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Recensioni di libri

Il dipinto di Roberto Zaupa

Algra Editore, 2022 – Secondo l’autore genovese di un noir di edizione catanese, il delitto può essere uno specchio della società contemporanea, attraverso il quale denunciare difetti e anticipare le aspettative per il futuro.

Felice Laudadio
Felice Laudadio Pubblicato il 05-11-2022
Il dipinto

Il dipinto

  • Autore: Roberto Zaupa
  • Genere: Gialli, Noir, Thriller
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Anno di pubblicazione: 2022

“Scritti in giallo”: è la collana che ospita il romanzo Il dipinto, in distribuzione da qualche mese per i tipi della casa editrice catanese Algra Edizioni (aprile 2022, 160 pagine), a firma di Roberto Zaupa, genovese cinquantottenne laureato in economia e commercio e appassionato di noir classico.
Giallo con sfumature noir è il genere della sua opera e il delitto - a quanto sostiene l’autore - può diventare uno specchio della società contemporanea, attraverso il quale denunciare difetti, vizi e anticipare le aspettative per il futuro.

Negli omicidi però non c’è un domani, è poco ma sicuro. Certamente non avrà un futuro Mara Rivelli. La segretaria dell’avvocato milanese Mangiagalli è riversa senza vita nello studio del legale, parossisticamente geloso della procace collaboratrice. La donna è distesa a terra, con il volto sfigurato da un oggetto contundente e il corpo trafitto da tagli profondi. Sembrano coltellate, ma non è visibile la minima traccia di sangue.

Sarà la suggestione, indotta dalla passione a nostra volta per i casi di cronaca nera più importanti; ma la scena e il contesto del delitto ricordano il famoso e tutt’ora irrisolto omicidio della povera Simonetta Cesaroni, avvenuto trentadue anni fa, nell’agosto 1990, a Roma.
Anche lì, nell’oggettività reale e giudiziaria, chi è entrato ha scoperto il cadavere, martoriato da un’arma da punta e da taglio, di una giovane segretaria sola nel suo ufficio, in un complesso abitativo in via Poma, nell’elegante quartiere Prati della capitale.
Centrale anche il luogo del delitto nella città della Madunina, un’articolata palazzina a uso abitazione e uffici in viale Premuda, oltre l’ampio viale Bianca Maria.
Nella finzione narrativa come nell’episodio criminale autentico, numerose persone sconvolte partecipano al ritrovamento. Qui è presente l’amante segreto della ragazza, Luca, factotum in via riservata di Mangiagalli, il contitolare dello studio legale di viale Premuda. A Roma c’era invece Raniero Busco, fidanzato di Simonetta, indagato per l’omicidio, condannato a 24 anni di reclusione e poi scagionato nel 2012.

In entrambi i casi, il cadavere è rinvenuto privo di vestiti. Quasi del tutto quello della Cesaroni, i cui indumenti erano sistemati in ordine dappresso. Completamente nudo quello di Mara, ma gli abiti sono sparpagliati alla rinfusa in un angolo e mancano una gonna e lo slip, oltre all’arma omicida. Da notare che la giovane ha chiesto disperatamente aiuto via telefono alla madre e anche alla moglie dell’avvocato. Questo sarebbe accaduto appena da una novantina di minuti. Eppure, il cadavere presenta tracce di rigor mortis, compatibili soltanto con un omicidio commesso molte ore prima.
Altra analogia. Qualcuno ha pulito accuratamente il cadavere (come il locale di via Poma). Non ci sono tracce ematiche né sul corpo né sul pavimento. Ammoniaca? Tracce del liquido sono anche nella cavità orale della vittima.

Sulla scena del delitto, alle tre di notte si affaccia il commissario Randazzo, mentre l’ispettore Puglisi è già sul posto. Sono siciliani, trasferiti a Milano da Catania per coordinare indagini antimafia, ma il vicequestore Martelli ha insistito per trattenerli in forza nell’organico milanese e per entrambi è un bene. In Sicilia erano sprecati, non a loro agio, troppo amore per il lavoro. A Francesco Randazzo piace fare il poliziotto. Meticoloso, non crede al caso o alle coincidenze, secondo lui tutto ha una spiegazione logica. Oltre al carattere scontroso era anche diffidente con i colleghi, li riteneva di mano eccessivamente leggera con la criminalità organizzata.

Anche Nicolò Puglisi si nutre di indagini, indagini, indagini. Giorno o notte, sabato e domenica, a Pasqua e a Natale. Trentenne, è single convinto senza radici. Il commissario, invece, era sposato a Catania, ma la moglie ha chiesto il divorzio anche a causa del lavoro. Sulla soglia dei quarant’anni, Randazzo ha iniziato una nuova vita al Nord. Del resto non sembra un meridionale: alto, castano, carnagione chiara, dita lunghe e affusolate. Ha pure imparato un po’ di dialetto milanese. Solo un po’.

Mara Rivelli non era particolarmente bella. Un tipo, ma andava tanto a genio all’avvocato Mangiagalli. Chi è molto bella invece è la giornalista Elena Mandelli, anche se in redazione non si voltano più a guardarla. Sono passati i tempi dei fischi, delle attenzioni e degli inviti a cena. Gli uomini si abituano presto alla bellezza, la danno per scontata. Ma Elena è anche una cronista in gamba, in pochi anni ha fatto una carriera sorprendente e non sono mancati neppure i contatti con un network nazionale.
È ancora molto bella e ora molto inguaiata dal caso appena arrivata in città. Ferie di Natale annullate, tutti a seguire l’inchiesta di viale Premuda.

Dall’autore, Roberto Zaupa, apprendiamo che Milano è la città che conosce meglio dopo Genova e che la storia si snoda tra l’Italia, il Brasile, l’India e gli Stati Uniti. I personaggi hanno tutti un lato oscuro caratterizzante e le donne del romanzo, in particolare, vivono un equilibrio difficile tra essere sé stesse e il desiderio di venire accettate da una società ancora troppo maschilista.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il dipinto

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