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Recensioni di libri

Islampunk di Michael Muhammad Knight

Islam e punk: due parole apparentemente incompatibili. La rigidità, la repressione e il controllo, messi in relazione con il rifiuto degli schemi, la sregolatezza e la spavalderia. Il curioso neologismo che dà il titolo a questo libro sembra quasi una contraddizione in termini.

Cristina Giuntini
Cristina Giuntini Pubblicato il 03-07-2009
Islampunk

Islampunk

  • Autore: Michael Muhammad Knight
  • Categoria: Narrativa Straniera

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Islam e punk: due parole apparentemente incompatibili. La rigidità, la repressione e il controllo, messi in relazione con il rifiuto degli schemi, la sregolatezza e la spavalderia. Il curioso neologismo che dà il titolo a questo libro sembra quasi una contraddizione in termini. Eppure, specialmente al giorno d’oggi, i contrasti, le lotte interne, i sensi di colpa e le complicazioni di chi cerca di conciliare la propria fede religiosa con gli attuali costumi ed abitudini di vita costituiscono un tema importante e, per molti, fondamentale. Se questo già avviene a chi pratica la religione cattolica, a maggior ragione il problema interessa i seguaci di una religione come quella musulmana, che indubbiamente presenta maggiori prescrizioni e restrizioni rispetto al cristianesimo. Vero è che, fondamentalmente, sono gli stessi cattolici a non dare grande importanza a certe regole che, di fatto, esistono anche nella loro religione: si pensi al divieto di avere rapporti prematrimoniali, ormai disatteso quasi da tutti. E’ però altresì vero che nel mondo musulmano esistono più regole che, nella vita di ogni giorno, possono risultare di peso o addirittura di ostacolo: una per tutte, il burqa.
Se poi un musulmano decide di abbracciare una cultura diametralmente opposta alla propria, come è di fatto quella punk, sceglie di intraprendere un viaggio che gli presenterà davanti un’infinità di strade diverse, di riflessioni, di problemi e di modi per risolverli, una lotta quotidiana per far coincidere il bianco ed il nero che, dentro di lui, cercano un equilibrio per poter convivere.

Questi sono i personaggi immaginati da Knight. Vivono in una comune a Buffalo, un appartamento nel quale succede tutto ed il contrario di tutto: preghiere e festini convivono. Chiariamo un aspetto fondamentale: questo non è un romanzo per stomaci delicati o per chi non sopporti la minima volgarità. Se i discorsi continuamente infarciti di parolacce e le minuziose descrizioni di atti sessuali, siano essi di coppia o solitari, vi urtano, scegliete un altro libro. Se però siete interessati all’argomento sarete certamente consci che tutto questo ne fa parte in modo imprescindibile. Sarebbe stato infatti impossibile ed assurdo far parlare in modo forbito o comunque moderato un gruppo di punk: il tutto sarebbe risultato quantomeno artificiale. Le numerose parolacce sono quindi funzionali all’ambiente descritto, così come i dettagliati resoconti degli atti sessuali sono perfettamente integrati nel percorso mentale dei personaggi e nella loro crescita interiore fra religione e ribellione. A parte i tragici accadimenti finali, non c’è una vera trama ed il libro è redatto piuttosto in forma di diario. Yusuf Ali, la voce narrante, vive nella comune ma è in fondo il meno integrato. Si limita ad osservare con curiosità gli altri personaggi, senza giudicare e senza lasciarsi coinvolgere più di tanto, cercando senza riuscirci di uscire dal proprio guscio. Con lui ci sono Jehangir, ribelle e spesso ingenuo come un bambino, gli altrettanto ribelli ed ingenui Fasiq ed Ayyub, il più rigido Umar che alla fine rivelerà sé stesso cercando di salvare il suo amico, la femminista Rabeya che parla di sesso da sotto un burqa disseminato di toppe con i suoi complessi preferiti. Un microcosmo affascinante che conquista e fa riflettere, malgrado si senta la mancanza di un intreccio e questo possa rendere la lettura a tratti poco scorrevole.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Islampunk

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