La persona e il sacro
- Autore: Simone Weil
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2012
In questo saggio, La persona e il sacro (Adelphi, 2012, curatela di Maria Concetta Sala, prefazione di Giancarlo Gaeta) Simone Weil parte dall’assioma che in ogni uomo e in ogni donna c’è qualcosa di sacro: siamo sacri nel nostro essere uomo o donna, le nostre braccia, il collo, la statura. Il termine “persona” è generico e facilmente equivocabile. Dalla prima infanzia alla maturità, quel preciso corpo ormai finito, ha avuto in sé una parvenza di bene, anche se dal vivo la persona specifica ha fatto anche cose moralmente discutibili o proprio brutte, porta in sé un germe di bene ed è questo bene a renderlo sacro. La corporeità, l’essere carne e sangue come Gesù sulla croce. Simone Weil ha fatto di tutto per avallare questo assioma, anche lavorando per un anno come semplice operaia, per capire se nella ripetitività e nella fatica l’uomo resta, almeno per una parte, integro.
I padroni cui piace mettere in schiavitù altre persone devono sapere che pur odiando la vita che li ha trasformati in marionette, gli schiavi mantengono un germe di bene che li rende sacri. Non è facile accettare il pensiero di Simone Weil, il suo assolutismo in una società di diritto come la nostra che di fatto ha abolito la schiavitù da secoli, ma come chiamare gli uomini e le donne nel mondo che l’estrema povertà ha reso di fatto schiavi di scelte che non avrebbero fatto mai se ci fosse stata una reale alternativa.
Nella nostra epoca gli scienziati hanno preso il posto dei sacerdoti, e talvolta gli scrittori famosi in tutto il mondo che sono una manciata, hanno un’autorevolezza che non ti aspetti e una tempra morale, ma in realtà la Weil pensa a Karl Marx o a Kant e quindi ora fa un po’ sorridere, un piccolo sorriso a denti stretti se si pensa che il dittatore Stalin giustificava le sue turpe nefandezze nel nome del Marxismo, anche i gulag pieni, a suo dire, di proprietari terrieri che non volevano dare le loro terre alla casa del proletariato.
Gli errori e gli orrori del Secolo breve, fin troppo dinamico mentre in questo millennio Simone Weil si sarebbe consumata per aspettare qualcosa che non c’è, come la speranza. Ma la studiosa Weil scrive che la persona non si sente sacra e con un escamotage linguistico aggiunge:
E il motivo che impedisce alla persona di sentirsi sacra è che effettivamente non lo è.
Aggiungere, forse, che la sacralità del corpo morto era una tradizione della Greci antica e che la filosofa deve dare maggior credito alla bontà umana. Ma sembra uno scherzo macabro o una presa in giro che la studiosa asserisse queste sue verità pochi anni prima dei campi di concentramento e della soluzione finale.
A quanti slalom linguistici ci ha costretti questa donna meravigliosa, con un cuore troppo sensibile per sopravvivere in questo pianeta, che forse ora, ma siamo nel campo delle ipotesi, forse sarebbe iscritta nel mondo magmatico del genere non binario, lei a disagio nella femminilità, e assolutamente terrorizzata dall’essere maschile, che vestiva in modo anonimo, che non si guardava mai allo specchio, sempre con la testa china sui libri.
La mistica Weil non poteva provare che disapprovazione per la parola “diritto” e anzi:
Dal momento che la nozione di diritto è estranea allo spirito greco, risulta estranea anche all’ispirazione cristiana o romana o aristotelica. È inimmaginabile un San Francesco che parla di diritto.
Diciamo che quando prevale la mistica non le manda certo a dire Simone Weil, troppo avanti rispetto al pensiero cattolico e cristiano che certo avevano superato il primo conflitto bellico e ora si apprestavano a vivere il secondo conflitto mondiale, ma senza fare proclami. La verità è che non assistette all’intero periodo della Seconda guerra mondiale, perché si ammalò e morì. “Dove c’è bellezza, c’è Dio”, diceva spesso Simone Weil, ormai diventata magrissima, tanto che qualcuno disse che la Weil non poteva fisicamente e moralmente superare un nuovo conflitto mondiale e quindi si lasciò morire di fame. Non è vero che la Weil si era arresa alla sua malattia: se digiunava era per totale mancanza di appetito ma, come mistica, sentiva sempre più reale una carezza di Gesù sul suo volto.
Piccolo libro che rivela quanto fosse complessa la mistica Weil, immersa tra studi e saggi da scrivere, ma che non dimenticò la filosofia greca e il Cristianesimo. Lei li avrebbe voluti uniti, Atene e Gesù, ma era un’impresa impossibile. Non importa che l’antica Grecia avesse modelli e comportamenti molto dissimili dal cristianesimo. Semplicemente era il concetto di “anima” che un intellettuale ateniese non avrebbe capito mai.
Libro denso di tutti i temi filosofici che poi Weil sviluppò sino alla fine della sua vita. Sono importanti questi libri “laterali”, dove si spiegano passo passo alcune verità somme della Weil, che finalmente ha trovato lettori e sostenitori. Ma sempre troppo pochi.
La persona e il sacro
Amazon.it: 6,65 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La persona e il sacro
Lascia il tuo commento