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Recensioni di libri

La più amata di Teresa Ciabatti

Mondadori, 2017 - Una famiglia ricchissima, patrimoni innumerevoli, amicizie altolocate; una moglie insoddisfatta, due figli viziati e abituati al lusso: l’autobiografia vera, con qualche invenzione, della famiglia Ciabatti.

Vincenzo Mazzaccaro
Vincenzo Mazzaccaro Pubblicato il 11-03-2017

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La più amata

La più amata

  • Autore: Teresa Ciabatti
  • Genere: Storie vere
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Mondadori
  • Anno di pubblicazione: 2017

I Ciabatti di Orbetello, protagonisti de “La più amata”, sono una famiglia ricchissima: non solo una villa con undici bagni e una piscina hollywoodiana ma case di proprietà sparse per tutta la cittadina, in più case anche a Grosseto, vicino a Orbetello. Forse cento ettari e più. Non si possono contare i conti correnti aperti in Italia e in Svizzera. Una famiglia che va oltre l’alta borghesia, una aristocratica messe di persone in una Italia Repubblicana.
Il padre di Teresa Ciabatti, Lorenzo, è il primario dell’ospedale di Orbetello, ha contatti con tutti, fuma quattro pacchetti di sigarette al giorno è

“massone, ateo, tirchio, fascista”.

Alle feste c’è anche Licio Gelli (ma proprio lui? Pare di sì) che arriva con una spider gialla. Lorenzo ha frequentazioni di questo tipo, il suo team è composto da giovani uomini aitanti, c’è anche una dottoressa, dedita al suo lavoro coi pazienti, una certa Francesca Fabiani, con gambe bellissime, elegante nei modi, non porta il reggiseno perché non ne ha bisogno.
Lorenzo la sceglie e si sposano ma la condizione di Francesca è quella di poter continuare a lavorare in ospedale, anche se dovessero arrivare figli. Che arrivano: Gianni e Teresa.
Teresa Ciabatti è la cocca di papà, fa il bagno nella piscina americana, ha tutto: bambole che ridono e fanno versi; Teresa è contenta fino ai dieci anni. Poi diventa irascibile: è troppo grassa, troppo viziata, troppo legata al padre.
Nel frattempo Francesca Fabiani in Ciabatti lascia il lavoro per i figli, almeno questa è la versione ufficiale; la donna smette di dormire, sta male, non sopporta niente, detesta il marito in segreto e anche i figli sono una spina nel cuore.
Accetta dal marito primario di fare una cura del sonno e, a forza di dormire, si perde un pezzo di infanzia dei figli. Teresa forse non glielo perdonerà mai.

Alla morte del padre, il patrimonio sembra estinto; anzi, no: ci sono ancora dei soldi e la casa ma il resto non c’è più, gli ettari di terra e i conti correnti sono tutti estinti.
Teresa e Gianni vivono con la madre a Monte Parioli, a Roma.
Il matrimonio di Teresa è naufragato mentre il fratello si chiude in una introversa ritrosia; lei è arrabbiata con la madre, col padre morto, non si piace, non si piace nemmeno nel 2017.

“Sono una donna di quarantaquattro anni, mi chiamo Teresa Ciabatti. Ricordo, collego, invento... sono una donna incompiuta”.

La Teresa Ciabatti madre è anaffettiva con la figlia, che sta sempre con la tata moldava, una sola volta ha preparato la colazione, si sente una scrittrice che non ha avuto il successo che si meritava - ma non è vero, rispondiamo dall’esterno -.

Autofiction crudele, dove chi scrive, non ha motivo di parlare della madre di Teresa a Roma, perché sono le pagine più belle. Dico solo che c’è una pelliccia di Fendi, elegantissima, sullo sfondo.
La scrittura di Teresa Ciabatti è come la cartilagine, una volta trovate le parole, non vanno più via, ti rimbalzano nella testa e nel cuore.
Bisogna tornare a un romanzo dell’Ottocento per trama e ricchezza e, forse, Ciabatti è già un classico.

La più amata

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La più amata

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Commenti: 1

  • silvia taglia
    18 febbraio 2019, 01:05

    Acquistero’ il libro. Purtroppo, e pensare che non vado più al cinema la dom. sera per ascoltare/guardare "Le ragazze", ho visto coi miei Che tempo che fa e.. me ne sono ricordata soltanto dopo la Littizzetto. La storia di Teresa era al punto della depressione e terapia del sonno, mi parlava la mia di madre; molto interessante _spero di poter risentire da una qualche parte_ Quando poi l’autrice ha raccontato: "questa e’ una persona disturbata, dobbiamo cacciarla da scuola" e, della "raccolta di firme" m è sembrato io, stessi raccontando di me, che non ho inventato/fatto dire che ero morta, se ho ben sentito; ma,.. E, non sono stata cacciata da scuola; bensì, da casa mia [...] Raccolta di firme per anni, falsità come ad es.: "S., è un elemento pericoloso. Io, lavoro in Comune, conosco il Sindaco, i rumori molesti _mentre, era lui, l inquilino sotto_ gli assistenti sociali" Ingiurie, diffamazioni _ma e’ vero che l’ingiuria, la diffamazione,.. , in Italia non sono reato? (La Polizia di Stato) Fino a: "Ubriaca, drogata al portone" però, quale? Quello del III° piano oppure,.. ? Il dono della bilocazione come un S Giuseppe da Copertino? Era lui? O? S.ta Rita da Cascia se non ricordo male, dal sasso spicco fino in monastero Tra un po’ dovrò udire anche che mi prostituivo o prostituisco da via Risorgimento passando per v.le Patrono d’Italia 43/4A, viale Maratona fino a non so la strada e’ più turistica via Frate Elia. Mi piacerebbe conoscere "Teresa Ciabatti di Orbetello" Le devo intanto un GRAZIE per aver raccontato in televisione della malattia della mamma (non ho capito quando ha parlato di due medici, l’una vittima e.. Il padre?), delle derisioni (dal notaio, per l’atto dell’acquisto del parcheggio, tutto il condominio il soggetto su attivo più che mai, il suo amico amico amico Amm.re _che, dato che è un condòmino, sbaglio o non dovrebbe essere amministratore?_ idem, in Sala 1; a me, han fatta accomodare in Sala 2 come gli appestati, i lebbrosi. E, trattata, lasciamo cadere), del suo isolamento, la festa alla quale non si è presentato nessuno,.. etc., etc.. Un altro GRAZIE per quel suo consiglio alle ragazze finale _nel frattempo, ho dimenticato (le troppe botte prese..)_ : "... passa".

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