

Il tiro a segno
- Autore: Harold Brodkey
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fandango Libri
- Anno di pubblicazione: 2012
Harold Brodkey è stato ed è uno scrittore importante che ha portato la forma del racconto lungo a livelli molto alti, come stile e concisione di parole, ed è un mentore per gli scrittori e le scrittrici statunitensi. Il realismo e la cruda verità delle cose ci ammaliano, li si sente sotto pelle. Come questo bellissimo scritto Il tiro a segno. Un racconto di Harold Brodkey (Fandango libri, 2012, traduzione mirabile di Delfina Vezzoli).
Inevitabile che gli autori e le autrici prendano in presto la sua naturale destrezza e i suoi ossimori, presenti in questa novella, che è calda e poi fredda, con l’assenza dei sentimenti e il calore della quotidianità. La passione che diventa gelo, poi i punti sul dorso delle mani, i capelli che non hanno più lucentezza, le rughe che restano dopo aver sorriso. Il peso degli anni, poi, soprattutto.
La protagonista principale è Ann, che lavora come impiegata nello studio di Walter, sposato con prole, che aspira a diventare un borghese, mentre Ann si crogiola a fare la comunista, perché bisogna mantenere il segreto tra i democratici degli Stati Uniti (partito democratico e partito repubblicano sono maggiormente i due partiti che si combattono negli USA). Ann non è intelligente, se lo dice da sola, e non vuole restare a lavorare tutta la vita (siamo nel 1934). Lei come il capoufficio detesta la piccola borghesia e comincia a flirtare con lui, consapevole che è sposato. I loro incontri sono nei motel, nei boschi, nella macchina. Fino a un “ti amo”, che Walter dice per sbaglio, ma che sarebbe successo comunque perché entrambi si sentono più forti insieme.
Il narratore è crudele, non solo con Ann, ma anche col Walter, un omino che non si fa bastare la famiglia, il reddito e la casa. Walter divorzia e sposa Ann civilmente, nessuno sa niente. La ragazza è convinta pure di insegnare arti amatorie al marito. La felicità per lo scrittore, nel racconto, non c’è. Come se sentisse che l’Aids sarebbe stato la sua malattia mortale, Brodkey alterna sentimenti e dolori a chi non li merita. Alla fine, alla prima gravidanza, Ann fa una scelta drastica, ma Brodkey non vuole perdonare i protagonisti principali, non perché aspirano al successo (ad Ann basterebbe andare a New York senza sembrare una provinciale), ma lo scrittore vuole anche dirci che è un caso, che siamo qui per caso. Chi gestisce gli alberghi Hilton o il divorziato depresso o il bambino in Somalia. Il caso e il tempo prevalgono sulle nostre speranze, anche piccole.

Il tiro a segno
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