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Recensioni di libri

L’erba delle notti di Patrick Modiano

Einaudi - Un noir pieno di nostalgia, di quella nostalgia che veste di bianco e nero i ricordi e i luoghi dove si è vissuto.

Teresa D'Aniello
Teresa D’Aniello Pubblicato il 23-02-2015

8

L'erba delle notti

L’erba delle notti

  • Autore: Patrick Modiano
  • Casa editrice: Einaudi
  • Anno di pubblicazione: 2012

“Da quando scrivo queste pagine penso che esista un modo, di lottare contro l’oblio … Forse le donne e gli uomini di cui ti chiedi che fine abbiano fatto spunteranno all’angolo di una via o in mezzo al viale di un parco, oppure usciranno da uno dei palazzi … ”

Non c’è che dire, un bellissimo romanzo. La scrittura di Patrick Modiano sembra appartenere ad un universo di silenzi e musicalità. Parole che suscitano emozioni e descrivono sensazioni. Non c’è da stupirsi se il nostro autore abbia ricevuto il Nobel per la Letteratura nel 2014.
L’erba delle notti è un romanzo del 2012 che Einaudi, a pochi mesi dall’assegnazione del prestigioso premio, ha provveduto a pubblicare. È un noir pieno di nostalgia, di quella nostalgia che veste di bianco e nero i ricordi e i luoghi dove si è vissuto.

Jean, il protagonista, è uno scrittore solitario che custodisce con cura i suoi taccuini pieni di appunti, di numeri di telefono, di appuntamenti e nomi di strade percorse, ma uno in particolare catturerà la sua attenzione. È un vecchio taccuino nero, di vent’anni prima, dove ritrova appuntate le sue passeggiate a Montparnasse, lungo vie solitarie dove i suoi passi risuonavano, o quando seduto in un caffè dalle luci soffuse era in compagnia di una donna misteriosa.

“Eppure non ho sognato. A volte mi sorprendo a pronunciare questa frase per strada, come se sentissi la voce di un altro. Una voce incolore. Mi tornano in mente alcuni nomi, certi visi, certi dettagli … non, non ho sognato. Infatti mi resta un taccuino nero pieno di appunti.”

È in quella Parigi degli anni sessanta, dai toni grigi e avvolta nel mistero, che si è svolta la storia. Un tuffo nel passato e ha inizio la sua personale ricerca del tempo perduto, la sua arte della memoria nel difenderla dall’oblio.

“Risalivo il corso del tempo. Il presente non aveva più alcuna importanza, con i suoi giorni tutti identici nella luce tetra, una luce che deve essere quella della vecchiaia e in cui hai l’impressione di sopravvivere a te stesso.“

La giovinezza di quegli anni torna alla memoria, si riaffaccia nei suoi occhi facendogli rivivere gli incontri di allora e soprattutto lei, la bellissima Donnie, conosciuta alla caffetteria della Citè Universitaire, e gli uomini ambigui, dall’aspetto di stranieri, che le stavano sempre intorno. Jean legge il suo diario come se quella vita fosse stata vissuta da un altro protagonista e non da lui. È intenzionato a ricordare il suo passato, avvolto nella nebbia della dimenticanza. Man mano che la storia affiora rammenta quanto fosse invaghito di Donnie, ricorda gli ambienti equivoci che insieme a lei frequentava e quando, alla sua scomparsa, divenne un inconsapevole testimone dell’inchiesta della polizia su di loro, una banda di loschi individui.

L’autore mescola il presente con il passato, la veglia con il sogno, ponendo al lettore alcuni indizi nel seguire la vicenda. Non ci si deve soffermare sul solo caso poliziesco (sembrano suggerire le parole dello scrittore), bensì sull’umanità misteriosa, sui personaggi fragili e sul fascino che esercitano. L’erba delle notti è un romanzo intenso, una narrativa straordinaria, pulita ed essenziale, con esercizi di stile come amava Raymond Queneau, del quale Patrick Modiano è stato allievo e amico.

L'erba delle notti

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’erba delle notti

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