
La conta degli ostinati
- Autore: Giorgio Genetelli
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
Giorgio Genetelli, classe 1960, ha fatto il falegname prima di provarsi come giornalista sportivo, tra mestieri improvvisati e occasionali, scoprendosi scrittore. La prima opera è un romanzo (Il Becaària), ma ha scritto libri d’arte e soprattutto racconti brevi e brevissimi. La conta degli ostinati (Gabriele Capelli Editore, 2017), un libercolo tascabile di 18 racconti in 156 pagine, è stato segnalato nel 2018 dalla giuria Premio Chiara.
L’autore ticinese presenta una folla di persone molto umane inquadrandole storicamente e geograficamente in modo così preciso da renderle famigliari ai lettori che conoscono o riconoscono i luoghi e i tempi. Un lavoro fortemente introspettivo (molti gli spunti autobiografici) e riflessivo, da attento osservatore dell’animo umano. Ma, forse, in questi personaggi bizzarri, c’è qualcosa di tutti noi.
Racconti di gente comune che ricordano l’umanità di Giovannino Guareschi, di gente di montagna e valle che ricordano quelli di Mauro Corona. Gente che insegue ostinatamente dei sogni impossibili, gente che ama all’impossibile o che non riesce ad amare i propri figli, gente che cerca di sopravvivere alla propria vita o anche solo a sé stesso: la Caterina, incompresa; il Rafel, rivoluzionario, il Pedra e il Climico, innamorati persi; l’Uomo, lo scemo. Tutti uniti da una caratteristica comune: l’ostinazione nel perseguire le loro idee fino all’estremo. Ma nelle valli del Ticino non manca nemmeno un novello Don Chisciotte, non certo l’unico a farsi paladino di una causa persa, come recita il capitolo a lui dedicato
Inseguì una carriola ferma e abbandonata; si gettò in un formicaio urlando “Babele! Assaggerai il valore del mio braccio!”; si beccò un calcio da una vecchia alla quale aveva sottratto il bastone senza chiedere il permesso, poiché, diceva lui, era una velenosissima serpe in procinto di morderla mortalmente; si arrampicò su un roccia come se fosse una torre della Fortezza Bastiani, cadendo rovinosamente al’indietro in mezzo a un oceano di ortiche. Riuscì perfino a gettarsi da un ponte per agguantare una rana, scambiata per la perfida Angelica. (…) Il Panza, che in genere non capiva un cazzo di tutto quel volteggiare d’ira e di furore, seguiva quell’uomo per quella cosa misteriosa e irrazionale che si chiama amicizia.
Il Melchiade, novello terrapiattista,
Una volta era rotonda, probabile, una forma che però non conveniva. Sui stava di traverso, meno che in cima al polo nord, o appesi sotto e le acque andavano dappertutto senza controllo. Una fatica assurda. Non so come e chi o quando, ma hanno fatto come con la pasta sfoglia: spianata.
Il Senesio è seriamente preoccupato dalla prescrizione del medico che si è raccomandato che abbia a bere più acqua che vino, ma come farà a bersi sei litri di acqua al giorno?

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