I gufi dei ghiacci orientali
- Autore: Jonathan C. Slaght
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Iperborea
- Anno di pubblicazione: 2024
Esistono terre dimenticate dal tempo, luoghi che esistono come testimonianza primigenia del pianeta. Zone geografiche inospitali, dove la natura è padrona e sopravvivere significa farci i conti. La lunga striscia di terra dell’Estremo Oriente russo (il Litorale), compresa tra il Mar del Giappone e la Cina, è una di queste zone: chilometri a perdere di neve e di ghiaccio e nessuna strada come alternativa. Nel Litorale le temperature stazionano di molto sotto lo zero e le foreste sono territorio di caccia di tigri e leopardi. Nella breve stagione in cui i fiumi non sono ghiacciati, sulla superficie galleggiano tronchi cavi con dentro orsi in letargo e motoslitte che risalgono in salita, accelerando per evitare di finire in acque gelide. Acque veementi dove risalgono anche salmoni di dimensioni gigantesche. Questo è il contesto con il quale Jonathan C. Slaght - scienziato naturalista americano – si misura per studiare il gufo pescatore di Blakiston, una fissazione che lo perseguita da anni. Il gufo più grande del mondo, dal piumaggio screziato, a rischio estinzione per via dell’antropizzazione che uccide in progress gli ecosistemi. La sua protratta permanenza in queste terre estreme è diventato un libro poderoso e affascinante, tradotto in italiano da Luca Fusari per Iperborea nel 2024. Si intitola I gufi dei ghiacci orientali, ma l’oggetto di studio di Jonathan C. Slaght è soltanto uno dei poli di attrazione di questo corposo reportage naturalistico che si legge come un romanzo d’avventura.
Forse perché nella striscia primeva del cosiddetto Litorale gli aspetti teorici stanno quasi a zero: a latitudini tanto estreme diventano pressanti i problemi pratici, come sa bene l’esiguo campionario di umanità che le popola. Uomini temprati dagli imprevisti della vita, che già di per sé non è una passeggiata: ex agenti del KGB sovietico, eremiti, fuggiaschi, cacciatori senza un braccio, uomini di acciaio che tracannano indifferenti vodka, etanolo e detergente, immergendosi in corsi d’acqua riscaldati da gas radioattivi.
Risalimmo una lingua di neve compatta che univa terra e ghiaccio come un ponte levatoio sospeso sulla Samarga [...] Compattati uno sull’altro, resistevano ed erano percorribili anche in piena primavera, dopo che le nevi più morbide si erano sciolte. Il ponte, tuttavia, era precario, ripido e stretto da fare paura, e dopo qualche esitazione lo attraversammo uno alla volta. Il fiume, sotto, non era profondo e riuscivo a vederne il letto di ghiaia, ma scorreva impetuoso. Con la sponda alta da una parte e la spessa crosta di ghiaccio dall’altra, uscirne sarebbe stato difficile, se il ponte avesse ceduto o se uno di noi avesse perso l’equilibrio.
Una prosa incisiva, che ne dite? Sappiate che I gufi dei ghiacci orientali è pieno zeppo di descrizioni così e che dunque non ne verrete fuori facilmente, perché vi catturerà. Coniugando capacità narrative e abilità di osservazione sul campo, Jonathan C. Slaght ci fa insomma da guida in un itinerario mozzafiato nelle terre della Russia orientale e lo fa con lo sguardo oggettivo dello studioso e la stupefazione propria del viaggiatore, consegnando alle stampe un libro ammaliante, vincitore – fra l’altro - del PEN/E.O. Wilson Literary Science Writing Award.
I gufi dei ghiacci orientali
Amazon.it: 18,52 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I gufi dei ghiacci orientali
Lascia il tuo commento