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Recensioni di libri

L’ottava vita (per Brilka) di Nino Haratischwili

Marsilio, 2020 - Haratischwili costruisce la commovente storia di una famiglia che attraversa il Novecento, trattando dei tragici eventi storici che hanno scosso il secolo scorso e di temi attualissimi.

Victoria Archontis
Victoria Archontis Pubblicato il 26-06-2020

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L'ottava vita (per Brilka)

L’ottava vita (per Brilka)

  • Autore: Nino Haratischwili
  • Genere: Romanzi e saggi storici
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Marsilio
  • Anno di pubblicazione: 2020

Scheda e prezzo libro:

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Definire L’ottava vita (per Brilka) di Nino Haratischwili (Marsilio, 2020, trad. Giovanna Agabio) una semplice “saga familiare” sarebbe fin troppo riduttivo. È un secolo di storia: il “secolo rosso”. Tra le sue pagine legano armoniosamente romanzo e realtà, vite che si intrecciano tra loro come fili di un tappeto pregiato.

“Tu sei un filo, io sono un filo, insieme formiamo un piccolo ornamento, e insieme a molti altri fili formiamo un motivo. I fili sono tutti diversi, diversamente grossi o sottili, tinti con diversi colori. Se li prendi singolarmente i motivi sono difficili da distinguere, ma se li osservi legati l’uno all’altro rivelano storie fantastiche”.

Non si può definire con esattezza l’inizio di questa storia. Si potrebbe partire dal “fabbricante di cioccolato” che alla fine del XIX secolo, ha fatto esperienza in tutta Europa per imparare il mestiere di pasticcere ed entrare in possesso di una “ricetta segreta” per la cioccolata calda. Rientrato nella sua amata Georgia crea con successo la “fabbrica del cioccolato” e subito si rende conto che non riesce da solo a gestire l’attività in continua espansione, ha bisogno di un erede maschio per tramandare la tradizione. Purtroppo, questo suo desiderio porta le prime tragedie nella vita dell’uomo. La “ricetta segreta” diventerà la fortuna e sfortuna della sua famiglia.

Georgia 1917. In una cittadina a pochi chilometri da Tbilisi, Stasia, la figlia del “fabbricante di cioccolato” sogna di diventare ballerina. A diciassette anni, è una ragazza libera, fuori dagli schemi, che vuole realizzare i suoi sogni e partire per Parigi. Il padre, non è della stessa idea, e desidera vederla sposata e sistemata. Le presenta, dunque, Simon Jashi un “tenente bianco”, un uomo sentimentale e devoto del passato che può essere perfetto per la figlia. Contro ogni aspettativa, Stasia si innamora perdutamente del tenente, ma il loro non sarà un matrimonio facile: la guerra è molto vicina.

Stasia è molto legata a sua sorella Christine, una ragazza bellissima, amante del lusso e senza particolari ambizioni. Christine, pur di non ritrovarsi povera e insignificante, sposa un uomo molto più anziano di lei, di aspetto fisico in netto contrasto con la sua eleganza; a lei tutto questo non interessa, il marito è il vice del “Piccolo Grande Uomo”, e lei si sente realizzata, felice e innamorata. Ma sarà questo “Piccolo Grande Uomo” a stravolgere la sua vita.

Kostja è il primogenito di Stasia. Alto, bello e determinato, ha come unico obiettivo seguire le orme del padre e diventare come lui. Per questo motivo si iscrive all’Accademia militare Frunze a Leningrado. Nel suo percorso, incontra una donna e si innamora perdutamente di lei, ma il tempo scorre veloce e la Battaglia di Varsavia (settembre 1939) è imminente.
La guerra trasformerà Kostja in un uomo disciplinato e rigido, insensibile ai sentimenti, che vuole dominare su tutte le persone che lo circondano. Austero e imperturbabile condannerà all’esilio la sorella Kitty, obbligandola a lasciare la Georgia, costringendola a uccidere fino in fondo la sua memoria, a impietrire l’anima e imparare a vivere lontana dalla sua famiglia.

Kostja ritiene che anche la figlia Elene debba crescere come lui. La piccola deve mangiare, vestirsi, parlare, respirare in modo appropriato. La madre Nana non può essere un buon esempio, pertanto la bambina deve stare sotto l’ala protettiva del padre Kostja, frequentare una scuola specifica di Mosca e stare lontana dal resto della famiglia che fino a quel momento ha reso bellissima l’infanzia della piccola Elene.
Elene cresce e diventa spavalda, bugiarda e vendicativa, ma anche tanto debole e insicura. Le sue frustrazioni e arroganza fanno di lei una ragazza senza obiettivi, senza alcuna remora, senza alcun rispetto nemmeno per le persone che la circondano e la amano. La sua insicurezza cresce a dismisura e travolgerà non solo lei, ma anche tutti coloro che in qualche modo ritiene colpevoli della sua tristezza.

Nino Haratischwili, scrittrice e drammaturga, nata a Tbilisi-Georgia nel 1983, vive in Germania e scrive in lingua tedesca. Con questo suo romanzo ci regala un pezzo di storia, la nostra storia, che comprende il periodo che va dal 1900 al 2007. L’autrice intreccia perfettamente realtà e immaginazione e con la sua scrittura garbata e scorrevole ci immerge in un vortice di emozioni forti, tra loro contrastanti.
La descrizione del contesto socio-politico ed economico e le sue conseguenze sull’animo umano è talmente minuziosa che sembra di essere effettivamente presenti nei luoghi e nelle vicende narrate. Si espongono i fatti come realmente accaduti, presentando molteplici personaggi, diversissimi fra loro, che si intrecciano negli scenari raccontati. Questa credo sia una tattica della scrittrice, in quanto ella vuole mostrarci la realtà, essendo consapevole che quest’ultima ha varie sfaccettature che si possono distorcere e fraintendere. Il lettore deve e può valutare oggettivamente i fatti, conoscendo diversi punti di vista.

I fatti narrati riguardano la prima guerra mondiale, la rivoluzione russa, la guerra civile nell’Unione Sovietica, il socialismo, la seconda guerra mondiale, il nazismo, la guerra fredda, la guerra del Vietnam, la Perestroika (ristrutturazione) di Michail Gorbaciov, il disastro di Cernobyl, la divisione dell’Unione Sovietica, la “repubblica della Georgia”. Tutti fatti che fluttuano con eleganza nelle storie del romanzo.

L’ottava vita (per Brilka) è un libro composto da oltre mille pagine e la seconda parte è un po’ più impegnativa, perché nell’intento di trasmettere tutte le emozioni la scrittrice si dilunga forse in modo esagerato. Haratischwili, però, ha la capacità di sorprendere e incentivare alla lettura senza lasciare spazio a noia e ripetitività; e nasconde una sorpresa in ogni singola pagina, segnando l’inizio di una nuova storia tutta da scoprire.

In questo romanzo, oltre ai fatti e personaggi realmente esistiti, si trattano argomenti sempre attuali, come la violenza sulle donne, le difficoltà dell’adolescenza, la tossicodipendenza, l’alcoolismo, il patriottismo esagerato, l’abuso di potere. I sentimenti si trasformano. L’amore eccessivo e sproporzionato per qualcosa - che sia per un’altra persona, per la patria, o per se stessi - si può tramutare in odio, cattiveria, e vendetta.
Si parla di solitudine, di sofferenza; si raccontano gli orrori della guerra e le sue conseguenze sulla psiche. Nonostante però la miseria e la povertà, quasi nessuno dei personaggi descritti rimane solo e abbandonato. C’è sempre qualcuno, un parente, un amico, uno sconosciuto su cui fare affidamento e sperare. Le persone, malgrado il dolore, continuano ad amarsi, cercarsi, fare figli. Non importa se questi amori sono immaturi, egoistici o distruttivi. Non importa nemmeno se questi figli rimarranno senza padri o madri, hanno sempre qualcuno che li cresce e li educa, hanno sempre qualcuno per guidarli. Questi figli crescendo faranno le loro scelte, magari sbagliate, fatali, ma saranno loro stessi responsabili del proprio destino, consapevoli delle conseguenze delle loro azioni.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’ottava vita (per Brilka)

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