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Recensioni di libri

Foschia di Anna Luisa Pignatelli

Fazi, 2019 - Il nuovo romanzo di Anna Luisa Pignatelli, definita da Tabucchi «una voce insolita nella letteratura italiana di oggi», racconta vicende coinvolgenti, cui fa da sfondo il paesaggio toscano.

Giovanna Giraudi
Giovanna Giraudi Pubblicato il 24-01-2019
Foschia

Foschia

  • Autore: Anna Luisa Pignatelli
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Fazi
  • Anno di pubblicazione: 2019

Anna Luisa Pignatelli, con il suo nuovo romanzo “Foschia”(Fazi, 2019), in libreria a gennaio, riporta i lettori alla sua terra d’origine, la Toscana, che fa da sfondo ad altri suoi scritti, tra cui "Ruggine", molto apprezzato dai lettori e dai critici.

La mia vita s’è svolta nella solitudine che m’avviluppa come una densa foschia anche quando sono sul palcoscenico – sono un’attrice di teatro – e quando sto con mia figlia.

Così esordisce Marta, la protagonista nonché voce narrante del romanzo: è giovane, ma con tante esperienze alle spalle. La vita le ha riserbato un’infanzia solo in parte serena e l’ha messa troppo presto a dura prova: di questo racconta la giovane donna che è purtroppo consapevole di aver davanti un tratto assai breve della propria esistenza e desidera lasciare alla figlia, la piccola Penelope, ricordi della sua vita che lei leggerà solo quando sarà in grado di capire. Marta non vuole che la sua bambina si trovi mai in quella “foschia” in cui lei più e più volte si è sentita immersa. Si augura questo per la figlia:

Penelope, lei sì, potrà vedere quello che accadrà, coi suoi occhi pervinca pieni di luce: una prova che anche dal fango può nascere una sorgente e che lo spirito si trasmette di generazione in generazione, ogni volta rigenerandosi.

La protagonista tanto racconta del suo passato: da esso non riesce a staccarsi e forse è proprio tale sofferenza a minare duramente il suo fisico. Per lei il passato, quello da cui aveva sperato di potersi affrancare, l’ha seguita ovunque, fin oltreoceano e lei non è riuscita a cancellare dal suo intimo tanti anni di quella “foschia in cui si sentiva immersa”.
La narrazione va molto a ritroso nel tempo, fino all’incontro fra i suoi genitori, Lapo e Teresa, così dissimili fra loro e agli anni trascorsi prima nella semplice, ma amata “Lupaia”, una casa di campagna posta su un’altura piuttosto isolata dai centri abitati, poi nella ricca dimora denominata Torre al Salto dove Marta trascorre parte dell’adolescenza con il fratello, il padre e la moglie di lui, Dora, essendo Teresa venuta a mancare in circostanze dolorosamente drammatiche. A far da cornice al romanzo l’arte, in particolare la pittura, di cui tanto s’interessa e s’intende Lapo che la protagonista non chiama mai “papà”, perché i suoi genitori avevano voluto, per scelta, esser chiamati per nome dai propri figli.
Lapo è critico d’arte e introduce la figlia in quel mondo in cui si notano anche le sfumature, le pennellate più sottili, ma allo stesso modo rimangono in ombra tratti di vita che invece lasciano una traccia profonda nell’animo della protagonista. Anche i rapporti umani assumono tratti diversi: i sentimenti prendono sembianze particolari e i rapporti familiari vengono stravolti. Una figlia rimasta senza mamma e da sempre molto legata al padre non saprà vivere in modo giusto i propri sentimenti: anche se la storia si fa a tratti cupa e torbida, la protagonista appare sensibile ed in balia degli eventi, troppo sola in un modo di adulti non capaci di prendersi cura di lei come una figlia.
Marta è un po’ come Ghismonda, la giovane ritratta nel quadro preferito dal padre:

Fu mia madre a svelarmi, in risposta alle mie domande altri dettagli sulla storia di Ghismonda e sull’attaccamento ossessivo che sentiva per lei il padre Tancredi, principe di Salerno.

Pare che la narrazione si mescoli alla realtà nella vita di chi parla attraverso le opere d’arte e ama far uso di sottintesi, allusioni e sguardi ambigui. C’è poco di fresco nell’adolescenza della protagonista: cresciuta e fattasi donna troppo in fretta, ha nostalgia di Lupaia, della madre e i rapporti familiari vengono mal elaborati e vissuti. I punti di riferimento affettivi divengono anche quelli d’attrazione e i sentimenti non sono permeati da quella freschezza tipica della vita di chi è giovane. Quella foschia, quelle ombre che ammantano la giovinezza di Marta sono una presenza costante nell’animo della protagonista che da esse non riesce a staccarsi per una miscellanea di forti sentimenti quali l’amore, il risentimento, le colpe altrui e le proprie.

Il nuovo romanzo di Anna Luisa Pignatelli è coinvolgente, spesso forte e drammatico con un barlume di speranza nel finale ma risulta talmente ben scritto da esser letto tutto d’un fiato. Il linguaggio ricalca molto la parlata toscana: è assai fluido, scorrevole e adatto alle tante sfumature che permeano il romanzo.
"Foschia" sarà indubbiamente uno fra i libri di successo di questo nuovo anno: lo merita pienamente la pubblicazione, così come la sua autrice che riconferma ancora una volta le proprie doti letterarie ed umane.

Foschia

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Foschia

  • Altri libri di Anna Luisa Pignatelli
Il campo di Gosto
Ruggine

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