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Recensioni di libri

Il grande contagio di Charles Eric Maine

Mondadori, 2020 - Pur scritto negli anni Sessanta, il romanzo presenta affascinanti analogie con quanto vissuto negli scorsi mesi: un terribile virus, originatosi in estremo Oriente e derivato dal virus dell’influenza, inizia a mietere vittime in Occidente.

Sabrina Zuppardi
Sabrina Zuppardi Pubblicato il 28-01-2021

9

Il grande contagio

Il grande contagio

  • Autore: Charles Eric Maine
  • Genere: Fantascienza
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Mondadori
  • Anno di pubblicazione: 2020

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Il grande contagio di Charles Eric Maine (Mondadori, 2020, trad. A. Negretti) è un romanzo apocalittico distopico scritto nel 1962.
Dal racconto, si evince che il romanzo è ambientato nel periodo storico dell’autore, per due motivi: i mezzi di comunicazione e propaganda rimangono la televisione e la radio, e nei notiziari e nell’opinione pubblica grava il timore di un conflitto atomico. Oltretutto, la Germania era ancora divisa in Germania Est e Germania Ovest.

Il terribile virus Hueste, originatosi in estremo Oriente e derivato dal virus dell’influenza e reso molto più letale dalla sua mutazione, inizia a mietere vittime.
Il virus, infatti, agisce dopo 24 ore e causa la paralisi e infine la morte del 50% degli individui che lo contraggono.

La storia è romanzata, ovviamente, e i suoi due protagonisti sono Clive, un importante giornalista, e Pauline, medico dell’ O.I.R.V., l’organizzazione internazionale ricerca virus. La situazione precipita insieme al loro matrimonio.
Tra insabbiamenti, smentite, notizie falsate e censure, il virus dilaga e poco può fare la scienza per arginarlo.
L’O.I.R.V., ossia l’equipe scientifica composta dai migliori virologi, è al lavoro per sintetizzare un vaccino mentre gli apparati di governo di tutto il mondo, oltre a censurare la stampa e chiudere le frontiere per arginare il virus, creano rifugi sotterranei dove isolare e proteggere “quelli che contano”, allo scopo di salvare le strutture di base della società.

“Quelli che contano” sono individui utili alla società post virus (la mortalità, ricordiamolo, è del 50%): politici, scienziati, dirigenti, ingegneri, ecc: persone al vertice della struttura sociale.
Proprio per questo, mentre in rifugi sotterranei sterilizzati gli scienziati lavorano alla creazione di un vaccino e i “salvati” rimangono incolumi ad aspettare, con le loro famiglie, che tutto passi, il mondo in superficie si organizza in modo diverso: i “ribelli”, come vengono definiti, mettono in atto una vera rivoluzione e mirano all’eliminazione della società così come la conosciamo.
Chi vincerà?

Il titolo di questo romanzo e le analogie con la situazione attuale mondiale, nonostante il testo sia stato scritto negli anni Sessanta, mi hanno attratta subito.
Persino il modo in cui l’autore descrive le restrizioni a cui è sottoposta la popolazione, prima che Hueste mieta vittime, assomiglia molto alla situazione che stiamo vivendo.
Il vocabolario è il medesimo: assembramenti, uscire solo per lo stretto necessario, i viaggi sono vietati, cinema, teatri, ristoranti sono chiusi, e la descrizione di queste città vuote e deserte fa molto pensare al primo lockdown.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Un libro perfetto per...

È il libro per te se sei appassionato del genere apocalittico ma sei curioso, in questo caso, di constatare quanto poco di fantascientifico possa esserci nella fantascienza stessa.
Qual è il limite che separa l’impossibile dal possibile?

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il grande contagio

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