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Recensioni di libri

Il guardiano della collina dei ciliegi di Franco Faggiani

Fazi, 2019 - L’autore con sensibile maestria si sofferma sull’incredibile vicenda del podista giapponese Shizo Kanakuri che alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912 si addormentò fermandosi a un pic-nic e poi scomparve.

Alessandra Stoppini
Alessandra Stoppini Pubblicato il 02-05-2019
Il guardiano della collina dei ciliegi

Il guardiano della collina dei ciliegi

  • Autore: Franco Faggiani
  • Genere: Storie vere
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Fazi
  • Anno di pubblicazione: 2019

Nella Collana “Le strade” Fazi edita “Il guardiano della collina dei ciliegi” (2019), romanzo che il giornalista romano Franco Faggiani ha dedicato alla storia di Shizo Kanakuri (Tamana, 20 agosto 1891 – Tamana, 13 novembre 1984), considerato il Padre della maratona giapponese. Faggiani, il quale ha radici a Milano, ha lavorato come reporter nelle aree più calde del mondo, si è occupato di economia, ambiente, cronaca, sport e negli ultimi anni di enogastronomia, e ha già scritto manuali sportivi, guide, biografie, racconti, saggi e testi di libri fotografici.

Mi hanno detto che la sua falcata ormai assomiglia a quella di una cicogna quando sta per spiccare il volo, che i suoi piedi sussur­rano all’erba e che le sue braccia si alternano come gli stantuffi di una locomotiva che viaggia veloce.

L’imperatore Mutsuhito, con questa frase si era rivolto a Shizo Kanakuri giovane studente di Economia presso l’Università di Tokyo, per invogliare il ragazzo ad accettare una proposta che Shizo non avrebbe mai potuto rifiutare. L’Imperatore, che possedeva un lungo sguardo rivolto verso l’Occidente, l’America e soprattutto l’Europa, aveva deciso che lo studente avrebbe partecipato alla quinta edizione dei Giochi Olimpici, che si sarebbero tenuti nel 1912 in Europa, a Stoccolma.
Shizo avrebbe avuto l’onore e il privilegio di rappresentare il suo Paese, il Giappone, “nella prova più ardua e gloriosa, la maratona”. Una straordinaria opportunità per Shizo Kanakuri, unico figlio di uno “shinshoku”, un sacerdote shintoista di se­condo grado, il quale al tempo stesso ricopriva il ruolo di funzionario economi­co imperiale, che fin dall’adolescenza adorava correre, perché solo così si sentiva realmente libero, leggero e in sintonia completa con il crea­to.
Per far comprendere quanto sia stata assoluta la passione di Shizo per la corsa basti dire che a volte pur di correre più veloce del vento, ingannava il padre disobbedendo alle sue imposizioni sullo studio. Dopo un lungo viaggio, il cui costo era stato sostenuto grazie ad una raccolta fondi organizzata dalla Scuola Normale Superiore di Tokyo e anche grazie agli allenamenti con Jigoro Kano, futuro fondatore del judo, Shizo era giunto a Stoccolma i primi di giugno.
Il giorno della gara, il 14 luglio, il caldo era a dir poco eccessivo, 32 gradi all’ombra. Non solo, il regolamento vietava i ristori ufficiali e nessun tecnico poteva avvicinarsi agli atleti. Durante la corsa, che l’atleta giapponese si candidava a vincere, Kanakuri, all’improvviso era scomparso, la gara era terminata con la vittoria del sudafricano McArthur, ma Shizo all’arrivo non era mai giunto.

Nel volume “La manutenzione dei sensi” (Fazi 2018), intenso romanzo d’esordio, introspettivo e delicato, Faggiani celebrava il potere salvifico della montagna. In queste intense pagine, “un cocktail di realtà e fantasia nate dalla casuale lettura di un trafiletto su un giornale sportivo”, l’autore con sensibile maestria si sofferma sull’incredibile vicenda del podista giapponese che alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912 si addormentò fermandosi a un pic-nic e poi scomparve. Da giovane Shizo era rimasto colpito da una frase trovata in un libro di Lewis Carroll: “Comincia dall’inizio e vai avanti fino alla fine”. Una specie di regola personale per Kanakuri, ma nel giorno più importante della sua vita l’aveva disattesa. Sappiamo benissimo l’importanza che i giapponesi danno al concetto di “onore” ed è per questo che per espiare la sua colpa Faggiani porta a vivere Shizo Kanakuri dalla primavera del 1915 fino al 1967 nell’isola di Hokkaido, che è la più settentrionale, la meno abitata e la più selvag­gia dell’arcipelago giappone­se. A Rausu, sulla costa nord flagella­ta d’inverno dai venti artici, dove per tutti quegli anni era stato il guardiano di una collina di ciliegi, Shizo aveva ritrovato se stesso, perdonando il suo errore di valutazione, sicuramente dato dalla sua inesperienza.
In questa vera storia che assomiglia a una favola, non poteva mancare il lieto fine: invitato in Svezia nel 1967, dopo oltre mezzo secolo Shizo Kanakuri completò la gara.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il guardiano della collina dei ciliegi

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Commenti: 1

  • Renata Cannizzaro
    8 luglio 2019, 15:54

    "Il guardiano della collina dei ciliegi" è un libro bellissimo e conferma quanto già pensavo di Franco Maggiani, dopo aver letto la "La manutenzione dei sensi". E’ un autore che trasmette pace, amore per la natura, per la vita. I suoi scritti sono pieni di buoni sentimenti, ti fanno pensare e ti fanno venire voglia di cambiare il tuo modo di vivere, di vedere le cose, di relazionarti con gli altri. Ne consiglio vivamente la lettura.

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