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Il senso del tempo nel pensiero occidentale secondo Galimberti, Russell e Freud

Qual è il senso del tempo? Nella religione giudaico-cristiana il futuro è sempre associato alla salvezza, ed è quindi visto come qualcosa di positivo, ovvero come un periodo di riscatto, sia in senso religioso, sia in senso economico e materiale. Non è così in altre culture, vediamo perché.

Rosa Aimoni
Rosa Aimoni Pubblicato il 04-05-2023
Il senso del tempo nel pensiero occidentale secondo Galimberti, Russell e Freud

Il tempo scorre, ma non per tutti alla stessa maniera. C’è un tempo oggettivo, e c’è poi un modo di percepire, sentire ed interpretare il tempo, che varia da persona e persona, ma anche da cultura a cultura.

Spesso, quando ci troviamo in un momento favorevole, diciamo che il tempo è “passato troppo in fretta”. Invece, quando la situazione è difficile o noiosa, il tempo "non passa più".

Quest’articolo, però, non si propone di analizzare gli stati soggettivi in cui percepiamo il tempo, ma il modo in cui quest’ultimo viene visto in una certa cultura, nello specifico quella giudaico-cristiana, dove il futuro assume sempre una veste benefica e salvifica.

Nella religione giudaico-cristiana, il futuro è sempre associato alla salvezza, ed è quindi visto come un periodo di riscatto, sia in senso religioso, sia in senso economico e materiale.

Il passato, invece, è sempre negativo, (o meglio dire è interpretato come qualcosa di negativo), e abbinato, in ambito economico, alla schiavitù ed alla oppressione, in ambito religioso al peccato originale, in ambito psicologico al trauma o al malessere.

Queste considerazioni fanno comprendere come il nostro schema mentale sia fortemente radicato nel Cristianesimo, e che, anche quando non crediamo in Dio, pensiamo sempre in modo cristiano.

Due filosofi ci guideranno in questo percorso: Umberto Galimberti e Bertrand Russell. Scopriamo il loro pensiero.

Il tempo nella visione cristiana

Il primo pensatore è Umberto Galimberti, autore di diversi saggi sulla società attuale, come I vizi capitali e i nuovi vizi

Lo schema mentale del Cristianesimo, ha più volte sottolineato l’autore nelle varie conferenze, è adottato anche dalla scienza - e non solo.
Si faccia attenzione, però, a non confondere lo schema di pensiero con il contenuto del pensiero stesso.

Ecco quindi come si struttura il pensiero Cristiano:

  • passato = peccato originale
  • presente = redenzione
  • futuro = salvezza

Lo stesso schema di pensiero è stato adottato anche dai principali intellettuali non cristiani e persino dalla scienza, afferma Galimberti.

Anche Freud vedeva il passato come male (trauma), il presente come cura (analisi) ed il futuro come salvezza (in questo caso guarigione).

Ecco infatti lo schema del metodo analitico:

  • passato = traumi dell’infanzia
  • presente = analisi
  • futuro = guarigione

Lo stesso dicasi della scienza. Per Galimberti essa è "cristiana", nel senso che si struttura secondo lo stesso modello di pensiero cristiano:

  • passato = ignoranza
  • presente = ricerca
  • futuro = progresso.

Per i Cristiani, quindi, il futuro è sempre positivo, il passato sempre negativo.
Il presente è invece un viatico per raggiungere la salvezza (religione), la conoscenza (scienza) o il benessere psichico individuale (analisi).

Il tempo nello schema di Bertrand Russell

Anche Bertrand Russell (1872-1970), uno dei più importanti pensatori del secolo scorso, ha fatto un ragionamento simile. Nella sua opera Storia della filosofia occidentale, espone un parallelismo fra ebraismo e comunismo.

Secondo questa visione, il comunismo aveva alla base lo stesso schema mentale del giudaismo. Come scrive Russell:

Lo schema ebraico della storia passata e futura è tale da costituire un potente appello agli oppressi ed agli infelici di ogni tempo. Sant’Agostino adottò questo modello al Cristianesimo, Marx al socialismo.

Lo schema che propone Russell equipara i termini del giudaismo (a sinistra) a quelli del marxismo (a destra).

  • Jahveh = il materialismo dialettico
  • Il Messia = Marx
  • Gli Eletti = il proletariato
  • La Chiesa = il partito comunista
  • La Seconda Venuta = La rivoluzione
  • L’Inferno = la punizione dei capitalisti
  • Il Millennio = la società comunista

Non tutte le culture vedono il futuro come qualcosa di positivo. Gli antichi greci facevano un ragionamento inverso

afferma il poeta Esiodo. Il passato era visto come un periodo positivo, la famosa Età dell’Oro, durante la quale regnavano la giustizia e l’armonia fra i popoli.
Dopo la luminosa Età dell’Oro la storia ha pian piano e gradualmente iniziato a corrompersi, fino ad arrivare all’età del Ferro, in cui predominano l’ingiustizia e la barbarie.

Il tempo nel pensiero occidentale

Ancora oggi noi Occidentali affidiamo al futuro il compito di fornirci benessere e felicità. Attribuiamo scarsa importanza al presente, non viviamo quasi il presente, ma ragioniamo sempre guardando in avanti, demandando tutto a un orizzonte temporale posteriore.
Lo schema cristiano, pertanto, sopravvive ancora nella profondità della nostra psiche, anche se non ce ne rendiamo conto.

Ecco perché oggi molti di noi soffrono. Non solo per la precarietà, che a ben vedere ha connotato ogni era storica dell’uomo, quanto perché non percepiamo più il futuro come salvezza.

La disgregazione dei passati assetti sociali (religiosi, politici e familiari), che fornivano una speranza nel futuro, e la loro mancata sostituzione con qualcosa di diverso, ha lasciato le generazioni allo sbando, incapaci di credere e programmare il tempo che verrà. Aspetto importante, anzi fondamentale, per chi "ragiona come un cristiano".

Ed è perfettamente inutile - questo però è un mio giudizio - tentare di rasserenare le masse con un bieco "presentismo", come fanno alcuni intellettuali, psichiatri o maestri di vita, perché la nostra mente è cristiana, e non può cambiare di punto in bianco, con facili filosofie confezionate ad hoc, e magari importate dall’Oriente.

Il modo di ragionare cristiano non è sbagliato, è solo uno dei tanti possibili. Molte culture, anche a noi contemporanee, interpretano infatti il tempo in maniera molto diversa.

Questo articolo non è quindi una critica negativa al pensiero cristiano, ma è frutto della volontà di chi scrive di diffondere alcuni concetti, ritenuti fondamentali. A mio parere, infatti, è molto importante essere consapevoli di come strutturiamo i nostri pensieri, del modo singolare in cui vediamo il mondo.

La consapevolezza allontana sempre dall’ignoranza e avvicina i popoli alla serenità, quindi alla civiltà, alla giustizia ed alla pacifica convivenza.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il senso del tempo nel pensiero occidentale secondo Galimberti, Russell e Freud

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