Il mostro sotto il letto
- Autore: Salvatore Savasta
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giraldi Editore
- Anno di pubblicazione: 2024
Quando era piccolo, Salvatore aveva paura del buio e cercava protezione accanto al fratello più grande sotto le coperte del letto. Si sentiva al sicuro dall’orrendo mostro che viveva sotto il suo letto e che poteva sorprenderlo nell’oscurità, lo stesso mostro che era lì a fissarlo mentre si chiedeva cosa stesse succedendo alla sua unica figlia. Zaira è, come avviene in qualsiasi nascita di una figlia, l’amore più grande nella vita di un padre, che si rivolgerà a lei sempre con le parole “amore mio” e spesso darà sfogo con calde lacrime al suo dolore, lontano da lei. Di questo amore parla Il mostro sotto il letto, l’ultimo libro di Salvatore Savasta edito nel 2024 da Giraldi.
La figlia del nostro autore è affetta da una grave malattia genetica che colpisce un numero molto limitato di bambini, ancora poco conosciuta e la cui ricerca scientifica è solo agli inizi. I sintomi visibili sono l’autismo, l’epilessia e i disturbi del sonno. Una malattia che si annida nel corpo e nella mente, agisce sulla sfera cerebrale, su diversi organi e sulla struttura ossea. Diagnosticarla è difficile, non esistono ancora studi a riguardo e chi ne è colpito si pensa non possa sopravvivere.
Non credo di aver mai pianto così tanto in vita mia, come quella notte. E qualcosa dentro deve essersi rotto, perché giurerei di aver sentito un’esplosione. Come quando scoppia una granata a pochi centimetri da te e inizi a sentire le orecchie sibilare, la testa vuota, le meningi implodere e la nausea che affiora.
Un libro che non ha protagonisti nelle persone, scrive Gianluca Bota nella prefazione, ma nelle emozioni. Salvatore Savasta, palermitano, vive e lavora a Pordenone dove si è trasferito per curare la piccola Zaira all’IRCCS Materno Infantile Burlo Garofalo di Trieste. Ha oltre 16mila follower sulla pagina Savastascrivecose. In queste pagine, ripercorre la malattia della propria figlia, il dramma, lo strazio, e racconta le speranze di una giovane coppia al precipizio di una vita di coppia da compiersi all’interno di un ospedale. La lettura del suo romanzo autobiografico emozionano fortemente.
Una lunga dichiarazione d’amore nelle scelte che sono state coraggiose, di speranza, nel reagire ad andare avanti anche nei momenti più difficili. Fin da ragazzo, Savasta amava poco la socialità e tra una versione di greco e di latino scelse di andare a lavorare, bisognava aiutare il padre in difficoltà, quel padre da cui aveva imparato ogni cosa. Terzo di quattro figli di una famiglia palermitana, viveva con la sua famiglia allo Zen, quartiere sinonimo di degrado, ignoranza e malavita. E invece tante famiglie, come la sua, erano oneste e guadagnavano il pane con il duro lavoro: uomini e donne che traboccavano dignità.
E poi l’incontro con la ragazza più bella che ci fosse e che aveva scelto proprio lui, sua moglie Alessia. Ne era perdutamente innamorato, consapevole di aver perso completamente la testa per quegli occhi a mandorla, quel sorriso e quei capelli lisci che le coprivano le spalle. E così nel momento più felice della propria vita bisognerà tenere a bada le urla della propria anima quando Zaira inizierà a mostrare i sintomi della malattia; giornate tra ospedali e medici, decine di visite di controllo, e gli occhi di Alessia che seguono e ascoltano l’equipe medica. Un dolore inimmaginabile e difficile da descrivere con le parole, una frustrazione che si impadronisce del cuore e della mente e non di cui riesci a liberarti neanche con le lacrime e le urla.
Reinventarsi ogni volta. Un matrimonio messo a rischio quando la possibilità di essere utile alla propria figlia viene meno. Non ci sono preghiere né santi, nessuno che possa stare accanto ad ascoltarti, che possa comprendere il tuo dolore. Un dolore sottile che ti logora pian piano fin quando ti arrendi alla vita ingiusta. E poi cambiare città, stanchi e stremati anche nel cercare di rimanere una coppia unita in un mare di difficoltà fisiche ed economiche. I problemi di Zaira, il lavoro, aver lasciato gli affetti più cari, tutto era troppo da sopportare: "stavamo annegando". Fino a quando qualcosa si spezzò, per poi ritrovarsi ricostruendo tutto da zero.
Non ho storie da raccontare su quanto male mi abbia fatto vederti scivolare, d’improvviso, fuori dalla mia vita.
Questo libro, scrive l’autore, non è altro che una lettera d’amore alla moglie e alla figlia, perché l’amore è l’unica cosa che hanno in comune e che darà loro forza. Perché questa lunga lettera vuole ricordare che se esiste un modo per sconfiggere il mostro sotto al letto è tenersi per mano senza dividersi mai.
Il mostro sotto il letto
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