I fantasmi
- Autore: Andrea Camilleri
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2011
“I fantasmi” di Andrea Camilleri è un racconto molto gradevole in cui, attraverso un episodio paradossale, sono rappresentati vizi e virtù di Vigata durante il periodo fascista.
L’opera è stata pubblicata in un volume illustrato da Shout (Alessandro Gottardo) nel 2011 (Dieci dicembre Editore), allegato al mensile "E" di Emergency.
Nel borgo siciliano appare a Turi Persica il primo fantasma vestito da moschettiere, con un teschio al posto della testa. Difficile credere alle esagerazioni di un noto ubriacone, suggestionato da un film con protagonisti i tre moschettieri, proiettato in paese qualche sera prima. Ma le cose cambiano
“Pirchì la facenna del fantasma ora era addivintata ’na cosa seria. Nisciuno dei soci del circolo ne arridiva cchiù. Fino a che a vidirlo era stato un ’mbriaconi come a Turi, ci potivano essiri cento spiegazioni, ma se l’aviva viduto ’na persona seria come il cavaleri spiegazioni non cinni erano cchiù. Ma tra le dù apparizioni del fantasma c’era ’na grossa diffirenzia. Se quello di Turi aviva un abito come a uno dei tri moschitteri, quello del cavaleri era, in un certo senso, cchiù tradizionali, in quanto si trattava del solito linzolo bianco.”
Il fantasma con il classico lenzuolo bianco e una palla bianca al posto della testa è stato visto anche da persone autorevoli come il commendatore Filiberto e il cavaliere Lo Bello. Non si può più fare finta di niente e la faccenda diventa politica, di ordine pubblico, interessante per i suoi risvolti religiosi. Se ne interessano anche i giornalisti e la prima notizia la dà il Giornale dell’Isola con il titolone:
“VIGATA INFESTATA DAI FANTASMI”.
Il Sindaco chiede al parroco della chiesa principale di disinfestare Vigata dalle anime in pena e di celebrare una messa solenne con una processione purificatrice. Intanto a Vigata
“Il giornalista romano fici ’na longa ’ntirvista a Tano Vella, scordannosi di diri che l’intervistato si era fatto quinnici anni di manicomio, il quali contò come e qualmenti a Vigàta esistivano ben quattro speci di fantasmi: i moschitteri, i linzolari, che erano già comparsi, i saraceni, che sarebbiro spuntati quanto prima, e i palatini con armatura e cimero che avrebbiro dato battaglia a tutti.”
Insomma, inizia il gioco dei divertenti equivoci al quale si sottrae, ad un certo punto, il sacerdote che sà come è stato generato l’equivoco ma che, legato al segreto della confessione, non può svelarlo. Divertente come tutti i romanzi di Andrea Camilleri, “I fantasmi” rappresenta un’ulteriore opportunità per leggere il mosaico di personalità che compongono una varia umanità dove spiccano, tra i tanti personaggi, un commissario intelligente, un giornalista milanese credulone e superficiale e un parroco che a tratti diventa scurrile.
LE STORIE DI VIGATA I FANTASMI
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