Fiabe di Antonio Gramsci

Il Gramsci che mai avresti immaginato.
La casa editrice Clichy propone a una nicchia di lettori raffinati una piccola e gustosa chicca per scoprire un lato poco conosciuto di uno dei più importanti maestri del pensiero politico del Novecento.
Il fondatore del Partito comunista d’Italia non fu soltanto politico, filosofo, saggista, antifascista della prima ora, ma anche un uomo capace di scrivere dal carcere lettere piene di tenerezza ai suoi due figli, Delio e Giuliano, di narrare piacevoli ed ingenue favole per bambini, mostrando un sorprendente lato intimista e naif della sua personalità.
Antonio Gramsci sotto una veste inedita e nuova, dunque, completa, di grande spessore umano, rivelatrice di una paternità attenta, dolce, protettiva, amorevole, sensibile alla dimensione spensierata della fiaba nonostante le privazioni e le sofferenze, fisiche e morali, subite durante gli anni della carcerazione sotto il regime fascista.

La prima parte del volumetto, Fiabe, raccoglie sessanta lettere: nitide, asciutte, piacevoli, disarmanti nella loro semplicità, ma di profondo taglio pedagogico. A queste seguono le traduzioni di alcune favole riprese dal repertorio dei fratelli Grimm come per esempio, tra le più famose, Cenerentola, Cappuccetto Rosso, Biancaneve e i sette nani. Infine troviamo apologhi, raccontini torinesi e racconti dal carcere.

Un grande intellettuale, prestato alla letteratura novellistica, trasformato in un gradevole narratore tutto da scoprire, apprezzare, gustare.

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