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Recensioni di libri

Giorni feriali di Fabio Orrico

Italic edizioni, 2019 - Fabio Orrico scrive un breve romanzo che ha molti padri letterari e cinematografici di riferimento (o così sembra a chi scrive): da Fellini a "Il posto" di Ermanno Olmi, alla passione per i fumetti al minimalismo americano. Un gruppo di uomini ancora giovani lavorano in un’azienda che sta chiudendo i battenti, travolta dai debiti.

Vincenzo Mazzaccaro
Vincenzo Mazzaccaro Pubblicato il 08-10-2022
Giorni feriali

Giorni feriali

  • Autore: Fabio Orrico
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Anno di pubblicazione: 2019

Gli uomini di Giorni feriali di Fabio Orrico non solo lavorano per guadagnare soldi (che non vedono da tanti mesi perché chi dovrebbe non li paga), ma perché il lavoro li definisce, li rende autonomi. Il lavoro ha preso il posto della religione che non viene menzionata, se non nel progetto, poi fallito, dei protagonisti Emiliano e Betty di sposarsi in Chiesa (solo perché è più scenografico, essendo entrambi atei).

All’inizio la storia è quella dei due giovani menzionati che vorrebbero sposarsi e mettere su famiglia. Betty vuole cambiare casa, perché l’appartamento è pieno di umidità e di muffa, ma Emiliano non riesce mai a prendere una decisione, come se fosse bloccato, e vorrebbe lasciare tutto così com’è.

Poi ci sono i colleghi di lavoro a Ravenna. Tra un caffè al distributore e qualche pratica da sbrigare (poca roba, in effetti), i venditori di vasche fanno una gran fatica a piazzarle e, se riescono a venderne una, non hanno nemmeno il muletto per farle entrare senza graffiarle in un furgone o su un camion. I giovani maschi che fanno i venditori tra loro parlano di uscite insieme o di fidanzate che vogliono fare altro. Non c’è traccia di cattiveria in loro, come accade, invece, in un film tratto da una pièce di David Mamet, in cui il commediografo mette in modo sadico i suoi venditori uno contro l’altro, in una faida. La faida in questione ha come oggetto l’ultimo prodotto acquistato da un venditore, che scavalca gli altri e finisce primo sulla lavagna perdendo così ogni timore di essere licenziato.
Fabio Orrico non ha nel suo DNA la cattiveria umana che diventa disperazione se non si vendono le vasche. Mi sto attardando su questo aspetto del romanzo, perché lo scrittore è molto coinvolto dal tema lavoro. Dal suo punto di vista perderlo e trovarne un altro, dovendo salutare i vecchi colleghi, sarebbe scioccante.

Orrico fa poi, a mio avviso, una cosa molto pericolosa: spiegare il lavoro e l’esistenza di questi uomini come se la raccontasse anni dopo a un bambino o a una moglie per ricordare i suoi inizi lavorativi. Si può cadere nel sentimentalismo più vieto.
Per darvi un’idea, Orrico scrive:

Ecco una cosa che di lì a poco imparerà: i ricordi possono logorarsi. Ancora non poteva saperlo. Sarebbero dovuti passare ancora molti anni, avrebbe dovuto compiere ancora molti sforzi e combattere il suo passato come il peggiore dei nemici.

Quello che imparerà a vivere è Emiliano, la cui vita sentimentale sarà stravolta da lì a poco. Uno sforzo inutile e in definitiva poco attinente con il tema centrale del libro che è il cambiamento del lavoro in atto nelle democrazie occidentali europee e americane, ma questo passaggio del libro mette in luce la voglia dello scrittore in erba di mettere tutto nel suo libro d’esordio. Il giovane autore sa come cambiare registro per continuare e per dare peso ad altri aspetti importanti delle nostre vite. Questi giovani romagnoli, i "vitelloni" del nuovo millennio, di cosa parlano dopo essersi intristiti su dei curricula piuttosto scadenti? Ma di sesso, di locali, di bevute. Quello che trovano, in un’uscita di gruppo, in uno dei tanti locali della riviera romagnola, va anche aldilà delle aspettative. Il sesso di gruppo o BDSM, ovvero l’insieme di pratiche sessuali sadomasochiste che vede Emiliano (chiamato da tutti Emi), specialmente, in un rapporto servo-padrona. E con tutto il resto, che poi magicamente finiva, quando si era nello spazio principale del locale, col bancone del bar dove Emi parlava di tutto e in scioltezza con la sua partner di giochi erotici, Manuela, discorsi sviscerati dalle domande piuttosto "classiche" che fanno due persone, che si conoscono molto bene nell’intimità e zero nelle conversazioni ordinarie del quotidiano.

Ci sarebbe un altro registro, in questo libro, sulla possibilità di prendersi gli stipendi non ancora pagati dalla padrona dell’azienda, una "chain smoker", una che fuma una sigaretta dietro l’altra, senza aver bisogno dell’accendino, che forse ha dei soldi nascosti a casa, perché presta dei soldi ad usura, che lasciamo ai lettori.

Un romanzo umbratile, malinconico, dove tutto sembra provvisorio, dove ognuno cerca il suo "centro di gravità permanente", dove l’unica certezza sembra essere la possibilità di mettere in pratica qualsiasi fantasia erotica.
Una lettura adatta paradossalmente a chi ha un buon lavoro e non teme di perderlo, categoria che è sempre più una minoranza.

Giorni feriali

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Giorni feriali

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