nel vicino monastero e allevava api. Innamoratosi di una giovane contadina, Ambrosius nel 1492 aveva lasciato il monastero e si era fatto una famiglia in uno dei villaggi di montagna. Da questa unione nacque la prima generazione degli Arimond. Sulle sponde carsiche dell’Urft, gli antenati di Egifius avevano lavorato come apicoltori e agricoltori, solo suo padre aveva lavorato nella vicina miniera di piombo, pur continuando ad allevare le api. Come scriveva Egidius nel diario:

“Io sono il primo della nostra famiglia ad aver ambito a una formazione accademica e a essermi allontanato per lungo tempo dall’altopiano dell’Eifel per i miei studi”.

Dopo la morte della madre, Egidius era tornato a casa accettando una cattedra presso il liceo locale, aiutando allo stesso tempo il padre nell’apicoltura. Dopo essersi dimesso dalla professione di insegnante, Egidius si occupava delle api conducendo per suo interesse ricerche sull’antenato benedettino. Egidius si guadagnava da vivere vendendo i prodotti del miele, ma c’era un altro lavoro che compiva in quel gelido inverno del 1944. Per procurarsi i medicinali per combattere la leggera epilessia dalla quale era afflitto, Egidius trasportava segretamente fuggitivi ebrei al confine del Belgio, nascondendoli dentro i suoi alveari, costruiti appositamente per questo scopo.

“Il compito delle api che sono in vita durante l’inverno consiste nel mantenere al caldo la nuova generazione di larve in attesa della primavera, proteggerle e nutrirle, e salvaguardare così la sopravvivenza della colonia”.

Un uomo che viveva solo con le sue api (“mi capiscono e non mi tradiranno mai”) e compiva una serie di missioni pericolose sotto gli occhi dei nazisti, portando al confine pochi fuggitivi, perché negli ultimi anni la via di fuga era diventata sempre più pericolosa. Forse Egidius Arimond non aveva mai letto la frase scritta nel Talmud, testo sacro dell’ebraismo:

“Chi salva una vita salva il mondo intero”.

Un personaggio intenso e incisivo, un uomo mite, che mette in gioco la propria vita aspettando che torni la pace nel piccolo mondo nel quale vive. Appare quanto mai stridente il contrasto tra la leggendaria laboriosità delle api e chi invece con violenza e arbitrio quasi sembra divertirsi a distruggere e a uccidere per folle sete di potere e dominio.

“Mio padre allevò fino alla sua morte più di centotrenta colonie di api, e io al momento ne ho ancora ottanta, tutte discendenti dalle sue. Forse le nostre api discendono dalle colonie di Ambrosius, e forse io non possiedo affatto le api, ma sono loro a possedere me; forse siamo tutti, api comprese, parte di un misterioso organismo immortale e spietato”.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le api d’inverno

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Commenti: 1

  • Roba
    3 agosto 2021, 11:14

    Neri Pozza editore, 2021 – Egidius Arimond è un discendente di tale Ambrosius Arimond, monaco benedettino vissuto alla fine del XV secolo, allontanato dall’ordine per una relazione con una popolana con cui ha poi vissuto il resto della sua lunga vita. Si è fatto una famiglia e ha praticato l’agricoltura ma, soprattutto, l’apicoltura che ha tramandato ai suoi discendenti. Il protagonista ne è l’ultimo discendente a continuare la tradizione con l’allevamento di una specie particolare di ape domestica: l’apis mellifera carnica, introdotta nella regione nel tardo medioevo per le sue proprietà superiori all’ape nera locale. Il tutto si svolge a Kall, un comune sul fiume Urft, nella regione della Eifel, nel Nord-Ovest della Germania (Renania Settentrionale-Vestfalia), ai confini col Belgio.
    Il racconto di Norbert SCHEUER Le api d’inverno (Neri Pozza editore 2021, traduzione di Chiara Ujka) è una ricostruzione romanzata dall’autore che riferisce di aver ricevuto il diario del protagonista, scritto tra il gennaio del 1944 e il 24 maggio del 1945. Contiene le sue annotazioni sulla coltura delle api e sulle sue vicissitudini amorose nello sfondo della cronaca della Seconda Guerra Mondiale, nonché il suo lavoro di traduzione di manoscritti medievali di Ambrosius Arimond.
    Il protagonista e un ex docente affetto da epilessia e perciò ritenuto geneticamente “tarato” dall’eugenetica nazista. Per tale motivo non è stato arruolato ma non è stato nemmeno eliminato solo perché il fratello maggiore Alfons è un pilota d’aviazione pluridecorato, eroe della Luftwaffe. Vive le sue avventure sentimentali alternandole all’apicoltura lontano dalla guerra che, tuttavia, mantiene la sua presenza come un’ombra impellente chiamando al fronte uomini di tutte le età, restituendoli feriti, mutilati o anche solo tramite annuncio funebre. Con l’avanzata delle Forze alleate, però, la guerra si avvicina sempre più e non lascia scampo a nessuno quando i civili diventano obiettivi dei bombardamenti. I civili diventano così bersagli e vittime dei militari, sia amici che nemici, tra azioni militari, rappresaglie e semplici sfoghi di violenza. La guerra degrada e le azioni violente diventano sempre più finalizzate solo all’esercizio della forza e della sopraffazione.
    L’apicoltura è al centro e una costante del racconto, con spiegazioni puntali anche tecniche approfondite. Il titolo Le api d’inverno differisce leggermente da quello originale (“Winterbienen”, ovvero “le api invernali”) e fa riferimento al fatto che durante l’inverno le api lavorano solo per la sopravvivenza dell’alveare. Nell’alveare, le api hanno dei ruoli differenti e durante l’inverno vi sono delle api che si occupano unicamente di mantenere il clima (temperatura e umidità) adatto alla sopravvivenza della comunità. Queste api “invernali” hanno solo tale funzione e vivono dall’autunno alla primavera (ca. 8 mesi), per poi morire lasciando spazio alle bottinatrici (che vivono solo poche settimane). Le informazioni tecniche e storiche sull’apicoltura (es. sull’origine, sulle malattie, sui parassiti, sull’allevamento, sui pollini, sulla comunicazione tra le api) sono ricche e bene integrate nella narrazione senza apparire stucchevoli o noiose. Innegabile l’allusione di alcuni riferimenti al contesto storico. Alla fine, le api diventano vittime come la popolazione della guerra, anche dopo l’armistizio.

    Norbert SCHEUER (Prüm 1951) è uno scrittore tedesco contemporaneo. Dopo una formazione ingegneristica, ha studiato filosofia. Tra il 1999 e il 2019 ha pubblicato più di una dozzina di opere e gli sono stati riconosciuti svariati premi letterari. Vive nella regione della Eifel (Renania Settentrionale-Vestfalia). Al romanzo Le api d’inverno (“Winterbienen”), pubblicato in tedesco nel 2019, è stato conferito il premio Wilhelm-Raabe e il premio Evangelischer Buchpreis.

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