L’enigma di Alessandro Magno
- Autore: Harry Sidebottom
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2024
“Questo è un romanzo e come tale andrebbe letto. Ad ogni modo, mi sono sforzato di aderire il più possibile a quella che sembra la ricostruzione più probabile e plausibile della storia. Ho solo deliberatamente giocato con la vita del Lincestide”.
È il saluto finale di Harry Sidebottom ai lettori, nella postfazione storica di The shadow king, l’iperdinamica historical fiction più recente, pubblicata on Italia da Newton Compton, col titolo L’enigma di Alessandro Magno (collana Nuova Narrativa Newton, 2024, 352 pagine), nella traduzione dall’inglese di Stefania Cherchi.
Nato a Cambridge, l’autore vanta un dottorato in storia antica nel prestigioso Corpus Christi College, insegna storia a Oxford e vive a Woodstock. Ha stregato milioni di lettori in tutto il mondo con la saga Il guerriero di Roma. Newton Compton ha diffuso in Italia anche la serie Il trono di Cesare.
Alessandro Magno è un altro dei giganti del passato e dei condottieri più vincenti di tutti i tempi ai quali lo scrittore britannico dedica una delle sue sempre efficaci produzioni narrative. Ed ecco la vera storia del macedone, di cui tutti hanno sentito accennare ma che non è mai stata narrata, non almeno con la competenza di un romanziere storico dotato di una preparazione specifica indiscutibile. La scrittura fluida ed evoluta, ribadita più volte, ha guadagnato al docente di Oxford un considerevole prestigio internazionale, lo ha reso una macchina da bestseller, al solo apparire del suo nome e cognome in copertina.
Se il sovrano macedone morto appena trentatreenne a Babilonia nel 323 avanti Cristo è un mattatore della storia, un altro Alessandro è il protagonista e narratore in prima persona di questa storia: il Lincestide, il re ombra del titolo inglese. Sidebottom premette d’essersi permesso nei suoi riguardi d’immaginare e divagare tanto, a cominciare dallo spostarlo qualche decennio più avanti del suo arco esistenziale effettivo, per farlo interagire con il condottiero macedone a Mieza.
La Lincestide è una regione della Macedonia occidentale, su cui allora regnava Eropo, padre dell’Alessandro non coronato e capo del Casato dei Bacchiadi, un vecchio scontroso che lo scrittore mostra schiavo del vino e attratto da flautiste e ballerine.
L’Alessandro Lincestide narratore - in famiglia Sandro, mentre il giovane sovrano lo chiama Lincestide - è l’ultimo nato della “cucciolata” di figli di cui si vanta il genitore. Nato tardi rispetto ai fratelli, diventa uomo presto: lo vediamo battersi con successo contro i nemici a soli quattordici anni, per quanto dovesse ancora banchettare in piedi al tavolo dei commensali reali, non avendo ancora ucciso un cinghiale da solo e senza reti. Viene inviato ad Ege come paggio del re Filippo e proprio l’uccisione di un enorme cinghiale gli garantirà la riconoscenza del regnante, salvato da un assalto a sorpresa dell’animale in una battuta di caccia. Dichiarato fratello adottivo del figlio Alessandro, viene educato a Mieza insieme all’erede.
Nel 336 a.C., Filippo è assassinato e il figlio sale sul trono della Macedonia. Una successione contrastata da altri pretendenti, ma la madre Olimpia sgombra il campo da molta concorrenza, con spietata crudeltà.
Alessandro il re è molto ambizioso, aspira alla grandezza e per assicurarsela deve affrontare la potenza nemica dell’epoca, l’immensa e ricchissima Persia. Ha con sè poche decine di migliaia di buoni soldati, macedoni, traci, greci. Contro, Serse può raccogliere anche un milione di combattenti, ma questo non spaventa il condottiero macedone. Attraversa l’Ellesponto con i suoi e prima di mettere i piedi in Asia scaglia una lancia, conficcandola simbolicamente nel suolo di quella terra. Lincestide è con lui, tra i suoi generali.
Harry Sidebottom aveva sedici anni quando ha incontrato per la prima volta il Magno: una biografia in un grosso volume con pagine intere di note, impegnativo per un adolescente. Fino ad allora, i suoi interessi storici si erano rivolti alle guerre napoleoniche e alla seconda mondiale, ma quell’opera generò interessi nuovi, Macedonia, Grecia, Persia e la decisione di dedicarsi alla lettura e scrittura di libri come quello. Uno dei tutor universitari lo ha poi convertito all’antica Roma, oggetto delle tesi di dottorato e di gran parte delle pubblicazioni, romanzi e saggistica. Comunque, ha insegnato la storia di Alessandro in varie università e il fascino della Macedonia non lo ha mai abbandonato.
Ritiene che si possa raccontare in tanti modi del giovane re carismatico che conquistò il potente impero persiano guidando il suo non smisurato esercito europeo fino in India, avventura militare vincente contro ogni pronostico. Considera di livello superiore l’affascinante trilogia di Mary Renault, anche se difficilmente i narratori si sono allargati oltre il cerchio magico Alessandro-madre-moglie-amanti. Anche altri, invece, come i generali che hanno collaborato ai suoi successi, sono un terreno di coltura narrativo fecondissimo di novità.
In questo romanzo, valorizza le tensioni derivanti dal contrasto tra il concetto, se vogliamo occidentale, del “primus inter pares” e la concezione totalitaria del potere propria dell’Oriente. Il costume macedone di considerare il re “primo tra i pari” confligge con la natura di monarca divino del Magno nel nuovo impero che va creando a Levante. È costante la minaccia di tradimento dei suoi, lacerati da rivalità assassine. Anche Lincestide, primo ad acclamarlo, viene visto come un rivale al trono. Per sei anni, mentre i Macedoni combattono sempre più a est, la sua vita resta appesa a un filo: Alessandro è l’enigma di Alessandro.
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