Il morto nel bunker
- Autore: Martin Pollack
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2018
Martin Pollack è uno scrittore mitteleuropeo, di cui l’editore Keller sta pubblicando libri importanti. Questo ultimo, "Il morto nel bunker", che ha come sottotitolo “Indagine su mio padre”, ci accompagna nel viaggio attraverso l’Europa a partire dal secolo scorso, dal 1911, data di nascita del padre, Gerhard Bast, che vide la luce nel paese di Gottsshee, in Slovenia, allora una delle province del grande regno austroungarico, nel quale convivevano popoli di lingua ed etnia diversa, in un crogiolo di culture, dialetti, inimicizie, identità spesso in fortissimo conflitto.
L’autore antepone alla narrazione una carta delle terre in cui si sono svolte le dolorose storie che tenta di ricostruire, a tanti anni di distanza: i confini di allora, contrapposti a quelli attuali, che furono la linea geografica intorno a cui si svolsero gli avvenimenti più sanguinosi e drammatici del secolo. Prima guerra mondiale, dissoluzione dell’impero di Francesco Giuseppe, nascita del nazionalsocialismo, ascesa di Hitler, Anschluss, Seconda guerra mondiale, distruzione sistematica degli ebrei in tutto l’Est europeo, arrivo dell’armata russa, tentativo di fuga alla ricerca della salvezza dei criminali nazisti: fra loro c’è proprio Gerhard, il padre biologico del narratore, che in un tentativo estremo di sfuggire alle proprie responsabilità aveva trovato rifugio in un paesino del Sudtirolo, presso Colle Isarco, dove si era impiegato come bracciante. Poi, sotto falso nome, nel tentativo di tornare in Austria, siamo nel 1947, era stato ucciso dall’uomo che aveva pagato per espatriare e sepolto in un vecchio bunker abbandonato in un bosco.
Il figlio Martin, slavista, traduttore, compie con la moglie un viaggio alla ricerca delle tracce dell’uomo che, pur essendo suo padre, lui non aveva conosciuto né di lui portava il cognome: Pollack è il patrigno, un uomo anziano con cui la madre era sposata, malgrado la relazione passionale con Gerhard, da cui aveva avuto il figlio. Storia privata e storia pubblica si mescolano in modo sapiente in questo saggio che ha molte parti di grande spessore umano, anche se freddamente vengono riportate cifre, spostamenti, cariche, carriere, uccisioni, processi, verbali, documenti prevalentemente legati alla storia del Terzo Reich, di cui i protagonisti sono tutti fedeli seguaci e attivi operatori. Martin Pollack nel suo viaggio doloroso alla ricerca della personalità dell’uomo che gli aveva dato la vita, si imbatte nelle pagine più oscure della storia europea, che vide nell’invasione nazista delle terre dell’Est, Polonia, Slovacchia soprattutto, i crimini più efferati. Le stragi di ebrei vengono rievocate con dovizia di particolari macabri e lo scrittore in continuazione si domanda quanta parte abbia avuto suo padre, a capo di un famigerato Sonderkommando, in quelle orribili esecuzioni di massa, sperando che i documenti e le testimonianze lo assolvano almeno dalle scoperte più atroci.
Molto bella nel libro la parte più legata alla famiglia: come ha potuto, si chiede Martin, una famiglia borghese di giuristi, avvocati per lo più, lasciarsi irretire da ideologie perverse quali l’antisemitismo portato alle fasi più estreme; l’identità tedesca, a cui anche gli austriaci si erano attaccati con l’entusiasmo di chi, frustrato dalla dissoluzione dell’impero millenario dell’aquila bicipite, vide nel superomismo hitleriano una possibilità di vera riscossa.
Pagine intense, ricche di spunti storici poco noti, di scoperte che lo stesso autore fa nell’ossessiva ricerca di tracce che lo aiutino a ricostruire l’identità di un padre mai conosciuto, reso vivo solo dall’amore incondizionato della madre, la severissima nonna di Martin e la madre Hildegard, nei confronti della quale lo scrittore mostra sempre grande affetto e comprensione per le scelte di vita, pur se molto discutibili. Le terre di confine sono raccontate con esattezza, ricostruite fratture, inimicizie, odi secolari che tracimeranno poi dopo la fine della guerra: si capiscono bene i drammi della ex Jugoslavia leggendo questo saggio, si scorgono i pericoli di una nuova rottura dell’Unione Europea, costruita con tanta fatica e con lo spargimento di troppo sangue. Sulla copertina del libro un giudizio dello scrittore triestino Claudio Magris, “un piccolo gioiello” ha definito questo libro, che consiglio agli amanti della storia contemporanea.
Il morto nel bunker. Inchiesta su mio padre
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