L’interprete
- Autore: Veronica Santoro
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Ponte alle Grazie
- Anno di pubblicazione: 2025
Arriva in libreria il romanzo d’esordio di Veronica Santoro che con Ponte alle Grazie ha pubblicato L’interprete (2025).
La vicenda è ambientata a Verona tra il 1943 e il 1945, quando la città è occupata dai militari tedeschi. La protagonista è la giovane Delia Zorzi, appartenente a un’importante famiglia fascista della città, che viene assoldata dal comando nazista come interprete, perché, grazie alla madre, la giovane conosce la lingua tedesca. Quello che subito si nota dalla trama è che la città è in bilico tra collaborazionisti e attivi nella resistenza, una situazione che la protagonista vive sulla propria persona in quanto lei lavora per i nazisti, mentre suo fratello Carlo ha deciso di opporsi al padre e al regime andando con i partigiani. Delia si troverà quindi a vivere in precario equilibrio tra le due parti, anche perché a un certo punto la sua strada si incrocerà con quella di un certo Thomas, un ufficiale delle SS con il quale si instaurerà un rapporto ambiguo, di repulsione e attrazione continua.
La protagonista del romanzo è una giovane donna alla ricerca del suo posto nel mondo, solo che il suo modo di porsi e affrontare le cose, spesso, la fa apparire ambigua, non chiara, o meglio ci si chiede se lei “ci è o ci fa”. Delia è ingenua, innocente e a volte spesata come sembra, o la sua è una maschera che indossa per nascondere un cammino di crescita non facile, visto che non ha punti di riferimento saldi a cui appigliarsi? Solo addentrandosi a fondo nelle pagine del libro della Santoro si comprende il complicato e - concedetemelo - a tratti davvero contorto percorso della protagonista per raggiungere un po’ di stabilità esistenziale. Un percorso che le lascia segni indelebili nell’anima ed è reso ancora più complesso dalla Seconda Guerra mondiale che, anche se aleggia, c’è.
Delia vive la sua quotidianità di lavoro e tensione, e deve confrontarsi e scontrarsi un po’ con tutti i personaggi che le gravitano attorno. Lo fa con il padre fascista autoritario, anche un po’ egoista, che impone il suo volere e non accetta atti di ribellione da chi lo circonda, perché pensa solo a ciò che è giusto per lui. Un modo di agire che frantumerà il rapporto con il figlio e anche con Delia. A mettere in evidenza la complessità caratteriale dell’uomo e il suo agire rivolto solo al proprio bene e non a quello degli altri sono le pagine dedicate alla moglie, che forse non è proprio così defunta come lui ha cercato di far credere. Non facile nemmeno il rapporto di Delia con l’amico Andrea, che sta come il fratello di lei dalla parte dei ribelli e che la salverà in più occasioni. Delia però è confusa, perché anche se si prendono, aiutano, si lasciano e si ritrovano, la ragazza non capisce se ciò che li lega è amicizia o altro. Quando comprenderà davvero il sentimento tra loro, le cose cambieranno in modo radicale.
Poi c’è Thomas, l’ufficiale tedesco dal passato non chiaro, con il quale Delia ha un rapporto complicato tra odio e attrazione. Una relazione che porta la ragazza a lasciarsi andare e a fare cose che mai avrebbe pensato di compiere. Questo sia quando il potere è ancora nelle mani dei nazisti, che quando lo prenderanno gli alleati. Solo col tempo, Delia comprenderà davvero cosa fare, poiché maturando capirà a fondo quei sentimenti che la legano a Thomas.
Accanto alla protagonista e ai suoi comprimari, ci sono tutta una serie di personaggi che evidenziano la varietà del mondo di quel periodo con, da una parte, i nazisti pronti a tutto pur di portare avanti e sostenere, nonostante l’evidente disastro, gli ideali di regime e, dall’altra, i partigiani e la gente comune, pronta a fare gruppo per difendersi e allontanare l’invasore crudele. A fare da sfondo invece gli eventi storici come i bombardamenti sempre più intensi degli alleati angloamericani, che incedono a aumentano evidenziando l’imminente arrivo del cambiamento definitivo. Accanto a essi, la deportazione degli ebrei al campo di Fossoli, alla quale ogni persona assiste con un profondo senso di impotenza, e il caos relativo ai disordini dell’immediato dopoguerra, dove le vittime a un certo punto rischiano di diventare carnefici dei loro aggressori.
Il libro della Santoro, con il suo ritmo incalzante, è un romanzo coinvolgente, nel quale convivono generi differenti. Abbiamo lo storico, la spy story, un po’ di amore che non fa mai male e anche un pizzico di formazione per il travagliato percorso vissuto dalla protagonista. L’interprete è un libro nel quale la sensazione di essere in bilico e i rischi sono elementi che aleggiano nell’atmosfera narrativa, pagina dopo pagina, e dove in certi momenti si ha come la sensazione che l’attrazione su ciò che è il pericolo e che può pure far male sembra prevalere sul bene che gratifica e che non demorde dall’affermarsi.
L'interprete
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