Il 6 febbraio 1846 le sorelle Brontë, Charlotte, Emily e Anne, spedirono le loro poesie a un editore londinese specializzato nel genere: Aylott & Jones.
Dopo vari rifiuti editoriali avevano deciso di firmarsi con pseudonimi maschili, mascherando la loro vera identità.
Nel maggio di quello stesso anno il libro sarebbe stato stampato con il titolo anonimo di Poems; ma era la firma autoriale ciò che più contava, tutt’altro che anonima. Era il loro esordio letterario. Nascevano così Currer, Ellis e Acton Bell. Se è possibile individuare un momento cruciale nella storia letteraria inglese, un preciso discrimine tra “il prima e il dopo”, l’anniversario di nascita delle sorelle Brontë fu senz’altro il 6 febbraio 1846: quel volume di poesie era il primo vagito, la venuta al mondo, di tre scrittrici rivoluzionarie.
Non crediate che il volume sia stato un successo, tutt’altro; quell’esordio letterario fu un vero e proprio fiasco, in un anno Poems by Currer, Ellis e Acton Bell, pubblicato da Aylott & Jones, vendette soltanto due copie. Ma, a conti fatti, non ha importanza; era l’inizio di qualcosa di straordinario, il tempo ne ha dato ragione.
Un anno dopo, nel 1847, sarebbero infatti usciti i loro tre romanzi: Jane Eyre di Charlotte, Cime tempestose di Emily e Agnes Grey di Anne.
Ora le poesie delle sorelle Brontë, pubblicate in Italia da Mondadori nella traduzione di Anna Luisa Zazo, sono ancora lette e amate; forse non possono essere giudicate la loro opera migliore - non a caso molti lettori approdano alle poesie dopo aver letto i romanzi - tuttavia rappresentano una parte fondativa e fondamentale della loro produzione letteraria, scopriamo perché.
Se vogliamo conoscere l’anima di Charlotte, Emily e Anne Brontë non possiamo limitarci a leggere i loro romanzi, dobbiamo scoprire la scrittura - talvolta acerba, talvolta persino scolastica, che procede per tentativi e imitazioni - delle loro poesie.
Cosa ci dicono le poesie delle sorelle Brontë? Perché le leggiamo ancora oggi? E, soprattutto, chi era la poetessa più brava tra le tre sorelle?
Scopriamo tutte le curiosità sull’esordio letterario delle Brontë Sisters. Sapete che le tre mitiche sorelle della letteratura inglese dovettero pagare di tasca loro le spese di pubblicazione?
Le poesie delle sorelle Brontë: tutte le curiosità
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Come nacque quel volume di poesie? La storia ormai è nota, tanti da essere entrata nella leggenda, una delle più affascinanti della letteratura mondiale: un giorno Charlotte scoprì un vecchio quadernetto contenente le poesie della sorella Emily.
Il quaderno era scritto con una grafia fitta e finissima, conteneva numerosi componimenti di cui l’intraprendente Charlotte riconobbe subito il valore. La maggiore delle Brontë, da sempre la più audace delle tre sorelle e la più determinata a raggiungere un successo editoriale, decise di non perdere tempo: chiamò a raccolta Emily e Anne e disse loro che dovevano darsi da fare, poiché dovevano pubblicare un volume di poesie. Da sempre donna d’azione, la saggia Charlotte preparò un elenco di editori inglesi a cui inviare il manoscritto una volta redatto e perfezionato.
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Era l’inizio di qualcosa di straordinario poiché le sorelle, in quello stesso periodo, stavano lavorato ai loro romanzi, oggi considerati dei capolavori della letteratura inglese. Charlotte, tuttavia, era consapevole che era necessario esordire presto, salire sul palcoscenico del mondo letterario: e quelle poesie potevano essere viste, in un certo senso, come le prove generali della loro scrittura.
All’origine di quell’ispirazione dobbiamo collocare, naturalmente, il singolare paesaggio in cui le tre sorelle vivevano: la canonica di Haworth, persa nella desolata brughiera inglese. Un luogo singolare, umido e cupo, ma al contempo dotato di una certa amenità dovuta al paesaggio campestre.
Ci sono elementi che ritornano come una costante nelle poesie e sono proprio i tratti paesaggistici: l’urlo del vento, la solitudine della brughiera, il muschio che ricopre la canonica, il bosco al tramonto, la foresta con le sue ombre che segnano un confine inaccessibile. Ogni sorella, tuttavia, veste il paesaggio con il suo peculiare sentire, lo adorna con le proprie parole arricchendolo di un mistero tutto personale.
Le poesie delle sorelle Brontë: le differenze di stile
Le Brontë Sisters dunque si misero al lavoro e il risultato fu una raccolta poetica in cui si avverte un forte senso di sbilanciamento: più ispirate e liriche le poesie di Emily - era lei, del resto, la vera poetessa della famiglia - scolastiche e scritte a tavolino quelle di Charlotte, in cui si riverberano temi e atmosfere comuni alla sorella, tra cui la costante del paesaggio desolato della brughiera; infine, decisamente più mite e pacato il lirismo di Anne che pure ha una sua peculiare tensione derivata da una forte malinconia.
Un tratto comune alle poesie, oltre alla costante del paesaggio che fa da sfondo ai versi come un dipinto romantico dai colori cupi, è la solitudine. Dovevano sentirsi molto sole queste tre giovani donne, palpitanti d’amore e di vita, nella ventosa brughiera dello Yorkshire. A tratti Charlotte, Emily ed Anne paiono tre prigioniere e la letteratura non poteva che essere la loro forma d’evasione e di riscatto da un’esistenza fortemente privativa.
Leggendo i versi delle Brontë Sisters si coglie anche la loro consuetudine con la Bibbia - numerose immagini, soprattutto nelle liriche di Charlotte e Anne, sono riprese dai testi dei Salmi o dall’Antico Testamento - del resto erano figlie di un reverendo, Patrick Brontë. Molto forti sono anche le riflessioni filosofiche e spirituali, derivate da quegli stessi testi e probabilmente dalla loro consuetudine quotidiana con prediche e sermoni. Nelle poesie di Emily si avverte, invece, una tensione soprannaturale che trae origine dal contrasto inscindibile tra Amore e Morte, tra Libertà e Prigionia.
C’è già tutta l’intensità di Cime tempestose in questi versi, si legga ad esempio Sono felice quando più lontana:
Sono felice quando più lontana
sospingo la mia anima dalla casa di argilla
nella notte spazzata dal vento e dalla luna,
e per mondi di luce l’occhio vagabonda-Quando io non sono e nessuno accanto -
né terra né mare né cieli tersi -
ma solo spirito che erra nell’aperto
e percorre l’immenso, l’infinito.
Un’altra splendida poesia di Emily Brontë si intitola Sogno, dove sei ora? e ci restituisce tutta la grandezza lirica di una poetessa ispirata:
Sogno, dove sei ora?
Tanto tempo è trascorso
Da quando la luce svanì
Dalla tua fronte d’angelo
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Le poesie delle sorelle Brontë: le difficoltà nella pubblicazione
Sebbene l’esito felice dell’impresa sia stato già reso noto all’inizio di questo articolo: l’editore londinese Aylott & Jones accettò di pubblicare le poesie, il raggiungimento dell’obiettivo per le tre sorelle scrittrici non fu così semplice come appare.
Charlotte, dopo aver stilato l’elenco degli editori, iniziò a inviare loro i manoscritti, belli pronti e impacchettati. Il guaio è che i manoscritti, uno ad uno, tornavano puntualmente indietro. Le sorelle Brontë si resero presto conto che la maggior parte degli editori voleva opere in prosa e non degnava di grande considerazione la poesia.
Persino Moxon’s, editore di Wordsworth e Elizabeth Barrett-Browning, specializzato nel genere, rifiutò il manoscritto delle Brontë . Ma le tre scrittrici erano determinate a non perdersi d’animo.
A spuntarla fu, ancora una volta, Charlotte Brontë: la maggiore delle sorelle scrisse a una rivista di Edimburgo, la Information For The People, specializzata nel rispondere alle domande dei lettori. Chiedeva informazioni su un editore di poesie specializzato e fu proprio la redazione della rivista a risponderle: Aylott & Jones.
La casa editrice, situata a Londra nei pressi della Cattedrale di St. Paul, era specializzata in testi teologici, ma era disponibile a pubblicare anche poesie se gli autori avessero accettato di condividere i costi di pubblicazione. Non si sa l’indirizzo della canonica di Haworth, da cui fu inviato il manoscritto, impressionò l’editore londinese; sta di fatto che la raccolta poetica di Currer, Ellis e Acton Bell fu accettata. Gli “scrittori”, da parte loro, accettarono di pagare i costi della carta, della stampa, della rilegatura e della pubblicità. Le sorelle Brontë riuscirono quindi a pubblicare le poesie a loro spese, grazie a una rendita lasciata loro in eredità dalla zia Branwell, pagando un costo totale di 35 sterline e 18 centesimi.
Le poesie delle sorelle Brontë definite“un avventato atto”
Fu sempre Charlotte a sobbarcarsi tutto il lavoro: dovette inviare l’intero manoscritto in due plichi distinti - poiché a causa delle dimensioni il volume non risultava adatto alla spedizione - e pagare una consistente somma di denaro a causa del peso della carta. In ogni caso, ormai era fatta. Le poesie sarebbero state pubblicate. Le sorelle erano estasiate; eppure sarebbero rimaste molto deluse dai risultati della pubblicazione.
Nel mese di giugno del 1847 Charlotte tentò di inviare il volume delle poesie in omaggio ad alcuni scrittori celebri, poi scrisse questa lettera carica di amarezza in cui definiva la pubblicazione delle poesie come “un avventato atto”:
I miei parenti, Ellis e Acton Bell, e io stessa, incurante dei ripetuti avvertimenti di vari rispettabili editori, abbiamo commesso l’avventato atto di pubblicare un volume di poesie. Le conseguenze previste ci hanno ovviamente travolto: il nostro libro si è rivelato una droga; nessuno ne ha bisogno o lo ascolta; nel giro di un anno il nostro editore ha smaltito solo due copie, e con quali dolorosi sforzi sia riuscito a smaltirle lo sa solo lui.
Dopo aver pagato le cospicue spese di pubblicazione dunque Charlotte Brontë si riduceva a regalare il volume delle poesie: di certo non una mossa commerciale astuta, che molto accomuna l’editoria del passato con quella attuale. La maggiore delle Brontë sperava, tuttavia, in questo modo di poter guadagnare almeno qualche recensione positiva o, se non altro, la stima di autori di fama.
Purtroppo il volume di poesie non ottenne, all’epoca, i riconoscimenti in cui Charlotte sperava; tuttavia ancora oggi la storia editoriale dei Poems by Currer, Ellis e Acton Bell ci offre una splendida lezione di perseveranza. Spesso la vita procede per tentativi ed errori e le biografie di successo sono costellate di fallimenti. Se non ci fosse stata, all’origine, la fiamma sacra della determinazione, la caparbietà e la convinzione nel valore del proprio lavoro, forse oggi non leggeremmo le sorelle Brontë.
Sulla base di quelle poesie le tre scrittrici avrebbero sviluppato i loro possenti romanzi: le poesie erano le radici di un solido tronco che sarebbe diventato un albero rigoglioso, una splendida vigorosa quercia resistente al tempo e alle stagioni.
Presto sarebbe stato pubblicato Jane Eyre e allora il nome di quel misterioso Currer Bell avrebbe avuto tutto un altro significato; e che scandalo, che stupore, scoprire che si trattava di una donna...
La storia tuttavia non finisce certo qui, perché in realtà era appena iniziata.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le poesie delle sorelle Brontë: le curiosità sull’esordio di tre scrittrici rivoluzionarie
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