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Recensioni di libri

L’allodola di Giovanna Ginex e Rosangela Percoco

Salani, 2020 - Ginex e Percoco raccontano la vera storia di Fernanda Wittgens, critica e storica dell’arte, prima direttrice donna della Pinacoteca di Brera e prima donna in Italia a ricoprire tale ruolo in un importante museo o galleria.

Alessandra Stoppini
Alessandra Stoppini Pubblicato il 30-11-2020

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L'allodola

L’allodola

  • Autore: Giovanna Ginex e Rosangela Percoco
  • Genere: Storie vere
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Salani
  • Anno di pubblicazione: 2020

Scheda e prezzo libro:

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L’allodola (Salani, 2020) scritto da Giovanna Ginex, storica dell’arte e curatrice, e da Rosangela Percoco, ex insegnante e scrittrice, racconta la storia vera di Fernanda Wittgens (Milano, 3 aprile 1903 – Milano, 12 luglio 1957), critica d’arte e storica dell’arte, prima donna direttrice della Pinacoteca di Brera, oltre che la prima donna in Italia a ricoprire tale ruolo di un importante museo o galleria.

“Mi chiamo Fernanda Wittgens, e vorrei cominciare da qui, da questa fotografia”.

Uno scatto in bianco e nero ritrae una famiglia di origine austro-ungherese della borghesia milanese dei primi anni del Novecento. La futura “lavoratrice instancabile al servizio dell’arte” appare in basso a destra, i capelli sciolti sulle spalle con un abito tutto sbuffi e merletti, e il suo sguardo dolce ma già determinato si nota in questo vecchio e affollato ritratto familiare.
Il padre di Fernanda, Adolfo Wittgens, professore di lettere al Regio Liceo Ginnasio Giuseppe Parini, ha avuto da sua moglie, Margherita Righini, sette figli tra maschi e femmine, che ogni domenica ha portato in giro per musei instillando in loro l’amore per l’arte. Fernanda ha recepito in pieno il messaggio paterno: Fernando sarebbe morto nel 1910 e non avrebbe visto sua figlia laurearsi con lode in Lettere nel 1925 con una tesi in Storia dell’arte, lavorare come insegnante di Storia dell’arte presso il Liceo Parini e il Regio Liceo Ginnasio Alessandro Manzoni.

Ma la svolta per Fernanda sarebbe arrivata nel 1928 con l’incontro con Ettore Modigliani, direttore dal 1908 della Pinacoteca di Brera e soprintendente alle Gallerie della Lombardia. A Brera Fernanda viene assunta come “operaia avventizia”, ma le sue bravura e alacrità vengono subito notate e la giovane nel 1931 diventa assistente di Modigliani e due anni dopo, nel 1933, ispettrice. Nel frattempo la storia compie il suo giro: dal 3 gennaio 1925 Benito Mussolini ha pieni poteri in Italia, nel 1935 Modigliani viene allontanato per antifascismo, e nel 1938, essendo ebreo, con l’entrata in vigore nel nostro Paese delle leggi razziali, a Modigliani viene revocato ogni incarico; per lui c’è il confino. Il 10 giugno 1940 l’Italia entra in guerra, ad agosto Fernanda Wittgens vince il concorso di direttore della Pinacoteca di Brera, prima donna in Italia a essere direttrice di un importante museo o galleria.

“Allodola. Mi aveva soprannominata così Ettore Modigliani, mio maestro, mia bussola, il mentore che auguro a ogni giovane di incontrare nel proprio cammino”.

L’allodola “somiglia all’arte, sublime in quanto giunge appena sotto la soglia più elevata. Possente nei voli, ma capace di muoversi agilmente a terra”, ha spiccato il volo.
Giovanna Ginex, già autrice di Sono Fernanda Wittengs. Una vita per Brera (Skira 2018), aveva trascorso anni a intervistare persone che avevano lavorato con “l’allodola”. Lei e Rosangela Percoco scrivono la storia straordinaria di una donna appassionata, animata da una forte moralità, visionaria e coraggiosa, definita “il generale prussiano" dai suoi più stretti collaboratori. Combattente, ostinata, coraggiosa. Questo e molto di più è stata Fernanda Wittengs, il cui ritratto di Attilio Rossi del 1953 appare nella copertina della biografia.

È la voce narrante di Fernanda che rievoca le ore più buie della sua vita professionale e privata (nel 1944, giudicata nemica del fascismo, fu condannata a quattro anni di prigione), quando lottò per salvare le opere d’arte dalla guerra e dalle incursioni naziste, soprattutto dopo il terribile bombardamento di Brera del 1943 e si adoperò anche per salvare la vita di tanti ebrei perseguitati.
Dopo essere stata insignita nel 1949 della medaglia d’oro del Comune di Milano riuscì con determinazione a far acquistare per 130 milioni dal Comune la preziosa statua di Michelangelo, la Pietà di Rondanini, che era molto contesa. Nel 1954 ebbe la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica, il 17 aprile 1955 fu riconosciuta benemerita nella giornata della riconoscenza da parte dell’Unione delle comunità Israelitiche e nel 1956 fu riconosciuta Cavaliere Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica.
Il 6 marzo 2014 un albero e un cippo al “Giardino dei Giusti di tutto il mondo” di Milano vengono dedicati a Fernanda Wittgens. Nel 2018 le viene anche dedicato il Bar Fernanda della Pinacoteca di Brera a Milano.

“E quello era solo il primo dei viaggi che avrebbero affrontato i capolavorissimi. Mi piaceva chiamarli così, capolavorissimi. In che altro modo avrei potuto definire così tanta bellezza?”


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’allodola

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