Cronache della galassia di Isaac Asimov

Primo libro della Trilogia della Fondazione (per la quale Isaac Asimov ha ottenuto il premio Hugo nel 1966 per il miglior ciclo fantascientifico) e terzo in ordine cronologico del Ciclo della Fondazione (in quanto a posteriori sono stati scritti un sequel e un prequel alla trilogia), questo romanzo di Asimov rappresenta sicuramente una pietra miliare per i libri di fantascienza, divenendo uno dei libri fantascientifici più letti in assoluto.

Ovviamente, come tutti i racconti futuristici, occorre tener conto della data di pubblicazione del romanzo (1951) per poterne capire la portata. In più in questo caso la bellezza del libro deriva anche da un contenuto che se da una parte è ambientato in un lontano futuro, in un universo di galassie, di viaggi interstellari che permettono di percorrere distanze di anni luce in poco tempo, dall’altra è molto ancorato alla nostra storia, a quella storia dell’umanità che ci è nota e della quale l’autore dà anche un’interessante interpretazione.

Questo quindi il fascino di "Cronache della galassia", a cui è dovuto forse il successo del libro, in cui si può trovare qualcosa di reale e tangibile se si pensa alle umane vicende in una sorta di corsi e ricorsi, trasportati su larga scala, di vichiana memoria.

La decadenza dell’impero galattico porterà secondo le previsioni a trentamila anni di barbarie. La Fondazione si pone il compito di ridurre questo periodo a un anno. Come? Hari Seldon, padre della psicostoriografia, scienza statistica che tra le altre cose può individuare con una certa probabilità il futuro di un macrosistema, delinea i vari stadi che l’umanità affronterà quando l’impero comincerà a collassare. Partendo dalla periferia, da un pianeta disabitato, Terminus, un gruppo di persone sarà a sua insaputa incaricato di ricostituire la civiltà quando questa lascerà il passo alla barbarie. Per i popoli dei sistemi vicini Seldon è un Dio, mentre chi sarà artefice dei superamenti dei periodi di crisi che inevitabilmente ci saranno (le crisi Seldon) diventerà un profeta o un illuminato. Il parallelismo è evidente, le analogie ovvie.

Questo primo volume ripercorre tre importanti fasi:

• quella originale degli uomini di scienza,
• l’introduzione della religione per il consolidamento dell’egemonia culturale e non violenta,
• lo sviluppo del commercio per la diffusione dell’influenza su mondi sempre più lontani.

La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci.