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Recensioni di libri

Il mio Proust. Scritti proustiani (1998-2021) di Gennaro Oliviero

Il ramo e la foglia edizioni, 2022 - Gennaro Oliviero scrive un libro che è un compendio della Recherche di Proust, corredato di note e con l’introduzione di Lorenza Foschini. Con uno sguardo particolare per le opere d’arte amate dallo scrittore francese.

Vincenzo Mazzaccaro
Vincenzo Mazzaccaro Pubblicato il 13-07-2022
Il mio Proust. Scritti proustiani (1998-2021)

Il mio Proust. Scritti proustiani (1998-2021)

  • Autore: Gennaro Oliviero
  • Categoria: Saggistica
  • Anno di pubblicazione: 2022

Gennaro Oliviero, oltre che studioso e bibliofilo, sembra avere una corrispondenza misteriosa con Proust. Ne sa moltissimo, anche se Il mio Proust. Scritti proustiani (1998-2021) edito da Il ramo e la foglia edizioni nel 2022 ha dovuto subire dei tagli, accettati dallo stesso autore, per eccesso di zelo e di informazioni (a quanto pare, sarebbe stato lungo quasi mille pagine).

Alla ricerca del tempo perduto, immenso e splendido libro, non fu accettato per la pubblicazione da André Gide, che lo trovava farraginoso e non interessante. Oliviero è però quasi sicuro che Gide non lesse il manoscritto che gli era stato inviato, uno dei tanti fascicoli sulla sua scrivania: si mangiò poi le mani, quando il libro fu pubblicato da un altro editore, per non aver compreso che forse era l’ultimo vero romanzo francese capace di racchiudere il mondo aristocratico e borghese che venne scombussolato dalla Prima guerra mondiale (anche se Proust non aveva ancora finito il suo capolavoro, a fine guerra).

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Oliviero poi fa una distinzione tra la prima parte dell’opera e la successiva e in questo caso chi scrive è d’accordo: Sodoma e Gomorra è la parte più alta del romanzo, insieme al Tempo ritrovato.
Perché Proust scrive tutto, dei vizi e della virtù, dei piaceri carnali e delle meschinità di un grandissimo personaggio del libro, il barone di Charlus, ai tempi detto "un invertito" per il suo orientamento sessuale, a cui non viene risparmiato niente, ed è forse il nome che più resta in mente, dopo anni dalla prima lettura del testo.
A Oliviero piace anche ricordare l’amore di Proust per le cattedrali gotiche, perché aveva paura che non sarebbero rimaste in piedi. Lo studioso di Napoli scrive che la biblioteca di Proust non era vasta: spesso i libri se li faceva prestare, ma conservava ogni figura, ogni riproduzione dell’architettura francese e delle sue opere artistiche.

Questo libro è "magico" per la devozione assoluta dello studioso per Proust, anche se il libro è stato pubblicato anche per ricordare il centenario della morte del francese avvenuta proprio nel 1922.
Meno attenzione fa lo studioso per gli amori di Proust: si attiene a quello che aveva già scritto Lorenza Foschini nel suo bellissimo libro Il vento attraversa le nostre anime: il più grande amore del francese fu per il musicista Reynaldo Hahn. Due anni di passione e un’amicizia che durò fino alla morte dello scrittore, avvenuta, appunto, nel 1922.

Notevoli sono soprattutto delle pagine scritte sulla gelosia per Albertine scomparsa.
Nessuno come lo scrittore francese entra nei meandri della gelosia con tanto fervore e conoscenza approfondita. Tanto che né prima né dopo ci sarà un autore capace di mettere un punto sulla gelosia umana.

Il libro di Gennaro Oliviero è per proustiani incalliti, ma con la speranza che anche coloro che non hanno ancora letto Proust possano trovare godimento e dolore leggendo Alla ricerca del tempo perduto.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il mio Proust. Scritti proustiani (1998-2021)

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