Si è fatta strada con dei gialli mozzafiato, ha incantato milioni di lettori con la sua scrittura limpida e accattivante, ha realizzato una serie di romanzi tradotta in 55 paesi e ha venduto 15 milioni di copie nel mondo, più di 1 milione in Italia. È Camilla Läckberg, uno dei grandi ospiti presenti al Salone Internazionale del Libro di Torino 2015.
Lo scorso 16 maggio l’autrice svedese, nata a Fjälbacka, ha intrattenuto il pubblico del Salone dialogando con la giornalista e conduttrice televisiva Maria Latella, la quale ha intervistato la Läckberg sul grandissimo successo dei suoi gialli, proprio in occasione della pubblicazione de Il segreto degli angeli (Marsilio, 2015, pp. 486).
Si tratta dell’omicidio numero otto per il poliziotto Patrik Hedstöm e la moglie Erica Falck, scrittrice molto nota anche per la sua curiosità di indagine nei misteri dell’arcipelago svedese. Lo scenario è sempre descritto con dovizia di particolari ed evoca atmosfere tra l’idilliaco e l’inquietante, inzuppato di una calma apparente che viene puntualmente messa a repentaglio dagli omicidi ingabbiati tra i fiordi. Questa volta il riflettore viene puntato sulla cittadina di Välo, splendida isola dell’infanzia di Ebba, fulcro del mistero che si annida tra le pagine de Il segreto degli angeli, nonché unica superstite di una presunta strage familiare avvenuta durante il pranzo della vigilia di Pasqua diversi lustri addietro.
La maestrìa della Läckberg si avvale dei colori tenui dei paesaggi svedesi per dipingere un luogo dell’omicidio quanto mai insolito: una casa silenziosa, acque chete di un lago soleggiato, una tavola apparecchiata, il cibo ancora fumante nei piatti, un ordine angosciante ed una bambina di solo un anno - Ebba per l’appunto - che piange in una solitudine inaspettata. Dopo più di venti anni Ebba, in seguito ad un grave lutto familiare che colpirà in modo irreparabile lei e suo marito Mårten, decide di tornare a Välo per ristrutturare quella casa mortalmente misteriosa, un tempo residenza della famiglia di Ebba, nonché collegio ospitante i più benestanti adolescenti dell’isola e dintorni.
Proprio con la ristrutturazione della casa di Välo iniziano ad affiorare gli sconvolgenti episodi che, in un primo momento, vedranno Ebba e Mårten coinvolti in un incendio, e, successivamente, si trasformeranno in minacciosi biglietti minatori che porteranno la polizia di Fjälbacka (e chiaramente anche l’immancabile Erica) ad occuparsi del caso e a rivangare l’intera vicenda familiare.
Il mistero è tra i più fitti che la scrittrice abbia presentato al pubblico dei lettori, mistero all’interno del quale, alla stuzzicante intraprendenza di Erica Falck e alla prudenza maliziosa del marito Patrick, si aggiungono miriadi di caratteristiche dei numerosi personaggi che, a dir poco abilmente, la Läckberg fa muovere come burattini nelle sue mani, anzi, nella sua penna.
Anna, Gösta, Mellberg, Annika, Ebba, Mårten, Leon, Sebastian, Josef, Percy e tutti gli altri protagonisti donano vividezza e spessore alla trama del romanzo, sospesa tra l’occulto, il mistico ed il reale. Ma non basta. Questa volta Camilla Läckberg si spinge oltre e arricchisce il testo con una chicca per veri intenditori: nella descrizione della vicenda fa capolino un’altra storia, che si snoda negli anni tra il 1912 e quelli dell’epoca del collegio di Välo. Alla narrazione puramente fantastica, che intreccia il mistero contemporaneo di Ebba e della sua tragedia familiare a quello della "fabbricante di angeli" - emerso nel secondo periodo narrativo ambientato nei primi anni del ’900 - si aggiunge la componente storica: la storia della "fabbricante di angeli" è immersa nel periodo della seconda guerra mondiale, quel grande e tristemente noto pezzo di Storia in cui si innalza, chiara e precisa fin da subito, la figura di Hermann Göring.
La componete storica concede al testo un’aria sofisticata, che incuriosisce il lettore e lo appassiona: il passato che si dimena in un presente oscuro, un futuro che sembra non avere scampo, perché imbrigliato in un mistero antico che continua a tenerlo avvinghiato a sé. Questa è la forza de Il segreto degli angeli, un mix indistruttibile che vede il passato il presente e il futuro sfilare dinanzi al lettore, trasformatosi, per l’occasione, in un vero e proprio spettatore.
Un giallo tutto da assaporare quello di Camilla Läckberg, che non trascura di donare ai suoi romanzi elementi sempre nuovi e mai banali: è un "successo tutto nordico" quello che la Latella al Salone del Libro definisce parlando dell’autrice svedese, un successo che trova le sue radici nella capacità indiscussa della Läckberg di conciliare suspense, immaginazione, realtà e soprattutto elementi spiccatamente letterari.
Leggere un giallo di Camilla Läckberg è come immergersi in una Svezia luminosa e accogliente, che trae in inganno per quella pace ammiccante che cela, dietro di sé, l’inquietudine del colpo di scena truce, ma mai volgare. Una trama architettata in modo sapiente e attento, che non mette il lettore in difficoltà, ma che, seppur con la sua chiarezza, lo spiazza puntualmente ad ogni angolo di pagina. Siamo di fronte ad una scrittura pregiata e tuttavia limpida, in cui si riverberano gli elementi classici del romanzo giallo, senza mai scivolare nella banalità.
Un ottimo prodotto letterario che coinvolge da tempo milioni di lettori e che ha lasciato incantato il pubblico del Salone Internazionale del Libro. Un evento di spessore che ha riscosso un meritato successo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Camilla Läckberg al Salone del Libro con “Il segreto degli angeli”
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