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Recensioni di libri

Il giorno del giudizio di Salvatore Satta

Adelphi, 2019 - La solitudine è il fil rouge di questo bellissimo e melanconico volume, accolto come uno dei più importanti romanzi moderni italiani e subito tradotto in ben diciassette lingue.

Alessandra Stoppini
Alessandra Stoppini Pubblicato il 10-09-2020

5

Il giorno del giudizio

Il giorno del giudizio

  • Autore: Salvatore Satta
  • Genere: Romanzi e saggi storici
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Adelphi
  • Anno di pubblicazione: 2019

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Il giorno del giudizio (Adelphi, 2019) del giurista e scrittore Salvatore Satta (Nuoro, 9 agosto 1902 – Roma, 19 aprile 1975) fu pubblicato postumo nel 1977 dalla Cedam, casa editrice padovana specializzata in testi di economia, diritto e medicina, ma il romanzo deve la sua popolarità alla successiva edizione Adelphi del 1979, che ebbe una larga diffusione e crescente successo di critica e pubblico, vincendo il Premio Comisso Narrativa.

“E anche allora bisogna che ci sia uno che ti raccolga, ti risusciti, ti racconti a te stesso e agli altri come in un giudizio finale”.

L’io narrante del presente testo, redatto da uno dei maggiori giuristi italiani del XX Secolo, ormai anziano, torna nella sua città natale certo che la sua fine sia prossima e decide di fare una visita al cimitero. È l’occasione per riavvolgere il nastro della memoria, con lo scopo di rievocare personaggi indimenticabili della città di Nuoro, le cui vicende si sono svolte tra la fine del XIX Secolo e la fine della I Guerra Mondiale.
Notaio a Nuoro, Don Sebastiano Sanna Carboni, nella sua dimora vigilava su tutto e tutti, su sua moglie, Donna Vincenza, “massa scura dimenticata in un angolo”, e sulla nidiata di figli, sette ragazzi, che avevano messo al mondo. Donna Vincenza, moglie e madre, stava in un angolo della sala da pranzo, avvolta nei suoi panni neri, come si conveniva ai suoi cinquant’anni, esausta, ingrassata dalle maternità e con il capo sempre chino sul petto. Dimenticata dal marito, “tu sei al mondo soltanto perché c’è posto”, i figli erano la vita per Donna Vincenza, ma non la speranza, perché Donna Vincenza era una donna senza speranza.

Anche Don Sebastiano era un uomo senza speranza, il notaio aveva visto svanire il sogno di vedere i figli dedicarsi fuori dall’orario di scuola a qualche mestiere. Per fare esperienza, come del resto facevano i figli dei miliardari americani, che si guadagnavano il pane facendo gli strilloni. Era per questo che ogni serata in casa Sanna terminava sempre allo stesso modo, i figli se ne andavano nelle gelide stanze da letto, all’ultimo piano, mentre Nuoro, nella notte profonda, “si stendeva percorsa da un vento gelido”.

La solitudine è il fil rouge di questo bellissimo e melanconico volume, accolto come uno dei più importanti romanzi moderni italiani, subito tradotto in ben diciassette lingue. Nuoro e la Sardegna, isola di “demoniaca tristezza”, ancestrale e magica, onirica e visionaria, epica, dove si muovono personaggi leggendari come Don Sebastiano, Donna Vincenza, Monsignor Dettori, Don Ricciotti, Gonaria, Pedduzza, Giggia, Baliodda, Dirripezza, che riaffiorano nella mente dell’io narrante, certamente lo stesso Satta, in un assurdo disordine, “come se tutta l’esistenza si fosse svolta in un solo istante”.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il giorno del giudizio

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