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Recensioni di libri

L’uccello del malaugurio di Camilla Läckberg

Feltrinelli, 2012 - Una storia forse non brillante, ma che funziona, coinvolge e non impegna troppo la mente.

Pasquale Veltri
Pasquale Veltri Pubblicato il 11-12-2020

5

L'uccello del malaugurio

L’uccello del malaugurio

  • Autore: Camilla Läckberg
  • Genere: Gialli, Noir, Thriller
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Feltrinelli
  • Anno di pubblicazione: 2012

Scheda e prezzo libro:

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L’uccello del malaugurio di Camilla Läckberg è un poliziesco del 2006, pubblicato in Italia per la prima volta nel 2012 con la traduzione di L. Cangemi, e che appartiene alla serie i cui protagonisti sono Erica Falck e Patrik Hedström, al tempo in cui stanno organizzando il loro matrimonio. Storie laterali come ad esempio l’incombere di un famoso reality show organizzato proprio nella loro cittadina e colpi di scena obbligatori, con preparazione e conseguenze, contribuiscono a giustificare le più di 450 pagine del libro.

“La portiera era spalancata e la vittima era al suo posto, ancora legata con la cintura, ma con la testa appoggiata al volante.”

C’è il solito delitto che sembra un incidente; c’è il solito investigatore testardo e arguto (in questo caso Patrik) insieme ai suoi colleghi, e ci sono protagonisti e comparse ricorrenti, come accade nei libri e nei film seriali; ci sono risvolti familiari e un omicidio per il quale fino a un certo punto non si trova un movente. Ma l’eroe riesce a sbrogliare la matassa e a trovare il colpevole o i colpevoli, in mezzo a depistaggi, segreti, bugie e nonostante il proprio capo, mai troppo entusiasta.

“Mi stai chiedendo di aprire un’indagine sulla base del fatto che la cosa ti sembra sospetta?”

Questo è lo schema di base di ogni giallo, nero o poliziesco che si rispetti. I problemi sorgono sempre con la struttura, i contorni, con il materiale aggiunto e che sta intorno, con l’ambiente, i sentimenti, le persone e i loro rapporti: questi ultimi sono elementi sempre presenti che a volte neanche vengono descritti, ma ai quali il lettore arriva da solo, quando l’autore ha scelto di lasciargli i margini per l’immaginazione. Poi ci sono anche gli autori che dicono, descrivono, disegnano, ma anche in questo caso il lettore deve fare la sua parte. Per l’autore, che scelga sia l’una che l’altra strada, il problema è sempre il “come” dice le cose. È proprio qui che se ne intravede la dimensione, che non c’entra col numero delle pagine.

In questo romanzo, in particolare, se proprio vogliamo parlare di qualche dettaglio, ci sono alcuni stati d’animo e alcune situazioni descritte in modo talmente banale e scontato che ci si potrebbe domandare cosa ci trovino i lettori di tanto entusiasmante nel libri di Läckberg.

“Quando tornava in Italia da amici e parenti, tutti gli chiedevano la stessa cosa. Come faceva a trovarsi bene lassù nel freddo nord? Gli svedesi erano strani.”

La verità forse sta nel fatto che la storia funziona, scorre, non impegna troppo la mente, tiene compagnia, finisce come più o meno ci si aspetta. Nella ricerca vana di un valore aggiunto, tutto procede senza un guizzo originale, un lampo di genio che ci faccia dire “guarda che bella cosa che ha inventato, guarda come descrive bene questa circostanza”. L’autrice ha il suo mercato, i suoi lettori e i libri vendono. Tutto normale, insomma. La grande letteratura, naturalmente, è altra cosa.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’uccello del malaugurio

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