L’ospedale delle rane di Lorrie Moore

Un’ombra, da adulti, ci segue a ogni passo: l’ombra della gioventù che si trova alle nostre spalle. È questo il tema centrale del romanzo L’ospedale delle rane di Lorrie Moore, scrittrice statunitense conosciuta soprattutto per i suoi racconti ironici e disincantati. Moore racconta le avventure di donne smarrite nelle tribolazioni quotidiane, alle prese con problemi sentimentali, lavorativi e non solo. L’ospedale delle rane è un romanzo breve, che si legge in un soffio, ed è intriso dalla prima all’ultima riga di una velata nostalgia. In Italia è stato pubblicato nel 2018 da La nave di Teseo, con la traduzione di Massimo Bocchiola.

Protagonista della narrazione è Berie, una donna sposata. Non ci viene detto molto del suo presente, ma noi capiamo che non è privo di ombre, soprattutto legate alla sua vita di coppia: un giorno, durante un litigio, il marito le dà una spinta e la fa ruzzolare giù dalle scale. Ma non è il presente di Berie, bensì il suo passato, al centro della scena. Un passato dai contorni magici in cui la protagonista, più o meno consapevolmente, sembra cercare rifugio.

Berie rivive nella memoria il periodo, ormai lontano, della sua adolescenza trascorsa insieme a Sils, colei che ai tempi era la sua migliore amica. Nella piccola città di Horsehearts, Sils era la ragazza più carina, la più desiderata. Berie ripensa alle giornate passate con lei, a canticchiare e a ridere per delle sciocchezze. Oppure a lavorare nel parco giochi di Storyland. Ripensa anche alle loro disavventure, spesso dalle tinte fosche. Ad esempio, quando Sils, rimasta incinta di Mike, il suo ragazzo, decise di abortire. Oppure quando lei stessa si cacciò nei guai, rubando soldi dalla cassa del parco giochi di Storyland. Colta in flagrante, fu spedita dai genitori in colonia.

Tuttavia, anche questi episodi non proprio piacevoli, nella mente di Berie, perdono le loro note più amare; tutto nel ricordo appare avvolto da un’aura suggestiva.
La fine dell’adolescenza di Berie coincide con il progressivo distacco da Sils. Le due amiche, presa la via che porta verso l’età adulta, tentano di tenersi in contatto, ma non funziona. Non riescono più a trovare l’alchimia, la complicità di un tempo.

Lorrie Moore scrive un romanzo che mette in luce come, crescendo, è inevitabile perdere una parte di noi stessi. Le situazioni cambiano di continuano e, poco alla volta, trascinano via ciò che consideravamo indispensabile. Berie, a quindici anni, non sapeva concepire la sua vita senza Sils. Ora, donna sposata, sa che il tempo trasforma ogni cosa. E il ricordo della gioventù, fermo nella memoria, è il lascito agrodolce che, volenti o meno, porteremo dentro di noi per sempre.