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Recensioni di libri

Il maestro di Auschwitz di Otto B Kraus

Newton Compton, 2020 - La volontà dei deportati al campo di Auschwitz di organizzare attività ludiche e formative per i bambini del campo raccontata con gli occhi di un sopravvissuto.

Elisabetta Bolondi
Elisabetta Bolondi Pubblicato il 22-01-2020

9

Il maestro di Auschwitz

Il maestro di Auschwitz

  • Autore: Otto B Kraus
  • Genere: Romanzi e saggi storici
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Newton Compton
  • Anno di pubblicazione: 2020

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Otto B Kraus, sopravvissuto di Auschwitz-Birkenau, scrive Il maestro di Auschwitz (Newton Compton, 2020), testimonianza di quanto subito nel Blocco dei Bambini del lager, dedicandolo alla moglie Dita. Ora lei, dopo la morte del marito, racconta nell’introduzione la genesi del libro ed il suo sostegno a Otto, perché finalmente riuscisse a raccontare quanto vissuto nel Blocco 31 e la missione che si erano dati quegli uomini e donne, che nell’inferno concentrazionario riuscirono a far sopravvivere decine di bambini sottraendoli alla morte del corpo e dello spirito, giocando, cantando, recitando, disegnando, imparando.

Il maestro di Auschwitz è la storia affascinante di Alex Ehren, di Maria Felix, di Lisa Pomnenka, di tanti altri personaggi di fantasia ma ispirati da persone vere, compagni di prigionia con i quali il narratore, il giovane Alex, riuscì a portare a termine un compito estremamente arduo: riuscire a far vivere ai piccoli internati una sorta di possibile normalità, un surrogato di infanzia libera, una crescita della fantasia e della creatività. Ecco allora che gli adulti, pur affamati e costretti all’orrenda promiscuità del campo, denutriti, gelati, appena coperti di pochi panni sporchi e laceri, riescono a creare dei gruppi di bambini che fanno attività ludiche, che imparano a scrivere, a leggere, a disegnare, a cantare. Non ci sono piante né uccelli nel lager, solo puzza di fumo, di escrementi, di decomposizione. Eppure per i piccoli basta intrecciare la paglia dei materassi per farne oggetti, costruire burattini che reciteranno su un piccolo palco, imparare, di nascosto, un po’ di geografia, leggere, brani della Bibbia, imparare le lingue attraverso la musica e i canti in coro.

Mentre gli insegnanti e i guardiani temono ogni giorno che quello sia l’ultimo, mentre il terribile Josef Mengele si aggira nelle baracche per catturare i gemelli, i nani, i deformi per i suoi terribili esperimenti di genetica, mentre i convogli pieni di migliaia di deportati ebrei da ogni parte d’Europa vengono avviati alle camere a gas, nel Blocco 31 si continua a vivere, giorno dopo giorno, dando la speranza del domani ai bambini. Uno di loro, cresciuto troppo in fretta, corrotto da ciò che vive e orfano, diventa il galoppino di un Kapò, commercia oro, fa da intermediario per procurare donne ebree ai guardiani nazisti, è un piccolo demonio. Alex prova a redimerlo, ma Adam resta il simbolo di quanto la corruzione morale abbia segnato quelle persone, sottraendo loro infanzia, innocenza, sensibilità. Il ragazzino ha dei momenti di autenticità, gioca con le parole, si esprime in modo quasi poetico, ma è una breve illusione: la sopravvivenza è più forte dell’umanità, anche per i più piccoli.

Il personaggio femminile di Lisa, che dipinge a colori pieni di allegria una parte del muro del Blocco, quello dell’affabulatore Fabian, quello della filosofa Maria, che parla di temi culturali nella desolazione del campo, sono le figure più dense e commoventi del libro, che l’autore ha avuto il coraggio di scrivere dopo anni di silenzio.

Alex si domandava come facessero i bambini a capire i sottintesi, perché molti di loro non erano mai andati a scuola e le loro conoscenze erano limitate e piene di lacune. Eppure erano ansiosi di imparare cose nuove e dediti all’ascolto di storie che supplivano alle loro mancanza di esperienze vissute. Era il Blocco, pensava a sostituire il mondo che avevano perduto due volte. Erano sconfinati nel campo, ma all’interno del Blocco dei Bambini crescevano come piante in una serra, alimentati dalle parole delle storie e dai prati e dagli uccelli dipinti sulla parete da Lisa Pomnenka.

Selezioni, dissenteria, tifo, pidocchi, malnutrizione, percosse, fame, paura, tutti i temi classici della narrazione della vita nei lager durante la Shoah, vedono in questo libro un segno di speranza, l’idea di prospettiva, che gli adulti a cui i bambini furono affidati per mesi, riuscirono a far crescere nelle loro giovanissime menti. La resistenza degli ebrei nei lager, così poco raccontata, in questo libro di Otto B Kraus si colora di un aspetto inedito, poetico, originale. Le parole, la narrazione, i libri, il teatro, hanno salvato quei bambini dall’abisso e i loro maestri dalla disperazione. Un nuovo capitolo della Memoria.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il maestro di Auschwitz

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