Il romanzo distopico per eccellenza è sicuramente “1984” scritto da George Orwell.
Chi è George Orwell?
Nato in India come Eric Blair, George Orwell (il nome deriva dal santo protettore dell’Inghilterra, mentre il cognome dello pseudonimo si ispira a un fiume inglese caro allo scrittore), di famiglia borghese, sceglie di schierarsi con gli ultimi e i proletari arrivando a condividere con loro casamenti popolari e a indossare capi di seconda mano.
Giornalista prima, scrittore poi, Orwell ha idee socialiste che lo portano in Spagna durante la guerra civile. Dalla sua esperienza nasce Omaggio alla Catalogna.
La fattoria degli animali
Disgustato dalla progressiva deriva dittatoriale dell’Unione Sovietica di Jozif Stalin, lo scrittore dà vita alla Fattoria degli animali, un libello satirico alla maniera di Jonathan Swift in cui gli animali di una fattoria , ribellatisi allo strapotere degli umani dopo aver tentato di realizzare una democrazia degenerano.
1984
Ma il libro che ha dato allo scrittore la notorietà più grande è 1984, romanzo distopico che deve il suo titolo all’anno della sua stesura (1948). Nel libro, ambientato in una Londra devastata dalle continue guerre, la denuncia forte e chiara è contro tutti i totalitarismi di ogni colore ed il riferimento al passato conflitto mondiale è evidente nella descrizione deprimente della ex capitale dell’impero britannico e nelle privazioni patite dai suoi abitanti.
Il tema del controllo delle menti, già enfatizzato da Huxley, è addirittura angosciante nel romanzo di Orwell. Il teleschermo che trasmette in continuazione e che è in grado di controllare diuturnamente ogni cittadino anticipa la Stasi della Germania della repubblica democratica, mentre i ritocchi che Winston Smith il protagonista del libro (nome chiaramente allegorico e ispirato a Winston Churchill e al cognome britannico più diffuso) da’ alle pagine di storia in riferimento a personaggi non più graditi al regime si rifanno a quanto realmente accaduto in Germania e in Unione Sovietica durante le dittature nazista e stalinista.
Grande lezione di democrazia, ma anche di libertà spirituale ed individuale, 1984 si spinge anche contro l’impoverimento provocato dall’incapacità di saper pensare.
Lo psicoreato e la neolingua ridotta a pochi termini denunciano un progressivo abbrutimento umano. Pur non lasciando alcuno spiraglio di speranza, tuttavia il libro attraverso la tecnica catartica non disorienta il lettore, aiutandolo piuttosto a comprendere gli intenti dello scrittore.
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