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Recensioni di libri

Da qualche parte starò fermo ad aspettare te di Lorenza Stroppa

Mondadori, 2020 - “Da qualche parte starò fermo ad aspettare te” è il racconto di due solitudini, di due percorsi di vita difficili, di due storie che non necessariamente devono legarsi.

Elisabetta Bolondi
Elisabetta Bolondi Pubblicato il 03-04-2020

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Da qualche parte starò fermo ad aspettare te

Da qualche parte starò fermo ad aspettare te

  • Autore: Lorenza Stroppa
  • Genere: Romanzi d’amore
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Mondadori
  • Anno di pubblicazione: 2020

Scheda e prezzo libro:

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Un romanzo (rosa?) a due voci, quelle di Giulia e Diego. Ormai i generi sono tutti mescolati e la definizione di romanzo rosa non è proprio adeguata a Da qualche parte starò fermo ad aspettare te (Mondadori, 2020), un libro molto contemporaneo, molto efficace nel raccontare la difficoltà, la precarietà delle storie d’amore nel nostro tempo così difficile.

La scrittrice di Pordenone Lorenza Stroppa fa muovere a Venezia e in generale nelle isole della laguna i suoi personaggi: la Venezia delle cartoline e dei turisti viene evitata con cura dalla pittrice Giulia, bionda, piena di efelidi, che in un atelier un po’ nascosto dipinge e molto spesso nasconde le sue tele, oppressa da un dolore sordo che non le dà tregua. Diego è editor in una piccola casa editrice, single, ha una famiglia tradizionale che vede quasi con fastidio, tanto se ne sente diverso, non ha mai incontrato una donna di cui innamorarsi, come confida all’amico Frank.

Proprio all’inizio del racconto Giulia, mentre fa la spesa in un supermercato, rovescia la borsa piena di ogni possibile oggetto e frettolosamente raccoglie tutto. Non tutto, in effetti, e Diego, giunto nello stesso negozio, si trova fra le mani, uscita da sotto uno scaffale, un’agenda, in cui sono raccolti appunti, schizzi, appuntamenti: la proprietaria è Giulia, una donna da cui Diego si sente attratto: la cerca, la trova, la raggiunge nei luoghi dove lei di solito va: presto si trasforma in una sorta di segugio, seguendola in una libreria antiquaria, al Museo Peggy Guggenheim, fino a incontrarla davvero e a sentirsene fortemente attratto.

Giulia, però, ha qualcosa di malinconico, una ferita nascosta, qualcosa che le impedisce di vivere una sorta di normalità, malgrado i tentativi dell’amica Rita, disinibita e festaiola, o della anziana vicina di casa Teresa, una saggia merlettaia di Burano. L’atmosfera della laguna, le sue isole deserte, i suoi campielli appartati fanno da sfondo a questo inseguimento che Diego, sempre più attratto da Giulia, innamorato per la prima volta, tenta come sfida alla ritrosia della donna, di cui ha finalmente compreso la situazione emotiva.

Giulia ha avuto un trauma, è ferita, è incapace di amare Diego, con cui accetta di accompagnarsi, fare l’amore, ma non di accoglierlo dentro la sua anima ferita.
Da qualche parte starò fermo ad aspettare te è il racconto di due solitudini, di due percorsi di vita difficili, di due storie che non necessariamente si legano, pure se si sono intrecciate in un momento particolare.

La ricostruzione dei percorsi emotivi, degli andirivieni della coscienza, delle attese spasmodiche, delle delusioni, sono raccontate da Lorenza Stroppa con un linguaggio preciso ed efficace, attraverso un uso frequente del dialogo tra i personaggi, e la presenza molto forte dei colori: la pittrice Giulia vede la realtà attraverso le tonalità, le sfumature, il calore delle tinte, le pennellate veloci, capaci di suscitare forti emozioni, di distruggere speranze, di costruire prospettive di un incerto futuro. Una gatta grassa, Mercedes, un bambino intelligente e un gianduiotto alla panna sono gli altri attori di questa storia in cui l’amore passa per strade non scontate.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Da qualche parte starò fermo ad aspettare te

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