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Recensioni di libri

Il calderone delle streghe. La battaglia della sacca di Cherkassy, gennaio-febbraio 1944 di Günther Jahnke

Italia Storica, 2021 – L’altra Stalingrado ma l’esito fu diverso: i tedeschi accerchiati sfondarono verso Ovest, muovendo in 50mila e raggiungendo la salvezza in 35mila, senza sacrificarsi inutilmente sul posto.

Felice Laudadio
Felice Laudadio Pubblicato il 02-07-2021
Il calderone delle streghe. La battaglia della sacca di Cherkassy, gennaio-febbraio 1944

Il calderone delle streghe. La battaglia della sacca di Cherkassy, gennaio-febbraio 1944

  • Autore: Günther Jahnke
  • Genere: Romanzi e saggi storici
  • Categoria: Saggistica
  • Anno di pubblicazione: 2021

Der kessel: il calderone, la piccola Stalingrado. All’inizio del 1944, nella pianura ucraina intorno a Korsun, le difese dell’11° Corpo d’Armata tedesco dell’8a Armata sembravano un cane da guardia con la catena troppo corta, davanti alle forze sovietiche aggiranti dai lati. Erano ancora in corso i combattimenti sul Volga, nella città città industriale intitolata a Stalin, quando l’Armata Rossa scatenò una nuova grande manovra a tenaglia ai danni della Whermacht, impegnata in un territorio troppo vasto e privo di rilevi. Quelle giornate sono raccontate da un protagonista nel volume Il calderone delle streghe. La battaglia della sacca di Cherkassy, gennaio-febbraio 1944, edito a gennaio da Italia Storica di Genova nella Serie Ostfront (494 pagine, 36 euro), a cura di Andrea Lombardi e nella traduzione di Vincenzo Valentini. Autore è un reduce della SS-Panzer Division Wiking, l’ufficiale carrista Günther Jahnke (1919-2003), con la collaborazione di Bernd Lerch.

Autopubblicato nel 1996 in Germania, il lavoro è un ampio approfondimento tecnico militare e tattico logistico. Gli appassionati non dovrebbero lasciarselo sfuggire, ma è interessante per tutti. Sotto tanti aspetti è un volume di pregio, con un consistente apparato di illustrazioni, numerose mappe e documenti. Su carta patinata lucida, sono riprodotte 220 foto in bianconero, molte rare e inedite, 18 a colori e 9 mappe originali.

È lo stesso Jahnke a presentarlo, allora tenente dell’importante formazione corazzata delle Waffen SS, i reparti combattenti del partito nazista. Decorato con la Croce tedesca in oro nel febbraio 1944, era uno dei 130mila militari delle quattro Armate dei generali Hube e Wohler (con 100 carri e semoventi), accerchiate nel “calderone” dai 245mila uomini, 513 carri armati e artiglieria semovente del I Fronte Bielorusso di Kaputin e del II Fronte Ucraino di Konev, forti di sette Armate, due delle quali corazzate. A fine gennaio, la sproporzione nel saliente di Kanev era schiacciante: uomini 2:1, corazzati 5:1, aviazione tattica 4:1, artiglieria addirittura 7:1.

Lo studio sulla sacca, scrive l’ex obersturmfuhrer, è un’analisi operazionale e tattica. Vi sono descritti gli avvenimenti e lo sviluppo della situazione militare del fronte tedesco a Sud di Cherkassy, dal 28 gennaio al 17 febbraio 1944. Viene anche sviluppata un’ampia panoramica del quadro generale degli eventi tra la fine del 1943 e l’inizio del 1944 sul fronte dell’Heeresgruppe Sud, per mettere a fuoco il contesto della battaglia, che si distinse nel fronte orientale per drammaticità e svolgimento tattico. Il lavoro, aggiunge l’anziano reduce, si sforza di rappresentare i fatti nel modo più esauriente, sulla base di ricerche pluriennali basate su documenti d’archivio e fonti secondarie tedesche e sovietiche, diari di guerra delle unità coinvolte e testimonianze dirette di veterani.

Al contrario di Stalingrado, la sacca di Cherkassy non ebbe un impatto decisivo sulle sorti della guerra, fu piuttosto l’esito logico del gap militare dell’Esercito tedesco evidente dall’inizio del 1943 per organici e materiali sul fronte russo, l’Ostfront macinava impietosamente ogni giorno vite umane e risorse. Gli eventi si differenziano ulteriormente rispetto al Volga per la scala di grandezza, quattro-cinque volte minore. E per l’esito finale. I tedeschi rifiutarono la resa e senza sacrificarsi inutilmente sul posto sfondarono verso Ovest, muovendo in 50mila e raggiungendo la salvezza in 35mila. Si tenga conto che Hitler non autorizzava ritirate e non consentiva di costruire linee fortificate dietro lo schieramento avanzato delle divisioni germaniche. Era convinto che i generali e le truppe avrebbero ceduto alla tentazione di “tagliare la corda”, scrive testualmente l’ex ufficiale.

Nella ricostruzione tecnica del tenente, c’è spazio anche per la componente emozionale dei combattenti. Fa notare che la drammaticità e l’intensità degli eventi nella sacca, in particolare nelle “ore infernali dello sfondamento”, sono rimaste impresse nell’anima di tutti i superstiti. Chi aveva riguadagnato le linee tedesche e la salvezza non ha mai ha dimenticato la riconoscenza nei confronti dei “salvatori” e parlava di “miracolo”. Riuniti in associazioni di reparto, i reduci hanno celebrato per decenni la ricorrenza.

Sostiene anche che durante la battaglia ognuno aveva adottato strategie personali di sopravvivenza. Alcuni erano convinti che marciare separati dalle masse di uomini offrisse qualche chance in più, perché i sovietici avrebbero puntato su gruppi di fuggiaschi e da soli sarebbe stato più facile eludere i tank, anche a brevissima distanza. Lontano dalla folla contrasta però con l’esperienza di grossi agglomerati, anche più di mille soldati, che al comando di ufficiali o anche solo di graduati tatticamente capaci e dotati di sangue freddo, riuscirono nello sfondamento senza subire perdite significative. Ovviamente avranno inciso circostanze favorevoli: approfittare del terreno ondulato, raggiungere un boschetto, attendere il tramonto, muoversi in un settore sgombro di nemici.

Nessuna speranza invece per chi marciava di scorta ai pianali sui quali erano caricati i feriti, possibilità pari allo zero: i cari armati li hanno falciati come colpi di sciabola.

Il calderone delle streghe. La battaglia della sacca di Cherkassy, Gennaio-Febbraio 1944

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il calderone delle streghe. La battaglia della sacca di Cherkassy, gennaio-febbraio 1944

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