L’invenzione dei corpi
- Autore: Pierre Ducrozet
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2021
Una storia che si apre con un’immagine tremenda: gli studenti di Ayotzinapa, dello stato di Guerrero, a sud di Città del Messico, si raggruppano, requisiscono autobus per andare nella capitale, il 2 ottobre, per rendere omaggio ai loro compagni fucilati nel 1968 dall’esercito repubblicano. Purtroppo, il 26 settembre 2014 gli autobus sono attaccati dalla polizia e da bande armate. È violenza pura. Gli studenti vogliono affermare le loro intenzioni pacifiche ma l’obiettivo è chiaro: devono essere eliminati. Ecco come ha inizio L’invenzione dei corpi (Fazi, 2021, trad. A. Conti) del talentuoso scrittore Pierre Ducrozet, già vincitore di premi letterari.
Álvaro, fino a pochi giorni prima brillante insegnante di informatica, dopo essere quasi miracolosamente sopravvissuto al terribile massacro, percorre a piedi centinaia e centinaia di chilometri. La sua fuga è terribile, la sua camminata estenuante perché ferito e profondamente traumatizzato. Lui, senza voltarsi indietro, ha solo un’idea: quella di fuggire il più lontano possibile da questo incubo.
“Cammina per settimane , forse tre. Si riduce i piedi in poltiglia, cammina come un dannato, come se qualcuno lo stesse aspettando da qualche parte. Come se avesse qualcosa da fare. Dorme negli atri, nelle scuole, per strada su un cartone che trova lì per lì”.
Si dirige a nord, meta gli Stati Uniti. In California il protagonista incontra Parker Hayes un uomo molto ricco, uno fra i più potenti:
“Una sera Álvaro legge su Twitter che Parker Hayes darà una conferenza il 5 febbraio a Los Angeles sulla terza rivoluzione digitale… Álvaro si lascia cullare… — La nuova rivoluzione in corso non è altro che la rivoluzione dell’uomo. Internet non modifica la comunicazione. Internet modifica l’uomo —”
Hayes, una delle personalità più importanti di Silicon Valley ha tutto. Come Elon Musk, come Page e Brin, fondatori di Google, e come Zuckerberg, magnate di Facebook, quest’uomo detiene miliardi, potere economico e sociale. Anche se queste personalità influenti hanno fatto molto per la vita, quest’ultima “si piega ai loro desideri” e permette loro di realizzarli. Un’unica cosa attanaglia ancora Parker Hayes:
“Numerosi ostacoli intralciano ancora l’evoluzione dell’uomo, in primo luogo la sua mortalità. È un handicap gigantesco. Ma la morte non è ineluttabile come ci vogliono far credere. Non è una necessità. Io, per esempio, ho intenzione di farne a meno”.
Indomabile ma ferito, Álvaro cade nelle grinfie di Hayes, magnate della rete, mecenate e apostolo del transumanesimo e ha appena reclutato nel suo staff di ricerca una brillante biologa francese, Adèle Cara.
Non si tratta di sola fantascienza, ci addentriamo nel concreto con scoperte molto reali, in particolare sulle cellule staminali e la vicenda appare affascinante perché è abbastanza verosimile. Sono già molti i ricercatori che lavorano quotidianamente a questo studio con l’obiettivo finale di ringiovanire le nostre cellule e trovare cure in oncologia o in altre malattie invalidanti. Di certo non c’è l’accenno all’evitare la morte o la vecchiaia, ma si legge nei trattati scientifici di telomeri e di staminali.
Álvaro si ritrova da ricercatore a cavia e mette in gioco la sua vita. Non gli rimane nulla, a parte il denaro che gli viene generosamente corrisposto per gli esperimenti. Nel romanzo non solo lui, ma tutti i personaggi metteranno alla prova il proprio corpo, lo spingeranno oltre, lo ridefiniranno: si definisce transumanesimo l’approccio radicalmente nuovo alla futurologia, il movimento intellettuale e culturale che propone come possibile e desiderabile il modificare la condizione umana usando ragione e tecnologia, abolendo l’invecchiamento e aumentando le capacità intellettuali, fisiche e psicologiche della razza umana. Questo è frutto della mente di scienziati che, andando oltre il ragionevole, desiderano l’avvento di un uomo nuovo e sono pronti a qualsiasi esperimento pur di realizzarlo.
Ruotano attorno al protagonista molte menti vive, fin troppo, persone che hanno lasciato affetti, vita familiare per realizzare i propri ideali.
Nei capitoli intitolati “movimenti” si alternano narrazioni letterarie classiche, flashback datati e sguardi al web con interessanti riferimenti alla nascita di esso e a chi vi ha contribuito.
L’ultima parte è decisamente più “umana”: nonostante si dia spazio alle tecnologia, alla scienza, ci sono un Álvaro e una Adèle che recuperano tanto di quel che è fisico ed emotivo.
Non c’è molto tempo per questo, però: la narrazione prosegue a ritmi molto veloci e diviene quasi un thriller senza fiato che mescola un gran numero di argomenti e di intenti.
L’invenzione dei corpi, seppur ambientato ai giorni nostri, è proiettato nel futuro e ci avvicina a ipotesi che poi non sono così lontane, anche se una parte di esse non è condivisibile.
Pierre Ducrozet conferma le sue doti di scrittore immergendo i lettori nell’intricato e complesso web e induce inoltre una profonda riflessione, più che sul corpo, sul fatto di voler superare la nostra mortalità, per fare dell’immortalità un privilegio riservato in primo luogo a chi ne ha i mezzi, tematica impegnativa e di difficile trattazione. Racconta le vicende mescolandole a ciò che è Storia e, al di là del transumanesimo, rivaluta i sentimenti umani.
L'invenzione dei corpi
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’invenzione dei corpi
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