Gli scaduti
- Autore: Lidia Ravera
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2015
A Lidia Ravera il termine rottamazione non è piaciuto proprio e lo ha esteso nel suo nuovo romanzo a tutti gli uomini e donne d’Italia. I dirigenti d’azienda, i dottori, i liberi professionisti lavorano un tot, poi vanno in posti confortevoli e isolati e i loro ruoli sociali vengono assunti da giovani, ambiziosi e consapevoli che il posto di prestigio è ottenuto grazie agli scaduti, gli anziani con la data di scadenza, "da consumarsi entro e non oltre".
Accade a una famiglia borghese di Roma: il padre Umberto, dopo anni di lavoro, deve lasciare il posto a un giovane per essere "deportato" in un albergo di lusso, dove già risiedono un sacco di uomini. Lo vuole una legge del Partito Unico, il cui leader comanda tutto, dal divertimento all’economia. Umberto arriva in questo posto isolatissimo, dove viene riempito di psicofarmaci per fargli trascorrere le giornate senza fare niente.
Elisabetta, la moglie amatissima, sente puzza di bruciato: anche lei tra quattro anni dovrà lasciare il lavoro di dirigente per partire definitivamente, lasciando la sua bella casa al figlio Matteo, che scrive i discorsi per il Leader Maximo e alla terribile nuora Federica, già incinta a venticinque anni, come vuole una legge del partito.
Prima della famiglia, i giovani vivono nel totale gioco della seduzione, hanno rapporti multipli con più ragazzi, giocano con i cronosmartphone, favolosi aggeggi su cui puoi inserire le caratteristiche fisiche della ragazza o del ragazzo dei tuoi desideri e vederlo arrivare in breve tempo.
Poi c’è il tempo della responsabilità, uomini e donne lavorano, ma per le donne sempre una legge orribile, le vuole mamme e angeli della casa e del tempo libero.
Una situazione allucinante ne Gli scaduti, Lidia Ravera si diverte in questo futuro distopico, dove i sentimenti contano zero rispetto al divertimento, in queste città piene di giovani e adulti. Ma gli anziani come Umberto? Finiscono in alberghi che non conosce nessuno e per chi, invece, ha fatto lavori manuali, casermoni anonimi dove andare a morire.
Elisabetta non si rassegna, cerca il marito in modo sistematico, il figlio l’aiuta mentre la nuora Federica non vede l’ora che lei sparisca per prendersi la casa.
Capisce che c’è una deportazione di massa, ma non sa in che direzione, ma con l’aiuto di un medico trova l’albergo dove vive Umberto, sedato e rassegnato.
In quel luogo lei può frequentare solo i selfie bar, dei cubicoli dove chiedi la colazione con un autoscatto appunto. Non diremo se riesce a trovare il marito, ma questi selfie bar e i cronosmartphone hanno un rilievo non da poco.
Tutto questo per uscire dal grande disordine dei giorni nostri, con migranti, disoccupazione, guerre di religione, dirigenti d’azienda che lavorano fino a ottanta anni e più.
Libro doloroso, intenso, ironico, spaventoso, ma per forza ironico, speriamo, anche perché già l’Italia non è un paese per vecchi, figurarsi nel futuro, quando per la Ravera, l’aspettativa di vita sarà di cento anni!
Gli scaduti
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