Fin dall’antichità le piante e i fiori hanno rappresentato le varie sfaccettature dell’amore. Già la lirica greca canta la rosa nelle sue varianti di colore rosso, bianco, giallo, indicanti passione, purezza e gelosia. Lo stilnovista tragico Guido Cavalcanti, invece, nella lirica “Fresca rosa novella” vede nella regina dei fiori l’incarnazione della bellezza dell’amata. Dante sceglie la candida rosa per rappresentare la forma mistica Suprema dell’amore, ovvero la beatitudine dei santi che circondano Dio nel Paradiso.
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Cosa accomuna Cielo D’Alcamo, Petrarca, Poliziano, Ariosto, Gozzano, Caproni, Bertolucci quando cantano le rose? Il fatto di privilegiare una delle valenze semantiche del fiore. Ora il lato più scopertamente sensuale ed erotico, ora quello spirituale, ora l’immagine della giovinezza e della fugacità dell’amore, perché la rosa appassisce in fretta.
Nella Grecia antica il mirto è associato a Venere, dea dell’amore. È un arbusto sempreverde dai fiori bianchi e profumati tipico della macchia mediterranea, emblema di bellezza e fertilità.
Nella cultura Romana invece il mirto (insieme all’alloro) è la pianta della gloria poetica e dell’amore eterno, un significato questo che è rimasto intatto nel corso dei secoli. Il mirto compare ne “La pioggia nel pineto” di Gabriele D’Annunzio.
Nell’area orientale c’è un altro fiore associato all’amore: il tulipano. Sapete che il suo nome deriva dal termine turco tülbend che significa turbante proprio per via della sua forma? A ogni varietà e colore viene attribuito un significato specifico leggermente diverso dai nostri. Il tulipano rosso è perfetto per una dichiarazione d’amore formale, quello giallo indica tormenti d’amore, quello bianco è una richiesta di perdono. A riguardo c’è l’imbarazzo della scelta.
Franco Fortini intitola "L’edera" la poesia dedicata alla forza e solidità dell’amore coniugale. Se fosse nato in Giappone, avrebbe scelto la camelia, simbolo di amore eterno, e il pino, indicante la felicità coniugale.
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Il linguaggio dei fiori è stato anche oggetto di diversi libri e romanzi.
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Il linguaggio dei fiori
di Kate Greenaway
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Il linguaggio segreto dei fiori
di Vanessa Diffenbaugh
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I messaggi segreti dei fiori
di Mandy Kirby
Ne "La canzone dell’amore perduto" di de André, sbocciano le viole come i nuovi amori, mentre la rosa è l’immagine di un amore appassito. In "Bocca di rosa" è la sineddoche di una ragazza che non teme il desiderio.
Anche Capossela in "Con una rosa" attribuisce al fiore la sensualità dell’attesa di un incontro.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Fiori e piante nella lingua dell’amore, da Cavalcanti a De André
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