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Recensioni di libri

La ragazza del convenience store di Murata Sayaka

Edizioni E/O, 2018 - Furakura Keico, una commessa che ama il suo lavoro, introversa, non sposata, lontana dalle relazioni maschili. Tutto cambia quando arriva un nuovo collega che Keiko deciderà di ospitare a casa sua.

Elisabetta Bolondi
Elisabetta Bolondi Pubblicato il 05-09-2018

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La ragazza del convenience store

La ragazza del convenience store

  • Autore: Murata Sayaka
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: E/O
  • Anno di pubblicazione: 2018

Giovanissima l’esordiente scrittrice giapponese Murata Sakaya, autrice del romanzo La ragazza del convenience store, un testo a dir poco innovativo per la caratterizzazione del personaggio protagonista, una commessa di un negozio di catena a Tokyo, un convenience store aperto 24 ore. La trentaseienne Furakura Keico, che non è sposata, non ha relazioni maschili, non frequenta molto la famiglia, non ama neppure il figlio appena nato di sua sorella, vede saltuariamente le ex compagne di scuola, dalle quali si sente giudicata perché non ha un vero lavoro promettente né sta progettando una famiglia tradizionale.
Gli stereotipi del modello sociale giapponese esulano dalla vita di Keico, introversa, solitaria, che ha un vero solo interesse, una sorta di vocazione: da oltre 18 anni lavora part time in un “konbini ”e il mondo interno di quel negozio è la sua vera ragione di vita.
È abilissima, conosce a menadito i suoi compiti, i ritmi ossessivi e ripetitivi di quel microcosmo fatto di gesti sempre uguali, fatti a ritmo incessante per compiacere in ogni momento una clientela abituata a standard performativi che non prevedono eccezioni o cambi di programma: i cibi in offerta speciale, le bevande fresche, gli espositori puliti ed impeccabili, il personale in divisa, puntuale, servizievole, entusiasta. Una sorta di missione alla quale Keiko si è votata.

Quando nel negozio viene impiegato un uomo fuori delle regole, troppo alto, troppo magro, troppo indolente, che nel negozio avrà breve vita professionale, Keiko improvvisamente decide di ospitarlo nel suo modestissimo monolocale, dove lui si installa sfruttandola da vero parassita. Il libro è un sorpresa per la originalità dell’ambiente descritto, per i sentimenti stravaganti che vengono evocati, per la singolarità di un modello sociale lontano dal nostro. Mi ha colpito l descrizione del breefing mattutino che il direttore del negozio tiene ogni mattina ai commessi: una sorta di invito alla battaglia, con un grido di entusiasmo che tutto il personale emette per accogliere degnamente i clienti:

Schierati in riga, ci fecero ripetere a uno a uno, numerose volte, Irasshaimase, Irassahimase!, la schiena ben dritta e gli angoli delle labbra sollevati in un leggero sorriso, esattamente come sul poster. …..Okamoto, sorridi come si deve, mettici più convinzione! Aizaki, non riesco a sentirti. Voce, Voce!.....Bene Furukura, ottimo! Così, così, con entusiasmo!

Il ruolo delle donne, o madri, o mogli, o in carriera, viene smentito dalla outsider Keiko, una ribellione silenziosa e pacata, una dedizione totale ad un luogo, il konbini, che le assomiglia e che la gratifica: ci si chiede se la vera asociale nevrotica sia lei, o piuttosto tutte le altre donne descritte dal romanzo, che interpretano una parte prestabilita da una società che appare nel complesso fredda e disumana.
Traduzione efficace di Gianluca Coci, che propone anche un apparato linguistico e storico che facilita la lettura di un romanzo che descrive la evoluzione del modello di vita giapponese sin dalle sue origini, l’epoca Jomon, remota, che viene ripetutamente citata nelle pagine del libro.

La ragazza del convenience store

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La ragazza del convenience store

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