I pochi lettori italiani sembrano apprezzare prevalentemente i romanzi polizieschi, thriller o noir che siano, tanto che la produzione della casa editrice Newton Compton sembra essersi specializzata in questo settore che riempie interi scaffali delle grandi librerie.
“I 444 scalini”, romanzo di Mario Mazzanti dal titolo assai originale, risponde decisamente ai gusti del pubblico: un ispettore della polizia italiana, Sensi, a Milano, un profiler che insegue da anni un individuo dalle molteplici personalità, il dottor Claps, un poliziotto ecuadoriano, Zambrano, un esponente dell’Fbi, Munro: tutti alla caccia disperata di Riondino, sfuggito dieci anni prima alla cattura dopo aver lasciato dietro di sé una scia di morti, uccisi in modo raccapricciante, soprattutto donne, minute, sventrate dalla furia omicida di uno psicopatico.
In effetti Riondino era stato per sette anni in un ospedale psichiatrico a Milano, dove aveva tentato di curare la sua personalità dissociata che lo portava ad essere quasi contemporaneamente più persone: un attore, un furbo, un assassino seriale, una donna: Jack, Hannibal, il Furbo, Giulia, convivono nella sua testa, sviluppando dinamiche demenziali che lo portano a compiere azioni dissennate, a cambiare documenti, identità, luoghi, professioni. Siamo dunque in presenza di una sorta di genio del male che, evaso dall’ospedale psichiatrico in cui si era tentato di curarlo, si è stabilito in Ecuador, nella grande città di Guyaquil dove, celato dietro l’apparente identità di un ricco possidente italiano, continua a compiere le sue imprese scellerate, dialogando dentro di sé con le sue contrastanti identità multiple.
La turista americana Sheila Ross, figlia di un potente senatore, in vacanza con un’amica, viene attirata in un locale dove, dopo aver parlato con un italiano nella nostra lingua, sparisce misteriosamente, dopo aver cominciato a salire una scalinata - sono, infatti, ben 444 i gradini che portano ad un magnifico belvedere - al gradino numero 382. Le indagini a tutto campo coinvolgono l’Fbi, la polizia ecuadoriana e naturalmente il nostro dottor Claps che intuisce la possibilità, anzi per lui la certezza, che chi ha rapito la giovane donna, minuta e bionda come tutte le vittime precedenti, sia proprio il fantomatico Riondino.
Romanzo a forte carica adrenalinica, con moltissime implicazioni psicoanalitiche che Mario Mazzanti domina con esperienza e competenza, una lettura consigliata per chi ama questo genere, pieno di sorprese e colpi di teatro fino alle ultimissime pagine.
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